giovedì, Marzo 28, 2024
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Il settore del wedding e della cerimonia è in ginocchio!

LA CRISI DEL SETTORE WEDDING E CERIMONIA

L’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha investito l’Italia intera e anche il resto del mondo si è già tramutata in reale disastro economico, avendo letteralmente bloccato gran parte dei settori produttivi e avendone azzerato i relativi fatturati. Uno di questi settori, che non è mai stato preso in considerazione nel dibattito politico e mediatico di queste ultime settimane, è quello nuziale e delle cerimonie, duramente colpito da questa crisi senza precedenti poiché ha portato all’annullamento e/o spostamento di tutti i matrimoni che avrebbero dovuto essere celebrati nella primavera 2020, nonché delle unioni civili, dei rinnovi della promessa e di tutti gli anniversari. E, in base al movimento della pandemia che attualmente non è molto prevedibile, sono da ritenersi a rischio anche quelli programmati in estate. Forse solo a fine anno si tornerà a una cosiddetta normalità. Cosa comporta questo nei fatti macro e microeconomici, soprattutto nella regione Puglia che da sempre si trova ai primi posti tra le regioni italiane per numero di matrimoni e riti celebrati?

La filiera produttiva del comparto matrimoniale è vastissima, dal momento che coinvolge svariate attività produttive e di servizi, quali: le aziende di moda sposa e sposo e i relativi rivenditori distribuiti sul territorio, le strutture ricettive, alberghi e sale ricevimenti, aziende florovivaistiche, la fotografia, i negozi di liste nozze e bomboniere, le agenzie di viaggi, i wedding planner, i professionisti della bellezza, ma anche, di riflesso, i produttori e rivenditori di arredamenti e complementi d’arredo, perché celebrare un matrimonio significa anche mettere su casa. Giacché l’economia è circolare, quello che accade in tutti questi assi produttivi influisce anche su altri comparti, come quello dell’organizzazione di eventi fieristici specializzati, mirati al settore nuziale, che subiscono sia il divieto sacrosanto di creare assembramenti (le manifestazioni fieristiche lo sono), sia le defezioni di tutte le aziende coinvolte e su elencate, per gli eventi già programmati nei prossimi mesi. “Ricostruire una fiducia economica è diventato davvero difficile, quasi impossibile”, afferma a tal proposito Gaetano Portoghese, Amministratore unico della Pubblivela che organizza ogni anno le fiere settoriali ‘Promessi Sposi’ in Puglia, e membro del consiglio di ASSIMEC, un’associazione nazionale di addetti ai lavori nata per dare voce agli operatori e agli imprenditori dell’industria del wedding e della cerimonia. “Sono più di 8 mila le aziende del settore nuziale coinvolte nella nostra regione, molte delle quali strutturate a carattere familiare, per un totale di circa 100 mila lavoratori impiegati”.

Ma c’è anche un altro dato da mettere in evidenza, un dato che parla, anzi, urla da sé: in Puglia si celebrano circa 20.000 matrimoni all’anno, un numero molto importante per una regione che ha visto nascere l’alta moda sposa e che possiede le strutture ricettive più belle e suggestive di tutta Italia. Se si considera che il solo giorno del matrimonio costa a una coppia in media circa 30.000 euro, e se si sommano a questo dato quello di tutte le centinaia di migliaia di euro del settore dell’arredamento casa nonché quelle altre centinaia di migliaia di euro che fanno parte del settore fieristico e dell’organizzazione eventi, vuol dire che c’è il serio rischio che nel 2020 ci siano perdite per oltre un miliardo e mezzo di euro. Una cifra che equivale al collasso dell’economia regionale.

Una regione, la Puglia, che vanta anche una positiva notorietà in tutto il mondo, perché ormai diventata terra di attrattività di matrimoni stranieri. Parliamo dell’ormai noto settore del ‘Destination Wedding’, che vede la meta pugliese al top per matrimoni di coppie di fuori regione e coppie estere, che scelgono questa destinazione per i suoi splendidi paesaggi, le sue innumerevoli location e le sue fantastiche strutture. Questo genera tutto un altro indotto economico che supera i 50 milioni di euro all’anno. Numeri incredibili che, naturalmente, la Puglia non ripeterà per il 2020.

“Sembra assurdo che nessuno si stia preoccupando di analizzare questa evidenza dei fatti”, conclude Gaetano Portoghese, “perché nell’ambito di una logica di ricostruzione post pandemia il settore ‘nozze e cerimonie’ pugliese DEVE essere sostenuto, e le migliaia di partite IVA coinvolte DEVONO ricevere una iniezione di liquidità che le faccia ripartire, perché possano continuare a realizzare il sogno delle coppie di sposi promessi, e possano riportare la Puglia ai vertici della notorietà internazionale”.

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