Fuori dalle Graduatorie nonostante l’Abilitazione: UniSalento Vicina ai Lavoratori Precari

di Davide Tommasi

Lecce – I docenti precari iscritti al secondo ciclo dei Percorsi abilitanti da 60, 30 e 36 CFU presso l’Università del Salento rischiano di restare fuori dalla prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), nonostante l’abilitazione conseguita nell’estate 2025. Il motivo? Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di non prorogare il termine del 30 giugno per lo scioglimento della riserva, condizione indispensabile per l’inserimento in graduatoria.

Una scelta che ha suscitato amarezza e preoccupazione all’interno dell’Ateneo salentino. A esprimere con forza il disappunto è la professoressa Stefania Pinnelli, coordinatrice del Centro di Ateneo per l’alta formazione dei docenti e per la didattica inclusiva “Jerome Bruner”:

«Il Comitato Tecnico Scientifico, la Giunta del Centro, e i tutor coordinatori vogliono esprimere rammarico per la decisione del Ministero. Si è scelta la strada della rigidità burocratica a discapito della dignità di tanti lavoratori che hanno investito tempo, risorse e speranze in un percorso di formazione impegnativo».

Secondo quanto sottolineato dalla docente, l’Università del Salento, assieme al rettore Fabio Pollice, si era fatta portavoce di un’istanza condivisa a livello nazionale. Anche il coordinamento dei Delegati alla Formazione Insegnanti, i Direttori dei Centri di Formazione Insegnanti (CFI) e la stessa CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) avevano chiesto una proroga dei termini, viste le oggettive difficoltà riscontrate dagli atenei nell’avvio dei corsi.

I ritardi – spiegano dall’Ateneo – non sono imputabili agli studenti né alle università, ma ai tempi lunghi e incerti delle procedure ministeriali. Questi ritardi hanno compresso in poche settimane attività che avrebbero richiesto un intero anno accademico: lezioni, laboratori, tirocini e prove finali. Risultato: l’impossibilità per molti di concludere i percorsi entro la data prevista, e dunque l’esclusione dalle graduatorie 2025-2026.

«Solidarizziamo con chi rischia di perdere, anche per l’anno prossimo, la possibilità di accedere a un lavoro, seppure precario – aggiunge la professoressa Pinnelli –. Torniamo a chiedere con forza che i prossimi cicli di formazione abilitante siano organizzati con tempi e modalità che garantiscano serenità, maturazione professionale e il rispetto dei diritti di chi si forma per insegnare».

La vicenda rilancia il dibattito sulla gestione nazionale del reclutamento scolastico e sul ruolo delle università nella formazione iniziale degli insegnanti, ponendo ancora una volta al centro il nodo dell’equilibrio tra rigore normativo e tutela del diritto al lavoro.

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