Patrocinio gratuito 2025: più cittadini accedono alla difesa legale
dI Davide Tommasi
Accesso alla giustizia 2025: più cittadini ammessi al gratuito patrocinio grazie all’aumento del limite di reddito
Con l’ultimo aggiornamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il limite di reddito per accedere al patrocinio legale gratuito sale a 13.659,64 euro. La misura apre le porte della giustizia a una platea più ampia di cittadini.
L’11 luglio 2025 è stato ufficializzato un cambiamento importante che riguarda l’accesso al patrocinio a spese dello Stato, lo strumento che consente ai cittadini con redditi più bassi di farsi rappresentare legalmente senza sostenere i costi della difesa. Con il decreto firmato dal Ministero della Giustizia, la soglia massima di reddito per richiederlo è stata portata da 12.838,01 euro a 13.659,64 euro annui.
Un aggiornamento che tiene conto dell’indice ISTAT (+6,4%) calcolato tra il luglio 2022 e il giugno 2024 e che risponde all’esigenza di adeguare i parametri economici alle reali condizioni di vita della popolazione. In un periodo in cui l’inflazione incide sempre di più sul potere d’acquisto, questa misura punta a garantire il diritto alla difesa a chi, altrimenti, sarebbe costretto a rinunciarvi.
Una misura di equità in un contesto di crisi economica
L’adeguamento, apparentemente modesto, rappresenta in realtà un passo significativo per rafforzare la funzione sociale della giustizia. Sempre più famiglie italiane vivono in condizioni di precarietà economica: rendere il patrocinio gratuito accessibile a una fascia più ampia della popolazione è un segnale concreto, non solo formale, di attenzione ai diritti costituzionali.
Nel settore penale, il tetto massimo viene ulteriormente ampliato in proporzione al nucleo familiare. Per ogni convivente, infatti, la soglia si alza di 1.032,91 euro, permettendo di tenere conto delle spese complessive sostenute da chi vive in famiglia.
Quando conta solo il reddito del singolo
La legge prevede che, nella maggior parte dei casi, si consideri il reddito complessivo del nucleo familiare convivente. Tuttavia, ci sono situazioni in cui si prende in esame solo il reddito personale del richiedente. È il caso di controversie che coinvolgono diritti strettamente individuali – come l’identità, l’onore o la reputazione – oppure quando esistono conflitti economici o giuridici tra conviventi.
Tutela garantita anche senza limiti economici
In alcune circostanze, la legge va oltre il reddito: la tutela legale è automatica, indipendentemente dalla situazione economica. Succede nei procedimenti relativi a reati particolarmente gravi, come violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia o atti persecutori (stalking). In questi casi, le vittime hanno accesso immediato al patrocinio gratuito, senza necessità di produrre alcuna documentazione reddituale.
Come presentare la domanda e a chi rivolgersi
Per beneficiare del patrocinio gratuito, è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva che attesti il proprio reddito e, salvo le eccezioni citate, anche quello dei familiari conviventi. La veridicità della dichiarazione è fondamentale: in caso di dichiarazioni false si rischiano sanzioni penali e la revoca del beneficio.
La domanda può essere presentata presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati competente per territorio (in ambito civile), oppure direttamente al giudice in sede penale. In caso di accoglimento, il richiedente dovrà comunicare eventuali variazioni del reddito entro 30 giorni dalla scadenza di un anno dalla domanda (o dall’ultima variazione comunicata).
Il cittadino ha facoltà di scegliere il proprio legale, purché sia iscritto all’elenco degli avvocati abilitati al patrocinio a spese dello Stato.
Una giustizia più inclusiva, un diritto che diventa realtà
La revisione del limite di reddito per accedere al gratuito patrocinio non è solo un aggiornamento numerico, ma un intervento strutturale per garantire l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. La difesa legale non può essere un privilegio per pochi, ma deve restare un diritto accessibile a tutti.
Nel clima di disuguaglianze crescenti che attraversa il nostro Paese, questa misura rappresenta una risposta concreta a un’esigenza fondamentale: poter far valere i propri diritti anche senza mezzi economici. Perché la giustizia, per essere davvero giusta, deve essere anche equa.
Nota: Questo articolo rielabora i contenuti pubblicati da Brocardi.it l’11 luglio 2025, a seguito del decreto ministeriale.