martedì, Aprile 23, 2024
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Il Quantitative Easing della BCE: i motivi del possibile fallimento

La BCE, attraverso l’immissione di liquidità nel sistema finanziario ed economico, intende raggiungere due obiettivi intermedi: scongiurare la deflazione e abbassare i tassi di interesse in Europa.

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Il raggiungimento di tali obiettivi, come insegna l’esperienza già  sperimentata in Giappone e negli USA, consentirà una solida ripresa economica, con benefici in termini di prodotto interno lordo, di occupazione e di minori sacrifici per le famiglie.

Purtroppo, l’immissione di liquidità nel sistema economico e, quindi, il raggiungimento degli obiettivi della BCE non è automatico. Come disse Keynes nella prima parte del secolo scorso: “si può portare l’acqua al cavallo, ma non si può costringerlo a bere”.

Il Quantitative Easing funziona in questo modo: la Bce – e le banche centrali nazionali – acquistano i titoli di stato che le banche commerciali hanno in portafoglio. Tale procedura funziona con il meccanismo dell’asta riservata, che non obbliga banche ed altre istituzioni finanziarie a vendere i titoli di stato di loro proprietà. Le banche venderanno se risulterà conveniente sostituire i titoli in pancia in cambio di liquidità che dovrebbe essere indirizzata verso l’economia reale attraverso il credito alle imprese. Resta purtroppo il fatto che il Quantitative Easing non risulta decisivo ai fini dello sblocco del credito bancario, in quanto le banche non sono giuridicamente obbligate a rivolgere la liquidità ricevuta verso l’economia reale: i rischi di insolvenza delle imprese in Europa è ancora alto. Inoltre, anche se le banche hanno un eccesso di titoli di Stato nel loro portafoglio, le stesse potrebbero preferire conservare tali titoli, rispetto alla prospettiva di reinvestire la liquidità acquisita in titoli di nuova emissione caratterizzati da tassi particolarmente bassi o addirittura negativi (vedasi i bond tedeschi).

Tale situazione rischia di creare un vero e proprio imbuto, sempre che la BCE non intenda acquistare ad un valore superiore, come sembrerebbe essere almeno in parte disposta a fare, il debito pubblico in portafoglio alle banche.

 

Carmelo Giovanni Roseto

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