Rocco Carangelo coordinatore della filiera “Recupero ed edilizia” di Laica.
“Le pubbliche amministrazioni non si interessano della problematica riguardante il mancato riutilizzo nei lavori pubblici degli inerti” – a sostenerlo, nell’ambito di uno specifico tavolo tecnico, è Rocco Carangelo coordinatore della filiera “Recupero ed edilizia” di Laica (libera associazione degli imprenditori e delle professioni del salento).
“La direttiva europea 2008/98/Ce impone che il livello di riciclo di rifiuti da edilizia salga in tutti i paesi membri almeno al 70% entro il 2020 – continua l’imprenditore Carangelo – Nonostante si tratti di rifiuti poco o per nulla inquinanti e nonostante esistano tecnologie che consentono di riciclare tali materiali per re-immetterli nel processo edilizio come inerti (al posto di ghiaia o terra), in Italia solo il 10% dei rifiuti da edilizia viene riciclato, contro il 90% dell’Olanda, l’87% del Belgio, l’86% della Germania”.
Carangelo ha snocciolato questi dati alla presenza del presidente di Laica Roberto Fatano, Marcello Seclì presidente Associazione Italia Nostra , Maurizio Manna direttore di Legambiente Puglia, Orazio Manni vicepresidente dell’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce, Fabio Pollice prof. ordinario di geografia dell’Università del Salento, Maria Grazia Chianura , esperta in diritto dell’ambiente e Francesco Nuzzo presidente Associazione Ansig.
Durante la riunione si è preso atto che in tutto il territorio provinciale e nelle maggior parte delle gare d’appalto non è previsto l’utilizzo di materiale inerte riciclato come invece dovrebbe essere secondo la normativa vigente.
“Abbiamo deciso – continua Carangelo – di siglare un protocollo d’intesa con le associazioni di categoria e i tecnici della provincia di Lecce al fine di sensibilizzare le stazioni appaltanti a far sì che gli scarti prodotti nell’ edilizia vengano conferiti presso gli impianti, non abbandonati sulle strade e che l’inerte venga riciclato all’interno degli appalti pubblici così come impone la legge”.
“L’Italia e il nostro Salento – sostiene il Presidente di Laica, Roberto Fatano – hanno la possibilità di aprire una nuova pagina nel settore delle costruzioni aprendo un filone di green economy che produce ricerca, innovazione, nell’interesse del sistema delle imprese e dell’ambiente». Ridurre il prelievo di materiali e l’impatto delle cave nei confronti del paesaggio è una questione importante nel nostro Paese, perché sono tante le ferite gravissime ancora aperte nei territori. Oggi è possibile dare risposta a questi problemi, lo dimostrano i tanti Paesi dove ormai da anni si sta riducendo la quantità di materiali estratti con una forte spinta al riutilizzo di rifiuti aggregati e inerti provenienti dal recupero, oltre che con regole di tutela del paesaggio e gestione delle attività ma le amministrazioni devono fare la loro parte controllando l’operato della ditta aggiudicatrice dei lavori”.