San Rocco 2025: fede, cultura e tradizione rinnovata

di Davide Tommasi

Torrepaduli, 22 luglio 2025 – È stato presentato ufficialmente nella suggestiva Sala Callisto del Santuario di San Rocco il programma dei festeggiamenti patronali dedicati a San Rocco 2025, che si svolgeranno dal 9 al 17 agosto. L’evento si è tenuto nella nuova location, situata nella piazza del Santuario, recentemente riqualificata per restituire decoro e centralità a uno dei luoghi simbolici della devozione salentina.

La conferenza stampa, seguita da un pubblico attento e numeroso, ha visto la partecipazione del Presidente del Comitato Festa Patronale, Antonio Carrara, affiancato da tutto il direttivo, dal rettore del Santuario, Don Gino Morciano, e moderata dal giornalista Lorenzo Zito, cultore e divulgatore appassionato della storia di San Rocco e delle tradizioni di Torrepaduli.

Gli interventi

Il primo a prendere la parola è stato proprio Antonio Carrara, che ha aperto i lavori esprimendo soddisfazione per il grande impegno condiviso dal comitato organizzatore e per il senso di comunità che ogni anno si rinnova attorno alla festa. Carrara ha sottolineato come la riqualificazione della piazza del Santuario, divenuta cuore pulsante delle celebrazioni, rappresenti una scelta voluta per valorizzare al meglio lo spazio sacro e restituire alla comunità un luogo degno della devozione che lo anima.

Ha poi annunciato lo spostamento della storica Casarmonica, elemento architettonico e simbolico della festa, che sarà collocata proprio nella piazza, offrendo così maggiore visibilità e integrazione con le celebrazioni religiose e civili. Carrara ha inoltre presentato il progetto delle luminarie, affidato alla prestigiosa ditta Parisi di Taurisano, custode di una tradizione artistica che ha reso il Salento celebre anche per la bellezza delle sue architetture luminose. Le luminarie, ha detto, “non saranno solo ornamento, ma narrazione visiva della fede”.

A seguire è intervenuto Don Gino Morciano, rettore del Santuario, il cui intervento ha toccato con intensità il cuore dei presenti. Con voce pacata ma carica di significato, Don Gino ha voluto porre l’attenzione sul valore spirituale profondo della festa, ricordando che “non c’è celebrazione senza fede vissuta”. Ha descritto il rito sacro di San Rocco come un’esperienza di popolo, un cammino che unisce anime, corpi e speranze.

"Torrepaduli è divenuta un luogo di grazia, di richieste, ma anche di ringraziamenti", ha affermato, sottolineando il legame forte tra il territorio e il Santo pellegrino. Ha poi illustrato i momenti liturgici principali, soffermandosi in particolare sulla novena e sull’arrivo dei pellegrini, che ogni anno giungono da ogni parte del Salento – e non solo – per affidarsi alla protezione di San Rocco. “Qui, ogni preghiera si intreccia a una storia, ogni offerta a un gesto di riconoscenza”, ha concluso commosso.

Il giornalista Luca Zito, moderatore dell'incontro, ha arricchito la presentazione con aneddoti storici e riflessioni personali sul significato della festa. Ha ricordato come la tradizione di San Rocco non sia soltanto un appuntamento annuale, ma un filo che tiene insieme generazioni, un patrimonio immateriale che deve essere custodito e tramandato. Zito ha anche elogiato il lavoro sinergico tra comitato, Chiesa e artisti, sottolineando l’importanza di coinvolgere anche i più giovani nella costruzione di una memoria viva e partecipata.

Un momento particolarmente suggestivo della conferenza è stato l’intervento dell’artista Pamela Maglie, che ha presentato la sua mostra di ventagli devozionali, opere che rievocano l’usanza antica di acquistare un ventaglio durante la festa come gesto di buon auspicio. “Il ventaglio non è solo un oggetto – ha spiegato – ma un simbolo, un segno silenzioso della presenza di San Rocco nei gesti quotidiani dei fedeli. Un po’ come le zagareddhe a Galatina, anche qui a Torrepaduli i colori parlano, raccontano, proteggono”.

Ha chiuso la parte artistica l’intervento della cantante e autrice Silvia Boccadamo, che ha annunciato la sua partecipazione ai festeggiamenti con il brano inedito "Ci vediamo a Santu Rocco", una canzone che, nelle sue parole, “nasce dal cuore e racconta l’emozione di tornare a casa, di ritrovarsi sotto lo stesso cielo, davanti allo stesso Santo che ci accompagna da sempre”. La sua voce e la sua sensibilità artistica contribuiranno a dare ulteriore profondità emotiva alla manifestazione.

La conferenza si è conclusa con la presentazione del logo ufficiale dell’edizione 2025, progettato da un architetto locale non originario di Torrepaduli, scelta che rappresenta simbolicamente l’apertura e il dialogo tra territori e culture. Il logo sintetizza visivamente il senso dell’intera festa: fede, tradizione e cultura, tre parole chiave che continuano a guidare l’organizzazione di un evento che, anno dopo anno, rafforza la sua identità e la sua eco ben oltre i confini del Salento.

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