Tra etica, tecnologia e responsabilità

di Davide Tommasi

Un incontro che accende il dibattito sull’Intelligenza Artificiale nella professione forense

L’incontro deontologico tenutosi martedì 2 dicembre a Palazzo De Pietro organizzato dalla canmera civile in collaborazione con l’oridine degli avvocati di lecce non è stato un semplice momento formativo, ma un vero e proprio spazio di riflessione condivisa. Si è respirata un’atmosfera di attenzione autentica: ogni intervento, ogni sguardo, ogni domanda lasciava intuire la consapevolezza che il tema trattato – l’Intelligenza Artificiale nei contesti professionali – riguarda ormai tutti, quotidianamente.

Il Presidente della camera civile salentina Salvatore Donadei, aprendo i lavori, ha richiamato l’impegno costante dell’associazione nel proporre percorsi formativi che rispondano ai cambiamenti del nostro mestiere. Ha ricordato come tre diversi incontri, nel corso dell’anno, siano stati dedicati all’AI, ciascuno approfondito con approcci e prospettive diverse. Una scelta non casuale: la tecnologia sta cambiando la pratica forense e la deontologia deve accompagnare questo cambiamento, non inseguirlo.

Donadei ha inoltre illustrato l’intenso lavoro svolto dall’Unione Nazionale delle Camere Civili, guidata da Alberto Del Noce, all’interno dell’Osservatorio permanente sulla IA del Ministero della Giustizia. Un luogo non solo di studio, ma di dialogo istituzionale, in cui si sta cercando di costruire un equilibrio tra innovazione, tutela dei diritti e responsabilità professionale.

Subito dopo è intervenuto Raffaele Fatano, coordinatore del Dipartimento di Politica Forense, che ha insistito sul valore di questo ciclo di appuntamenti. Ha parlato con passione dell’importanza di “fare comunità”, di condividere esperienze e dubbi, perché è proprio nelle pieghe della pratica quotidiana che la deontologia si fa viva. Ha poi invitato i Colleghi al prossimo incontro del 10 dicembre, dedicato al conflitto di interessi, un tema che tocca da vicino la credibilità e la trasparenza della professione.

Il cuore dell’incontro: i relatori e i loro contributi

La parte più intensa del pomeriggio è arrivata con gli interventi dei relatori: Giuseppe Gallo, Vincenzo Caprioli e Fabrizio Tommasi. Tre approcci diversi, tre sensibilità professionali distinte, ma un unico filo conduttore: comprendere come l’Intelligenza Artificiale si inserisca nella deontologia, nella responsabilità e nella pratica quotidiana dell’avvocato.

Giuseppe Gallo – L’AI come strumento, non sostituto

Giuseppe Gallo ha aperto le relazioni mettendo al centro un concetto semplice ma fondamentale: l’AI è uno strumento, non un sostituto della professionalità dell’avvocato.
Con una comunicazione chiara e concreta, Gallo ha mostrato come alcune applicazioni possano migliorare l’efficienza del lavoro, dalla ricerca giurisprudenziale alla redazione di bozze. Tuttavia, ha ricordato che ogni utilizzo deve essere accompagnato da controllo umano, prudenza e piena consapevolezza dei limiti tecnologici.
Ha richiamato esempi pratici tratti dalla propria esperienza, evidenziando tanto le potenzialità quanto gli errori, talvolta sottili, in cui un professionista rischia di imbattersi se affida all’algoritmo ciò che è invece responsabilità personale.

Vincenzo Caprioli – Le zone d’ombra e i rischi reali

L’intervento di Vincenzo Caprioli è stato complementare: se Gallo ha sottolineato le opportunità, Caprioli ha messo in luce le zone d’ombra. Con uno stile lucido e dall’approccio più tecnico, ha illustrato le criticità legate all’utilizzo di strumenti di AI in ambito giuridico:

  • il rischio di violazioni della privacy,

  • l’enorme delicatezza del trattamento dei dati,

  • l’opacità degli algoritmi,

  • la possibilità di errori giuridici generati da modelli non addestrati sui sistemi normativi nazionali.
    Caprioli ha richiamato anche i principi fissati dal legislatore europeo, sottolineando come l’Unione non sia contraria allo sviluppo tecnologico, ma saldamente orientata verso un utilizzo responsabile, tracciabile e sicuro.

Fabrizio Tommasi – Etica, prudenza e responsabilità

Fabrizio Tommasi ha chiuso il ciclo degli interventi con una relazione di ampio respiro etico.
Ha osservato come l’AI non sia solo uno strumento tecnico, ma una trasformazione culturale. Ha parlato di responsabilità, di rischi giuridici e morali, di quanto sia necessario mantenere lo sguardo umano al centro anche quando ci si affida a tecnologie sofisticate.
Tommasi ha ricordato che la deontologia esiste per garantire la qualità e l’integrità della professione e che ogni utilizzo dell’AI deve essere compatibile con questo scopo. Ha citato anche casi concreti in cui un uso poco attento – o addirittura impulsivo – di sistemi automatici può condurre a errori professionali gravi.

Uno sguardo al futuro: il prossimo incontro

L’incontro si è concluso tra domande, riflessioni e una sensazione condivisa: la professione legale sta cambiando rapidamente e la sola tecnologia non basta. Serve studio, coscienza, confronto e una deontologia che continui a essere un punto di riferimento solido.

Nelle prossime ore sarà possibile effettuare la prenotazione su Riconosco per l’incontro di mercoledì 10 dicembre, per il quale il Consiglio dell’Ordine ha già attribuito 2 crediti formativi in materia obbligatoria.

Un percorso che cresce, si arricchisce e che mette al centro ciò che davvero conta: non solo la tecnica, ma l’etica; non solo l’innovazione, ma la responsabilità; non solo la tecnologia, ma l’essere umano che la utilizza.

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