«La Puglia brucia. E noi, ancora, ci voltiamo dall’altra parte»

C’è un’Italia che si consuma in silenzio, tra le fiamme. Un’Italia che grida aiuto e a cui nessuno risponde. La Puglia, oggi, è il volto ustionato di un Paese che continua a ignorare le sue periferie, i suoi eroi dimenticati e i suoi disastri annunciati.

979 roghi in un solo mese. 80 animali carbonizzati. Oasi naturali cancellate. Eppure, come spesso accade, ci accorgiamo delle emergenze solo quando le vediamo passare nei titoli del telegiornale, tra un fatto di cronaca nera e l’ennesimo tormentone estivo. Intanto, la terra brucia. I boschi, le case, le vite.

Io me li immagino i vigili del fuoco pugliesi. Esausti, sotto un sole che ti toglie il fiato, con mezzi vecchi e colleghi mancanti. Costretti a turni massacranti, a decidere dove intervenire per primi, sapendo che da qualche altra parte il fuoco vincerà. Perché in questa guerra — perché di guerra si tratta — siamo senza soldati e senza armi.

C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel chiedere a questi uomini e donne di combattere a mani nude mentre altrove, negli uffici ovattati, si stanziano fondi per auto blu elettriche che nessuno può caricare. È come riempire d’acqua una piscina mentre la casa brucia: surreale, grottesco, offensivo.

Eppure, come sempre, il punto non è solo la politica, che ha le sue lentezze e le sue colpe. Il punto siamo anche noi. Noi che ci indigniamo un giorno e il giorno dopo torniamo ai selfie sulla spiaggia. Noi che non pretendiamo più niente. Neanche che il nostro territorio venga protetto.

Ho sempre creduto che un Paese si misuri da come tratta chi lo protegge. E oggi, in Italia, i vigili del fuoco sono trattati come numeri di troppo, come costi da tagliare. Ma loro sono la nostra ultima linea di difesa contro il caos, contro la morte, contro l’abbandono.

Allora, facciamo una cosa: smettiamola con le pacche sulle spalle e le parole di circostanza. Investiamo — davvero — in chi salva vite. Formiamo, assumiamo, equipaggiamo. E soprattutto, ascoltiamo.

Perché quando un albero brucia, brucia anche un pezzo della nostra civiltà.
E ogni volta che restiamo a guardare, siamo complici del disastro.

Antonio Bruno


per approfondimenti: https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2025/07/la-puglia-brucia-e-noi-ancora-ci.html

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