giovedì, Marzo 28, 2024
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La mafia in Sicilia.

La nuova mappa: le famiglie, i clan, i mandamenti per Provincia.

In attesa di “acciuffare” il super latitante Matteo Messina Denaro, il quadro che viene fuori della mafia in Sicilia è che la stessa sia “viva e vegeta” e vada combattuta, giorno per giorno.
Anzi “la strategia silente che ha caratterizzato gli ultimi anni Cosa Nostra sembra finita. Bisogna dunque prepararsi a contrastare possibile derive di scontro”.
È la Direzione investigativa antimafia a sottolinearlo nella relazione al Parlamento (LEGGI LA RELAZIONE PER INTERO).
La Direzione investigativa antimafia rileva “segnali che, sembrano propendere verso derive di scontro ancora da decifrare”. La mafia trasforma gli assetti e ”appare protesa a recuperare il proprio predominio sul territorio”.
Centinaia di clan e famiglie mafiose sparse lungo il territorio nazionale si spartiscono la grande torta dei più pericolosi affari illeciti: lucrano sugli appalti pubblici, organizzano traffici di stupefacenti, incassano tangenti da commercianti e imprenditori intimiditi o minacciati.
La grande criminalità organizzata (sia essa Cosa Nostra‘ndrangheta o camorra) continua a macinare enormi profitti a discapito di crescita, sviluppo e libertà individuali. Servendosi talvolta anche delle infiltrazioni nella pubblica amministrazione.

La mappa delle “famiglie” e dei clan per singola provincia

PALERMO – Per quanto riguarda la “Provincia delle Province”, la Dia afferma che «Cosa Nostra è tuttora alla ricerca di nuovi equilibri e appare protesa a recuperare il predominio sul territorio».
In questo senso si rivela che «a fronte del basso profilo adottato da tempo per eludere l’attenzione investigativa» si sta verificando ora «un innalzamento del livello di ‘sfida’» anche «attraverso ripetuti atti intimidatori e minacce nei confronti di esponenti della magistratura siciliana e delle istituzioni locali, nonché di rappresentanti di organizzazioni pubbliche e private impegnati, a vario titolo, nella lotta antimafia».
Nella provincia di Palermo il territorio continua ad essere suddiviso in 15 mandamenti, 8 dei quali in città, e 80 famiglie, di cui 34 in centro.
A Palermo risulta, nell’ultimo periodo, che le famiglie, anche di diversi mandamenti, abbiano abbandonato le proprie rivalità, sull’altare degli interessi comuni.
La città di Palermo rappresenta il centro di smistamento e di rifornimento per l’intera regione.
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Per la Direzione Investigativa Antimafia, la necessità di Cosa Nostra di proiettarsi fuori regione ha indotto l’intera organizzazione a concorrere con altri gruppi criminali, come la ‘ndrangheta, camorra o Sacra corona unita per trovare appoggi fondamentali.
Al primo posto, per guadagni “facili”, rimane il traffico di droga ma l’attività estorsiva è sempre molto praticata in provincia.
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AGRIGENTO –Cosa Nostra agrigentina conserva un ruolo importantissimo nella gerarchia siciliana anche in virtù dei consolidati rapporti  con le famiglie mafiose presenti all’estero, come il ramo canadese della famiglia Rizzuto. La ripartizione in mandamenti e famiglie di fine 2013 rispecchia quella già emersa nel primo semestre dello stesso anno.
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TRAPANI – Il “regno” del boss Matteo Messina Denaro. Secondo la Dia a Trapani Cosa Nostra mantiene un assetto stabile, confermando la struttura verticistica con impostazioni strategiche unitarie e una suddivisione del territorio in 4 mandamenti, di cui fanno parte 17 famiglie.
Settori d’interesse di Cosa Nostra trapanese sono in particolare il traffico di stupefacenti e di armi, l’infiltrazione nel sistema degli appalti pubblici, la grande distribuzione agroalimentare, gli insediamenti turistico-alberghieri e le energie alternative.
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CALTANISSETTA – Nell’area Nissena si continua a registrare la connivenza tra Cosa Nostra e la Stidda.
I gruppi criminali mafiosi si distribuiscono in 4 mandamenti.
Le principali fonti di approviggionamento sono le estorsioni e l’usura, ma persistono lo spaccio ed il traffico di sostanze stupefacenti attraverso personaggi e canali attivi in altri territori.
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ENNA – Enna, secondo il rapporto della Dia, non ha “personaggi carismatici in libertà”, così “si continua a sentire l’influsso di gruppi mafiosi di altre province, soprattutto catanesi e nisseni, che da sempre, colmano il vuoto di potere nel capoluogo.
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CATANIA –Catania città e provincia è, probabilmente, fra le situazioni più complesse. La realtà si registra come poliedrica, per l’elevato grado di instabilità che caratterizza la maggior parte dei gruppi mafiosi, in particolare nel capoluogo.
I sodalizi criminali in sostanza si mostrano restii ad accettare un inquadramento gerarchico.
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La mappa dei clan continua ad essere la medesima.
Da una parte ci sono il clan Santapaola-ErcolanoMazzeo e Laudani, dall’altra il clan Cappello-Bonaccorsi, che controlla in linea di massima, i reduci dei clan Sciuto, Pillera e Cursoti.
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SIRACUSA
 – A Siracusa, così come riferito in precedenza per Enna, Cosa Nostra risente dell’influenza dei clan di altre province, in particolare quella esercitata da potenti referenti dell’organizzazione criminale catanese.
La recente scoperta di armi nella disponibilità dei clan e recenti fatti di sangue, inoltre, lasciano ritenere che i rapporti tra i gruppi mafiosi possa degenerare verso una manifesta belligeranza.

RAGUSA – “Nello scenario criminale – si legge nella relazione della Direzione Nazionale Antimafia – Vittoria costituisce un territorio sul quale si misurano famiglie di diverso spessore criminale, quali promanazioni dei clan di Catania e Caltanissetta. È stata confermata la piena operatività del clan PISCOPO, protagonista di sistematiche estorsioni in danno degli imprenditori agricoli, costretti a subire una illecita concorrenza e un’abusiva attività di vigilanza”.
E poi ancora:
“Forti sono gli influssi criminali – si legge – esercitati dai sodalizi nisseni, con particolare riguardo a quelli della vicina Gela. Le organizzazioni delinquenziali della città sarebbero riuscite a conservare un alto grado di autonomia operativa”.
Poi si parla delle estorsioni.
“Il fenomeno estortivo colpisce le attività commerciali e prevalentemente le aziende agricole, settore economico trainante insieme a quello della pastorizia”.
mafia a ragusa

MESSINA – In ultimo troviamo  il territorio di Messina che, come nel caso di Enna e Siracusa, subisce l’influenza sia dei gruppi mafiosi di Palermo che di Catania.
Messina, però, vive una doppia presenza mafiosa, per la vicinanza alla Calabria che genera l’influsso della ‘ndrangheta, che si manifesta, in particolare nell’aggregato urbano del capoluogo, attraverso la gestione di attività illecite e l’infiltrazione in quelle lecite.
In questo caso i maggiori proventi dei gruppi criminali provengono da estorsioni e infiltrazione negli appalti, nonché dalla gestione degli stupefacenti.
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