Prima intesa Usa-Cina sui dazi

Record per le borse di Tokyo e Seul

Bessent: 'Escluse tariffe al 100%'. Pechino: 'Siamo sulla buona strada'.

La Borsa di Tokyo registra un forte rialzo, con il Nikkei che oggi ha superato per la prima volta la soglia dei 50.000 punti.

A metà giornata l'indice giapponese si attesta a quota 50.337,36. 

Gli acquisti si sono concentrati sui titoli del comparto finanziario, e dell'elettronica, riflettendo un diffuso ottimismo tra gli investitori. Il clima positivo è stato alimentato dal record raggiunto dai principali indici statunitensi a fine settimana e dalla percezione di un miglioramento nelle relazioni commerciali tra Washington e Pechino, in attesa del vertice tra Xi Jinping e Donald Trump, mentre si rafforzano le aspettative su una crescita sostenuta del settore dell'intelligenza artificiale e sulle politiche economiche della nuova amministrazione giapponese.
Dall'inizio dell'anno, il Nikkei ha già messo a segno un guadagno superiore al 25%. Sul mercato valutario, il dollaro scambia poco sotto 153 contro lo yen, in lieve rialzo rispetto alle quotazioni di New York, mentre l'euro tratta a massimi storici sulla valuta nipponica, a un livello di 177,90. 

L'indice di riferimento sudcoreano Kospi ha superato per la prima volta oggi i 4.000 punti, sostenuto dal più ampio ottimismo su un potenziale accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Il presidente americano Donald Trump e quello cinese Xi Jinping si incontreranno in Corea del Sud questa settimana, con i principali negoziatori che sembrano aver compiuto progressi verso un accordo commerciale durante i colloqui in Malesia. Il Kospi è salito stamattina in apertura di oltre 90 punti (+2,3%), raggiungendo quota 4.031 nella prima ora di contrattazioni. 

La giornata di ieri:

La Cina e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sui dazi. Al termine di due giorni di incontri serrati, i negoziatori hanno annunciato un'intesa preliminare che scongiura l'entrata in vigore di ulteriori dazi del 100% contro Pechino e spiana la strada all'incontro fra Xi Jinping e Donald Trump. Ai due leader spetta ora il compito di finalizzarla.

L'intesa allenta la tensione fra le due superpotenze economiche e sembra scongiurare un'imminente guerra commerciale a tutto campo. I dettagli forniti finora sono vaghi. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha parlato di un'intesa sulla soia e sulle terre rare, con la Cina che si è impegnata a rimandare di un anno l'entrata in vigore delle restrizioni all'export, rivendendo nel frattempo la misura. La delegazione cinese ha parlato di un "consenso positivo", di una trattativa che mette sulla buona strada ma, nel suo resoconto, non ha offerto alcun riferimento alle terre rare, per le quali Trump ha lanciato la sua 'campagna d'Asia'.

Nel tour in Malesia, Giappone e Corea del Sud, il presidente intende infatti siglare accordi con altri paesi - lo ha già fatto con la Malesia - per ottenere i minerali essenziali e ridurre così la dipendenza americana da Pechino.

Grazie al "sostanziale" accordo quadro raggiunto, la tregua commerciale fra Stati Uniti e Cina - ha spiegato Bessent - sarà estesa al di là dell'attuale scadenza del 10 novembre. "Fuori discussione" anche tariffe ulteriori del 100% contro Pechino, ha assicurato il segretario al Tesoro inviando un messaggio distensivo ai mercati, nervosi da settimane per la possibile entrata in vigore il prossimo primo novembre dei nuovi dazi annunciati da Trump in risposta alla recente stretta sulle terre rare di Pechino.

L'accordo getta le basi per un faccia a faccia positivo fra il presidente americano e quello cinese, il primo dal 2019.

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