Novoli accende l’eternità

Posata la prima fascina della Fòcara 2025, il fuoco sacro dedicato a Sant’Antonio Abate

di Davide Tommasi

Il tempo profano si ferma: la comunità entra nel tempo sacro della Fòcara

Novoli ha varcato la soglia del tempo profano ed è entrata, con passo solenne, nel tempo sacro dell’attesa, della devozione e della memoria. Con la posa della prima fascina della Fòcara 2025, avvenuta il 14 dicembre 2024, la comunità novolese ha rinnovato uno dei riti più antichi, identitari e carichi di spiritualità dell’intero Salento, un gesto che non appartiene solo al presente, ma si innesta nel respiro lungo dei secoli.

La tradizionale Festa della Vite ha segnato l’inizio di un pellegrinaggio collettivo verso il grande fuoco di gennaio, un cammino che culmina nell’omaggio supremo a Sant’Antonio Abate, patrono e custode, guida silenziosa e faro di una fede che arde incessantemente nel cuore della comunità.

La prima fascina: offerta, sacrificio, preghiera che nasce dalla terra

La prima fascina, intrecciata con gli tralci della potatura della vite, non è semplice materia destinata al rogo rituale: è sacrificio simbolico, preghiera tangibile, offerta corale che unisce cielo e terra. In essa vive il lavoro umile e paziente dei contadini dell’entroterra novolese, custodi di una sapienza antica e silenziosa, protagonisti discreti di un rito che si rinnova di generazione in generazione, tramandato come un’eredità sacra di padre in figlio.

Ogni tralcio racconta una stagione, ogni fascina custodisce la memoria della fatica quotidiana, del rapporto profondo con la terra e dei ritmi lenti della natura. È il frutto della vigna che, attraverso il fuoco, ritorna al cielo come atto di riconoscenza, affidamento e speranza, trasformandosi in luce, calore e promessa di rinnovamento per l’intera comunità.

Piazza Tito Schipa, cuore ardente di una comunità in cammino

Fin dalle prime luci dell’alba, piazza Tito Schipa – epicentro pulsante e simbolico della Fòcara – si è trasformata in un autentico teatro di emozioni condivise. Volontari, membri del Comitato Festa e cittadini hanno lavorato fianco a fianco con gesti misurati e rispettosi, mentre le prime fascine venivano adagiate una sull’altra con una cura quasi liturgica, come in una lenta e solenne costruzione rituale.

Attorno, famiglie, anziani e bambini hanno respirato un’atmosfera densa di memoria, orgoglio e appartenenza. Un clima in cui il passato dialogava con il futuro, e in cui la comunità, riunita attorno al fuoco ancora nascente, sembrava riconoscersi come un unico corpo in cammino verso il grande appuntamento di 16 gennaio 2026.


Il corteo dei cavalli: quando la tradizione prende forma e attraversa il paese

Il corteo dei cavalli ha attraversato il centro cittadino con passo solenne e suggestivo, trasformando le vie di Novoli in un itinerario di memoria e identità condivisa. Il lento procedere degli animali, accompagnato dagli sguardi attenti dei presenti, ha rievocato antichi fasti contadini e rituali arcaici, restituendo alla comunità il senso più autentico della tradizione come racconto vivente, che si rinnova attraverso i gesti e le presenze.

Un momento capace di incantare grandi e piccoli, di richiamare alla mente immagini di un passato ancora vivo e di sospendere il tempo in una dimensione quasi epica, dove la storia locale diventa spettacolo e la devozione si fa movimento.

La benedizione della fascina: la comunità affidata a Sant’Antonio Abate

Il momento più alto e intensamente spirituale della mattinata è giunto con la benedizione della prima fascina, impartita da don Luigi Lezzi, parroco della Parrocchia di Sant’Antonio Abate. Con parole cariche di fede e affidamento, il sacerdote ha elevato la preghiera dell’intera comunità, consegnando simbolicamente a Sant’Antonio Abate uomini, famiglie e tradizioni.

La fascina benedetta è così divenuta segno di protezione e promessa, accompagnando il lungo cammino che conduce al grande falò di gennaio, emblema di purificazione, luce e rinascita spirituale per Novoli e per quanti vi partecipano.

Le istituzioni al fianco del popolo: una Fòcara che cresce e unisce

A testimoniare la centralità dell’evento nella vita civile e sociale del paese, la presenza del sindaco di Novoli, Marco De Luca, che ha sottolineato la forza simbolica e la crescita costante di una manifestazione ormai riconosciuta come patrimonio collettivo:

«La Fòcara è un’opera che nasce dal popolo e ritorna al popolo. Anche quest’anno il grande fuoco potrebbe superare i 25 metri di altezza, confermandosi una costruzione senza eguali».

