venerdì, Aprile 26, 2024
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Impianto compostaggio, opposizioni rilanciano: “Coinvolgere cittadini nella scelta”

Tiene ancora banco il caso dell’impianto di compostaggio, dopo la disponibilità espressa dal sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, espressa al presidente della Regione Emiliano e al commissario Ager Grandaliano, che ha messo fine alla bagarre tra i Comuni salentini dell’area proprio sulla struttura.

Ma il dibattito politico non si spegne, con le opposizioni che mostrano dubbi e perplessità sulla decisione: lo aveva già fatto a margine del consiglio comunale, la senatrice Adriana Poli Bortone. Oggi Gianmaria Greco ritorna sul tema e ribadisce: “Il pronunciamento del sindaco durante una riunione con alcuni sindaci, prima di ulteriori slanci di generosità istituzionale nei confronti di alcuni comuni limitrofi, necessita di accurati e doverosi approfondimenti: in merito alle dimensioni dell’impianto, le modalità di raccolta, le tipicità e le valutazioni ambientali circa l’impatto sul territorio”.

Per Greco, è condivisibile la richiesta di alcuni sindaci salentini di chiedere la modifica del Piano Regionale dei Rifiuti, insufficiente a garantire la chiusura del ciclo di raccolta per carenza d’impiantistica, mentre la decisione di Salvemini si è rivelata “troppo precipitosa”: “Infatti – aggiunge -, è difficile ipotizzare la realizzazione di tale tipologia di impianto senza fondi ed in una fase di pre dissesto. Certamente non si potrà beneficiare di quelli previsti per Cavallino, derivanti da fondi europei vincolati per quel progetto. Inoltre, mentre per Cavallino la proposta era di riconversione, a Lecce trattasi di un nuovo impianto, che necessita anche di tempistiche più lunghe. Il vecchio Piano approvato nel 2013 prevedeva due impianti di compostaggio per tutta la provincia, quello attuale solo uno, per questo motivo il comune di Lecce si troverebbe ad asservire tutta la provincia, per un carico complessivo di circa 50 mila tonnellate di rifiuto organico”.

Greco, inoltre, sottolinea di non condividere l’impostazione “prettamente ideologica secondo la quale una struttura pubblica è sinonimo di qualità superiore rispetto ad una privata” e conclude che per un’amministrazione che “non perde occasione per dichiararsi ancorata ai principi di cittadinanza attiva”, si dovrebbe attivare “un percorso di coinvolgimento nei confronti della popolazione, che su questi argomenti è sempre più sensibile, invece nel consiglio comunale di qualche giorno fa per l’approvazione delle linee programmatiche di mandato dell’impianto di compostaggio non si è neppure accennato”.

Sulla vicenda dice la sua anche il consigliere regionale Cristian Casili del M5S, che ribadisce la necessità di condividere la scelta coi cittadini: “Va bene – sottolinea – la responsabilità e la scelta di non gravare sui Comuni del comprensorio di Cavallino, già vessati da un impianto che ha inquinato per anni, ma non si appesantisca Lecce con la realizzazione di un impianto che riceverà l’organico prodotto da 320mila abitanti e 27 Comuni coinvolti”.

Per Casili, la scelta deve “essere frutto di condivisione anche con i cittadini” e non deve essere “basata su logiche di appartenenza partitica”: “Il dubbio – afferma – è che si tratti del ringraziamento di Salvemini per l’appoggio ricevuto in campagna elettorale da parte di Emiliano, che in questo modo non potrebbe più essere oggetto di critiche per la mancata pianificazione della chiusura del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia. Lecce non può trasformarsi in una cloaca ma merita la stessa dignità di altri territori coinvolti”.

Il coordinatore cittadino di “Civica”, Gianfranco Galluccio, prende invece atto ed esprime il proprio apprezzamento per l’assunzione di responsabilità di Salvemini sulla vicenda, unico sindaco del territorio a farlo, risolvendo una “situazione di stallo creatasi in seguito all’annullamento da parte del Consiglio di Stato degli atti con i quali veniva individuato un impianto della medesima natura nel Comune di Cavallino e mira, quindi, a dare esecuzione alla pianificazione regionale che prevede, nell’ambito territoriale di cui fa parte il Comune di Lecce, la chiusura del ciclo dei rifiuti con lo smaltimento della frazione organica in un impianto di compostaggio di natura pubblica”.

“Siamo in piena sintonia – aggiunge – con il pensiero del rappresentante del direttivo di Legambiente Puglia: un impianto pubblico garantisce la risposta più adeguata ad un problema dell’intera collettività. Infatti lo status di impianto pubblico darebbe un pieno controllo sul rispetto della conformità dell’impianto e di tutti i parametri tecnici ambientali, urbanistici ed economici, consentirebbe alla città di smaltire i propri rifiuti senza mandarli a ‘casa altrui’, e ridurrebbe sensibilmente i relativi costi”.

Sul ciclo dei rifiuti dice la sua anche Sergio Blasi, consigliere regionale del Pd, evidenziando che “alla luce della disponibilità offerta dal sindaco Salvemini a ospitare l’impianto di compostaggio pubblico previsto a Cavallino, credo che quello progettato da Metapulia – privato e a digestione anaerobica – diventi assolutamente superfluo. Tanto più che il progetto presenta numerose criticità legate alla salvaguardia della salute di cittadini e ambiente. Gli impianti di compostaggio che meglio rispondono a queste due priorità irrinunciabili – lo ripeto ancora una volta – sono quelli di piccola taglia (non superiori alle 25-30 tonnellate) e a digestione aerobica. È questa la strada, ancora molto lunga, che conduce all’eccellenza”.

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