Focus Lecce – La rinascita difficile dell’olivicoltura salentina
di Antonio Bruno
La provincia di Lecce continua a rappresentare, nel 2025, il cuore ferito ma resiliente dell’olivicoltura pugliese.
Dove un tempo le distese di ulivi secolari disegnavano un paesaggio quasi mitologico, oggi il territorio alterna zone di rinascita a campi ancora segnati dalla Xylella fastidiosa, il batterio che in un decennio ha cambiato per sempre la geografia agricola del Salento¹.
Un territorio in trasformazione
Negli ultimi cinque anni, la superficie olivicola leccese è diminuita di oltre 60.000 ettari², in gran parte a causa degli espianti obbligatori nelle aree infette e dell’abbandono colturale.
Oggi si stima che meno del 40% degli impianti originari sia ancora in piena produzione³, ma si moltiplicano i nuovi impianti con cultivar resistenti, come la FS-17 (“Favolosa”) e la Lecciana, che stanno lentamente ridisegnando il paesaggio produttivo.
Secondo Confagricoltura Lecce, la produzione di olive nella campagna 2025–2026 subirà una flessione di circa il 20% rispetto alla precedente stagione⁴.
Le cause principali sono le gelate di inizio aprile, che hanno compromesso la formazione delle infiorescenze (le cosiddette mignole), e la cascola precoce dei fiori non fecondati in maggio, un fenomeno amplificato dallo stress termico⁵.
Il clima, alleato e nemico
L’andamento climatico del 2025 ha confermato quanto il fattore meteorologico sia ormai decisivo nella resa olivicola.
Le gelate tardive di primavera, seguite da un’estate torrida con picchi superiori ai 42°C, hanno messo a dura prova gli oliveti non irrigui. Tuttavia, il caldo intenso di luglio e agosto ha avuto un effetto secondario positivo: ha bloccato quasi del tutto la proliferazione della mosca olearia (Bactrocera oleae), che negli anni precedenti aveva inciso pesantemente sulla qualità⁶.
Di conseguenza, anche se il volume di produzione si riduce, la qualità delle olive e quindi dell’olio extravergine prodotto appare superiore rispetto alla media del triennio 2021–2023⁷.
Il collega Raffaele Manca mi ha scritto:
Buongiorno. A leggere la news delle 6:56, sulla parte riguardante la presenza o meno di mosca, nell'articolo si esordisce affermando che le temperature di agosto 42° hanno di fatto calmierato la presenza di bactocera, quindi è vero che le temperature di luglio e agosto hanno in parte contenuto la proliferazione di questa, ma dal 20/25 agosto le generazioni si sono moltiplicate a iosa, danneggiando molto duramente le produzioni. Quindi la qualità ne sta venendo fortemente compromessa
FS-17: la varietà della speranza (ma non dei miracoli)
La varietà FS-17 (“Favolosa”), cultivar resistente alla Xylella, rappresenta oggi la punta più avanzata della sperimentazione salentina⁸.
Le sue caratteristiche — crescita veloce, buona produttività e resistenza al batterio — la rendono una candidata ideale per il reimpianto. Tuttavia, l’annata 2025–2026 ha evidenziato i suoi limiti: la cascola dei fiori non ancora aperti, avvenuta subito dopo le gelate di aprile, ha provocato perdite produttive fino al 70% in alcune zone⁹.
“È una pianta forte, ma non invincibile”, commenta un agronomo del CREA. “Serve un approccio integrato: genetica, gestione idrica e monitoraggio climatico in tempo reale.”
Economia e mercato
Il quadro economico resta fragile ma incoraggiante.
Il prezzo medio dell’olio extravergine locale, anche per effetto della scarsità e della qualità elevata, si mantiene sui 10–11 euro al litro all’ingrosso¹⁰, un valore in crescita del +15% rispetto al 2024.
I produttori biologici e cooperativi ottengono risultati ancora migliori: secondo il Consorzio PugliaOlive, gli olivicoltori che hanno conferito alle strutture associate hanno raggiunto liquidazioni fino a 230 euro al quintale di olive bio¹¹.
Sul fronte occupazionale, il settore mostra un segnale di vitalità: grazie ai nuovi impianti e alla meccanizzazione leggera, nel 2025 il numero di addetti stagionali nel comparto olivicolo leccese è cresciuto del 12% rispetto all’anno precedente¹².
Dal trauma alla rigenerazione
Il Salento olivicolo non tornerà mai quello di prima, ma può diventare un modello di agricoltura resiliente e rigenerativa.
Le aree dove si sperimentano sistemi agroforestali misti — olivo, mandorlo e piante officinali — mostrano già rese più stabili e una maggiore capacità di resistere agli stress climatici¹³.
È la dimostrazione che la crisi, se affrontata con intelligenza e metodo scientifico, può trasformarsi in opportunità.
Come sappiamo:
“La natura non si arrende. Cambia, si adatta. E ci chiede di fare lo stesso.”
Note
EFSA (European Food Safety Authority), Xylella fastidiosa Update Report, 2025.
Regione Puglia – Ufficio Statistico Agricoltura, dati 2024/2025.
Coldiretti Lecce – Monitoraggio aziende olivicole 2025.
Confagricoltura Lecce – Relazione previsionale campagna 2025–2026, settembre 2025.
CREA-Olivicoltura, Rende – Rapporto sugli effetti delle gelate primaverili 2025.
ARIF Puglia – Bollettino fitosanitario estate 2025.
ISMEA – Scheda Olio d’oliva, agosto 2025.
CREA – Catalogo varietale dell’olivo resistente a Xylella, ed. 2024.
Coldiretti Puglia – Rilevazioni campagna olearia 2025–2026.
ISMEA Mercati – Listini olio extravergine ottobre 2025.
Consorzi Agrari d’Italia (CAI) e PugliaOlive – Bilancio campagna 2024/2025, comunicato settembre 2025.
ISTAT – Indicatori occupazionali agricoli provinciali 2025.
Università del Salento – Progetto REGEN-OLIVE: agricoltura rigenerativa nel Salento, 2025.