Alla cerimonia hanno preso parte i componenti della giunta comunale, il presidente del Consiglio comunale, i rappresentanti delle scuole e il sindaco dei ragazzi, le delegazioni dei comuni vicini e le numerose associazioni partner, tra cui la presidente della fondazione Sabrina Spedicato autentica ossatura morale e operativa dell’evento, senza le quali la Fòcara non sarebbe possibile né continuerebbe a crescere nel segno della condivisione.


Uno sguardo oltre i confini: la Fòcara patrimonio del Mediterraneo

La presenza del senatore Roberto Marti ha ulteriormente consacrato il valore sovralocale e simbolico della Fòcara di Novoli, ribadendone il ruolo di eccellenza culturale e religiosa non solo del Salento, ma dell’intero bacino mediterraneo. Un evento che, già oggi, si impone come la più grande Fòcara del Mediterraneo, capace di attrarre attenzione, partecipazione e riconoscimento ben oltre i confini regionali.

La Fòcara non è più soltanto una festa di paese, ma un linguaggio universale che parla di identità, fede e comunità, destinato a divenire negli anni a venire un appuntamento di respiro internazionale, punto di incontro tra popoli, tradizioni e culture unite dal medesimo simbolo del fuoco come luce, purificazione e rinascita.

La voce della memoria: il ricordo commosso di Tittino Antonucci

Tra i momenti più intensi e carichi di emozione, la testimonianza di Tittino Antonucci, primo presidente e memoria storica del Comitato Festa, ha riportato tutti all’essenza più profonda della Fòcara. Le sue parole, pronunciate con voce commossa, hanno attraversato la piazza come una preghiera collettiva:

«La Fòcara non è solo un segno di riconoscenza. È il fuoco dedicato a Sant’Antonio, è un abbraccio collettivo, è una preghiera che sale al cielo».

Un ricordo che ha saputo restituire il senso autentico di un rito che non vive soltanto nella spettacolarità del grande falò, ma soprattutto nella memoria condivisa e nel legame profondo tra le generazioni.

La cuccagna: forza, tradizione e gioia popolare

Grande entusiasmo ha suscitato il ritorno della cuccagna, ormai riconosciuta come disciplina sportiva agonistica, capace di coniugare spettacolo, tradizione e spirito comunitario. La piazza si è trasformata in un vero e proprio palcoscenico popolare, animato da energia, partecipazione e allegria, dove la competizione si è intrecciata al valore profondo della condivisione.

Ospite d’onore dell’evento l’associazione Madonna di San Fili, che ha restituito centralità a un rito antico, riportando il palo della cuccagna al suo significato originario: simbolo di sfida, collaborazione e forza collettiva. Un momento in cui il gesto atletico diventa racconto, e la fatica condivisa si trasforma in festa.

Tra gli applausi e l’incitamento del pubblico, anche il sindaco Marco De Luca ha voluto mettersi in gioco in prima persona, partecipando alla scalata e guidando la colonna di uomini impegnati nell’ascesa al palo. Un gesto carico di valore simbolico, che ha unito istituzioni e cittadini in un’unica esperienza condivisa, rafforzando il legame profondo tra amministrazione e comunità.

A sottolineare l’importanza dell’iniziativa, le parole del presidente dell’associazione Antonio Quarta, giunto da Monteroni di Lecce:
«Essere a Novoli è un onore. Qui la tradizione è viva e parla al futuro. Abbiamo partecipato al Guinness World Record su Canale 5 e speriamo che sempre più comuni possano riscoprire il valore di queste discipline».

Caramelle, fuochi e sorrisi: la festa dei più piccoli

La cuccagna si è conclusa intorno alle ore 13 con una pioggia di caramelle che ha acceso l’entusiasmo dei più piccoli, trasformando la piazza in uno spazio di gioia pura e spontanea. Le risate dei bambini, protagonisti indiscussi di questo momento, hanno restituito alla festa il suo volto più autentico e familiare, quello capace di parlare a tutte le generazioni.

A suggellare la mattinata, uno spettacolo pirotecnico ha illuminato il cielo di Novoli, tra stupore e applausi, regalando alla comunità un finale carico di emozione e meraviglia, degno preludio ai giorni di attesa che condurranno al grande evento di gennaio.

Verso il 16 gennaio 2025: l’attesa del grande fuoco

Ora l’attesa si fa silenziosa preghiera e promessa condivisa. Tutto è pronto per il 16 gennaio 2025, quando il grande fuoco della Fòcara tornerà ad accendersi, innalzandosi verso il cielo come un altare di luce, simbolo di fede, identità e comunione.

Un fuoco destinato ad abbracciare Novoli, a parlare al Mediterraneo e a ricordare, ancora una volta, che dalle radici più profonde può nascere una fiamma capace di illuminare il futuro.

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