50 ANNI DI SALICE SALENTINO DOP: IL SALENTO CHE VUOLE CONTARE IN EUROPA

di Antonio Bruno

Cinquant’anni non sono pochi, soprattutto se parliamo di un vino che da mezzo secolo porta il nome di un territorio in giro per il mondo. Salice Salentino DOP compie mezzo secolo e sceglie un palcoscenico importante – il Parlamento Europeo di Bruxelles – per festeggiare e, soprattutto, per rilanciare.

Oggi Venerdì 12 settembre, alle 11, a Palazzo Adorno a Lecce si terrà la presentazione dell’evento “Qualità e territorio, 50 anni di Salice Salentino Dop”, promosso dal Comune di Salice Salentino con il patrocinio della Provincia di Lecce. È il prologo di una celebrazione che non riguarda solo appassionati di enologia, ma parla a tutti: produttori, istituzioni, cittadini.

Quella del Salice Salentino è una storia che somiglia a tante storie del nostro Sud: fatica, riscatto, identità. Dietro quel marchio DOP ci sono contadini, vignaioli, cooperative e famiglie che hanno creduto che la qualità potesse diventare la carta d’identità di un territorio.

Il 23 settembre, a Bruxelles, davanti ai rappresentanti europei, il Salento avrà l’occasione di raccontarsi: non solo con un calice di vino, ma con il suo paesaggio, la sua cultura, le sue eccellenze agroalimentari. Non è folklore, è politica. È il tentativo – necessario – di far capire che un territorio vive se riesce a connettere il suo passato con un futuro sostenibile.

Alla conferenza stampa interverranno il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il sindaco di Salice Salentino Cosimo Leuzzi con l’assessore Luigi Palazzo, il direttore del Consorzio di Tutela Eugenio Manieri, il presidente del Dajs Pantaleo Piccinno e quello del Gal Terra d’Arneo Cosimo Durante. Una squadra che vuole parlare con una voce sola: quella di chi difende la qualità e vuole trasformare un anniversario in un’opportunità.

Il Salento ha bisogno di momenti così: per fermarsi, guardarsi allo specchio e dire “valiamo”. E se c’è una cosa che ho imparato in anni di giornalismo è che le eccellenze vanno raccontate, perché raccontarle significa proteggerle.

Un consiglio: brindate a questi cinquant’anni, ma soprattutto brindate al futuro di questa terra.

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