Galatina si candida Capitale Italiana della Cultura 2028: un sogno che diventa visione
di Davide Tommasi
Presentata ufficialmente la candidatura. Una rete di territori, comunità e idee per raccontare la bellezza viva del Salento.
Galatina ha acceso i motori della cultura e si lancia verso una sfida appassionante: diventare Capitale Italiana della Cultura 2028. Il 6 aprile il Ministero della Cultura ha dato avvio all’iter ufficiale: entro il 3 luglio le città dovranno inviare la manifestazione d’interesse, mentre il dossier completo andrà presentato entro il 25 settembre.
Ma Galatina non parte da zero. Da tempo lavora con visione e metodo a un progetto di rilancio culturale che oggi prende forma concreta in una candidatura aperta, inclusiva, condivisa. A guidare questo percorso sarà Simonetta Dellomonaco, progettista culturale di rilievo nazionale, che coordinerà i tavoli di coprogettazione coinvolgendo esperti, istituzioni, università, imprese, associazioni e – soprattutto – i cittadini.
“Galatina è stata ed è un punto di riferimento culturale. Ora vogliamo che torni ad esserlo su scala nazionale”, afferma l’amministrazione comunale.
Un’identità scolpita nella pietra e nella memoria
C’è un patrimonio imponente da cui partire. La basilica di Santa Caterina d’Alessandria, gioiello d’arte gotica con cicli pittorici di straordinario pregio. Le chiese, i palazzi nobiliari, le architetture barocche che raccontano la storia di una città crocevia di spiritualità e cultura.
Accanto al patrimonio materiale, pulsa una ricchezza immateriale altrettanto potente: la pizzica e il mito della taranta, che da Galatina si irradia nel mondo come simbolo identitario del Salento e che oggi è al centro di un percorso verso il riconoscimento UNESCO.
Cultura che genera comunità
Ma questa candidatura non vuole limitarsi a valorizzare il passato. Galatina guarda al futuro, e lo fa attraverso un’idea di cultura come leva di benessere, coesione sociale, sviluppo sostenibile. Non un’etichetta da esibire, ma un processo capace di generare cambiamento reale.
“Vogliamo costruire un ecosistema culturale vivo, partecipato, in grado di incidere sulla qualità della vita e sull’attrattività del territorio”, spiega il team promotore.
Nel dossier in preparazione troveranno spazio progetti di rigenerazione urbana, produzioni artistiche, percorsi educativi, azioni per la sostenibilità e l’inclusione. Il coinvolgimento delle scuole e dei giovani sarà centrale: ai ragazzi sarà affidato il compito di costruire nuove narrazioni, in dialogo con le radici e le sfide del presente.
Un territorio che si muove insieme
La forza di Galatina è nella sua rete. La candidatura è stata pensata in sinergia con comuni limitrofi, enti culturali, università, imprese creative e cittadini. Un mosaico territoriale che punta a raccontare il Salento più autentico e dinamico.
Durante la conferenza stampa, la sala era piena. Ma ciò che ha colpito di più è stata la presenza entusiasta dei giovani, segno che qualcosa si sta muovendo. Che questa sfida non è solo istituzionale, ma popolare. Vissuta. Partecipata.
“Abbiamo l’occasione di mostrare all’Italia chi siamo davvero: un territorio ricco, accogliente, creativo. Ma soprattutto pronto”, ha dichiarato il sindaco.
Una strada da costruire insieme
Il cammino è appena iniziato, ma l’energia è già alta. La cultura torna ad essere protagonista, non come ornamento, ma come infrastruttura di senso. Galatina punta a costruire un futuro in cui arte, memoria, innovazione e comunità si intrecciano in un’unica grande narrazione: quella del Salento che crea e che sogna.
Capitale della Cultura 2028? Forse. Ma già oggi Galatina dimostra di esserlo nello spirito. E ora, con l’aiuto di tutti, può diventarlo anche nel nome.