La residenza artistica “Danzare la terra” del progetto Dama si conclude con una serata nata dalla necessità di confrontarsi su alcuni temi importanti come l’immigrazione e la questione ambientale. Dopo un incontro sullo Sradicamento dei migranti e degli ulivi spazio alla danza di Tarantarte e alla musica del Salenduo.
Martedì 5 gennaio (ore 20) alla Fondazione Palmieri (Vico dei sotterranei ang. Via Paradiso) di Lecce con la serata evento Sradicamento si conclude “Danzare la terra“, residenza artistica di danza, musica, incontri con esperti con la direzione artistica di Maristella Martella che rientra nell’articolata programmazione del Capodanno di Dama – Danze e musiche dal Salento, progetto della Compagnia Tarantarte Nuova Danza Popolare.
Dopo il concerto del Canzoniere Grecanico Salentino, vari laboratori, le attività della residenza Danzare la terra e la tradizionale Strina per le vie del centro storico di Lecce, Sradicamento è un evento fatto di riflessioni, racconti, suoni e danze nato dalla necessità di confrontarsi su alcuni temi importanti come l’immigrazione e la questione ambientale. La serata si aprirà con un incontro/dibattito sul tema dello Sradicamento dei migranti e degli ulivi con Enza Pagliara e il coro della Regina Paza, l’antropologo Eugenio Imbriani (docente dell’Università del Salento), gli operatori culturali Giovanni Pellegrino e Vincenzo Santoro, il musicista Giorgio Doveri e la coreografa Maristella Martella. Nel corso dell’incontro sarà proiettato anche il video realizzato da Giuseppe Rutigliano durante la residenza artistica tenuta dalla Compagnia Tarantarte a Corsano nell’estate 2015. Dalle 21.30 il via alla danza e alla musica con “S-radicamento” performance di danza dei partecipanti alla residenza “Danzare la terra” diretti da Maristella Martella e dalla Compagnia Tarantarte Nuova Danza Popolare (Silvia De Ronzo, Manuela Rorro, Antonella Boccadamo, Laura De Ronzo). A seguire concerto di musica popolare con Salenduo composto da Massimiliano De Marco (voce e chitarra) e Luca Buccarella (voce e organetto).
Dama – Danze e musiche del Salento è un progetto di Tarantarte, in collaborazione con Coolclub, con il sostegno del Comune di Lecce e con il patrocinio di Istituto Diego Carpitella e Puglia Sounds, finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la realizzazione di un archivio multimediale e di un laboratorio permanente sulle musiche e sulle danze popolari salentine che saranno ospitati in alcune sale del Castello Carlo V di Lecce. L’obiettivo del progetto – che durerà circa due anni e sarà coordinato da Antonio Santoro – sarà, dunque, la valorizzazione di una parte del piano terra del Castello (provvisoriamente nelle sale di Palazzo Turrisi) per la gestione di servizi con finalità educative, didattiche, sociali e di attrazione turistica. Sono previste quattro linee di azione: la costituzione di un archivio multimediale della musica salentina, diretto da Vincenzo Santoro, con un’attenzione particolare al vasto movimento di folk-revival che ha caratterizzato il territorio pugliese negli ultimi anni; la realizzazione di un vasto programma di attività seminariali e di fruizione pubblica dei contenuti; la realizzazione di una scuola di danza, diretta da Maristella Martella, con seminari, corsi e master-class sulla danza dalle sue forme coreutiche tradizionali salentine fino alle più recenti esperienze di rielaborazione in chiave contemporanea; lo sviluppo di percorsi formativi sull’imprenditorialità giovanile in ambito culturale e sociale.La compagnia Tarantarte nasce nel 2009 a Bologna dall’incontro di danzatrici di diversa formazione. È diretta da Maristella Martella che con la sua danza teatrale incrocia passato e presente, classico e contemporaneo, elementi popolari del sud Italia con elementi del mondo mediterraneo, propone una ricerca teatrale ed espressiva sul Tarantismo salentino e la magia misteriosa della trance. La compagnia negli anni ha realizzato le proprie performance in luoghi non convenzionali, antichi e a volte abbandonati, come vecchie masserie, ajare, chiostri, anfiteatri, teatri greci e romani, siti archeologici, attivando un’interazione tra luogo, performance e pubblico.
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