Decreto Montagna

ANCI Puglia chiede revisione criteri, “Rischio esclusione ingiustificata per molti Comuni”

ANCI Puglia esprime forte preoccupazione per i criteri previsti dallo schema di decreto recante “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”, attualmente all’esame della Conferenza Unificata. In una nota inviata al Presidente di ANCI Nazionale Gaetano Manfredi, la Presidente di ANCI Puglia Fiorenza Pascazio chiede una revisione urgente delle modalità di classificazione dei Comuni montani.

 

Per ANCI Puglia, l’impostazione prevalentemente altimetrica dei nuovi criteri rischia di determinare una significativa riduzione dei territori beneficiari, con effetti particolarmente penalizzanti per la Puglia e per l’intero sistema appenninico. Un approccio che non coglie la reale complessità delle aree montane, caratterizzate non solo da elementi fisici, ma anche da fattori sociali, economici e demografici.

 

ANCI Puglia richiama il principio, già affermato dalla Legge n. 991 del 1952, secondo cui la montagna va intesa non solo come dato geografico (montuosità), ma come realtà antropologica (montanità), segnata da fragilità strutturali e criticità socio-economiche. Se l’obiettivo del decreto è contrastare lo spopolamento e sostenere le comunità montane, il solo parametro altimetrico non può essere sufficiente.

 

Da qui la richiesta di integrare i criteri con indicatori quali dinamiche demografiche, tasso di spopolamento, accessibilità ai servizi, densità abitativa, fragilità ambientale e livello di integrazione territoriale.

 

Nel documento vengono avanzate due ipotesi di intervento: una riforma strutturale che porti alla definizione di zone montane omogenee e integrate, superando la classificazione del singolo Comune; e una soluzione immediata che renda i criteri più inclusivi, rivedendo le soglie numeriche e salvaguardando i Comuni già riconosciuti come montani o parzialmente montani, caratterizzati da analoghi indicatori di criticità socio-economica. Caso emblematico quello di Biccari (FG) che, pur ospitando la cima più alta della Puglia (1.151 metri), rischierebbe l’esclusione dalla nuova classificazione.

 

Un contributo rilevante alla definizione della posizione di ANCI Puglia è arrivato dal lavoro del Vicepresidente Noè Andreano, portavoce delle istanze dei Monti Dauni, e dall’attività della Consulta dei Piccoli Comuni ANCI Puglia, impegnata nel rappresentare le criticità delle aree interne.

 

ANCI Puglia chiede ad ANCI Nazionale di farsi interprete di queste istanze presso il Governo, proponendo le opportune modifiche al decreto

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