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Messaggi osè alla collega di lavoro nella chat di Fb, stalker rinviato a giudizio

Messaggi osè alla collega di lavoro nella chat di Fb, stalker rinviato a giudizio

Una presenza silenziosa che la osservava durante la giornata e conosceva abiti, orari e abitudini. Un misterioso utente di Facebook era diventato l’incubo di una 35enne di GZollino che, dopo una serie di messaggi a contenuto osè, si è rivolta alla Polizia Postale riuscendo a risalire all’identità del molestatore. Con non poca sorpresa la donna ha scoperto che lo stalker era un collega con il quale condivideva il posto di lavoro da 12 anni in un’azienda di Zollino.

L’uomo, A.P, 48enne di San Cesario, è stato rinviato a giudizio dal gip Alcide Maritati su richiesta del pm Maria Rosaria Micucci, con l’accusa di atti persecutori.
Secondo quanto messo nero su bianco nelle tre denunce presentate dalla vittima, da luglio 2015 a maggio 2016, l’uomo si sarebbe approcciato a lei attraverso Messenger utilizzando pseudonimi diversi (Andrea Pirro, poi Ale Wind e Alessandro Wind) ma con il medesimo obiettivo: molestarla con continui messaggi e allusioni sessuali esplicite.
Non solo: incuteva terrore nella vittima definendosi “un fantasma che la osserva” e riportandole dettagli riguardanti il suo abbigliamento e altre sue abitudini, tanto da farle temere di essere costantemente pedinata.

Una condizione di ansia che è durata nel tempo e che ha trovato parziale sollievo nella scoperta dell’identità dello stalker. Ora la donna, difesa dall’avvocato Giuseppe Talò, è in attesa dell’udienza dibattimentale che si terrà a gennaio prossimo. 

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