venerdì, Marzo 29, 2024
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Mucca pazza, le cause genetica o sporadica

Casi di “mucca pazza”, messa da parte l’ipotesi trasfusioni di sangue. Si tratterebbe di forma sporadica o genetica.

Nessun rischio trasfusioni per i 2 decessi dovuti alla malattia di Creuzfeldt-Jacob. Lo hanno appurato le indagini prontamente avviate dalla Asl di Lecce, sollecitata dagli organi regionali. Dai primi riscontri non risulta che i due pazienti siano donatori di sangue. D’altra parte, da subito era apparso molto difficile che la malattia potesse rientrare in una forma infettiva.

La stessa statistica nazionale escluderebbe l’ipotesi iatrogena: su 116 segnalazioni pervenute nei primi 5 mesi del 2015 al “Registro nazionale della malattia di Creuzfeldt-Jacob”, tenuto dall’Istituto superiore di sanità, solo 23 hanno avuto una diagnosi certa o probabile. Di queste 19 sono risultate di origine sporadica  e 4 genetica. In 23 anni, dal 1993, le forme infettive sono state solo 9 (iatrogena 7 casi e variante 2 casi).

Su base regionale la Puglia dal 1993 al 30 giugno 2015 registra 127 casi, con una mortalità di 1,71 per milione di abitanti, rispetto alla media nazionale che è di 1,93.

A Lecce invece, negli ultimi 3-4 anni, si sono registrati diversi decessi (almeno altri 4 esclusi quelli di questi giorni) che hanno elevato la media fino a quasi il 10 per cento. Un allarme, quello dell’incidenza «anomala» della malattia di Creuzfeldt-Jacob  che lo stesso direttore generale della Asl, Giovanni Gorgoni, non cerca di minimizzare. Anzi, parla di «allarme di elevata incidenza, ma di allarme zero per quanto riguarda l’alimentazione». Possiamo quindi stare tranquilli con il consumo di carni.

E per sgombrare il campo da paure e sospetti giovedì il manager della Asl leccese ha inviato una richiesta all’Istituto superiore di Sanità perché venga avviato uno studio approfondito sui casi salentini. I protocolli prevedono, soprattutto in caso di decessi, l’invio di un esperto da Roma. In occasione del decesso della 49enne di Parabita del 31 luglio scorso il Ministero ha inviato a Lecce una neurologa, con il compito di ricostruire alcuni dati e le cartelle cliniche.

«Bisogna capire perché siamo sopra la media nazionale – si chiede il direttore Gorgoni – e indagare se c’è un cluster familiare di consanguineità, di parentele incrociate, che magari sono alla base dell’alterazione oppure se ci siano cause sporadiche, che vuol dire cause ignote e cercare di capirne l’origine. E, soprattutto perché nel Basso Salento e non equamente distribuite».

Quanto alle indagini chieste dalla famiglia alla Procura della repubblica il direttore della Asl è tranquillo. «Non solo non ci spaventano e non ci sentiamo attaccati. Anzi, ben vengano altre verifiche e tutto quello che è utile alla chiarezza. I familiari hanno il diritto di sapere. Da parte della Asl nessun risentimento».

Allora, viene da chiedersi, perchè si è mossa la Regione per acquisire le cartelle cliniche?  «Sono precauzioni di routine per accertarsi che siano state fatte tutte le verifiche e prese le adeguate precauzioni – spiega Gorgoni – La probabilità sulla causa iatrogena è molto bassa. Le cause sono quasi sicuramente genetiche o sporadiche. Attendiamo con fiducia il conforto dei risultati».

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