Alberi per il Futuro (e per il Presente)
di Antonio Bruno
C’era una volta un sindaco. Non uno in particolare, ma un sindaco qualunque, che ogni mattina apriva la finestra dell’ufficio e guardava il suo Comune con gli occhi di chi deve trovare una soluzione pure quando non c’è nemmeno un problema.
Da qualche giorno, sul tavolo c’è un avviso pubblico della Regione Puglia. Un invito a piantare alberi. Sì, avete capito: alberi, quelle creature gentili che fanno ombra d’estate e tappeto di riccioli d’ambra in autunno, che ci danno ossigeno persino quando la politica ce lo leva.
La Regione promette contributi – fino a 10.000 euro – a chiunque voglia colorare il paese di verde e combattere lo smog, la calura, la solitudine del cemento. Sembra poco, in effetti, per cambiare il mondo. Ma come diceva il mio barista filosofo, “nessuno pianta un bosco con una manciata di semi,” ma qualcuno un giorno lo farà, se oggi si inizia almeno con un seme.
La burocrazia delle piantagioni d’alberi richiede però mani esperte, non solo braccia volenterose: servono Dottori Agronomi e Dottori Forestali, che degli alberi conoscono i nomi, i bisogni, le radici e le malinconie. Troppo spesso, invece, affidiamo il destino dei nostri viali al buon senso generico di qualche volenteroso che attacca un pino dove avrebbe dovuto mettere un salice.
E allora ecco l’appello – confidenziale e severo insieme – che rivolgo a tutti i Sindaci, veri custodi, per pochi anni, di luoghi che dovrebbero appartenere all’eternità: incaricate questi esperti! Non solo per aggiungere un nome all’albo degli incarichi, ma per dare un futuro alle nuove generazioni. E magari anche per ridare un po’ di ossigeno a voi stessi (letteralmente).
Sarebbe bello, tra qualche anno, leggere di un ragazzo che studia all’ombra di una quercia piantata oggi. E pensare che tutto è cominciato dal semplice gesto di un sindaco che, per una volta, ha deciso di fidarsi dei Dottori degli Alberi.
Che poi, a ben vedere, non è affatto una favola.