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Il prossimo incontro al Mise per l’ex-GKN deve essere preparato

Le richieste della RSU, in attesa della convocazione: sapere se ci saranno gli investitori, ricevere per tempo il materiale e farlo a Firenze

[Campi Bisenzio, 14 maggio 2022] “Una vertenza non è una soap opera, gli incontri al Mise non sono ‘Carràmba che sorpresa’. Il gioco degli incontri per gli incontri e le discussioni per fare vedere che si discute, lo conosciamo bene e non interessa né a noi né al territorio”. In attesa della convocazione del prossimo incontro al Mise la RSU ex-GKN chiede garanzie e una costruzione seria del percorso di reindustrializzazione:
– chiediamo di essere avvertiti prima della presenza o meno degli investitori al tavolo
– chiediamo di ricevere in anticipo materiale scritto per poterlo valutare, visto che i prossimi incontri devono dare vita a una seria e robusta discussione di dettaglio sul piano industriale
– chiediamo che l’incontro al Mise avvenga fisicamente, in presenza, e a Firenze. Se la fabbrica è stata delocalizzata, noi continuiamo invece a voler tenere la vertenza vicina al territorio, pur nella sua rilevanza nazionale.
“Abbiamo dato tutte le disponibilità all’azienda a incontrarci per poter avere reali approfondimenti sul piano industriale – spiega la RSU ex-GKN -, ci troviamo invece a misurare lo stato di confusione che, nostro malgrado, si è creato tra noi e la popolazione attorno. Chi è convinto che abbiamo ripreso la produzione di semiassi, chi che stiamo lavorando nel farmaceutico, chi che ormai la vertenza sia conclusa. Questo stato di confusione è esattamente il risultato di una politica di annunci, di incontri che hanno rimandato ad altri incontri, trasformando la vertenza in un groviglio di voci e supposizioni”.
La vertenza GKN si è sentita da sempre vincolata al territorio, a un costante e continuo sforzo di rendere trasparente e chiara la sua evoluzione. Perché quei 500 posti di lavoro, con tutti i diritti ad essi connessi, devono restare nella disponibilità di questo territorio, perché lo stabilimento domani non diventi un ecomostro, perché la cassa integrazione è a carico della collettività. Per questo il territorio non può essere espropriato della possibilità di capire l’evoluzione della vertenza.
“La reindustrializzazione non è un processo gioioso – continua la RSU –, ma doloroso, pericoloso, fragile. La fabbrica viene smantellata e si entra in un limbo, in attesa delle produzioni future, con il rischio di trasformarci lentamente da operai a percettori di ammortizzatore sociale. È un’operazione a cuore aperto, da fare con la massima serietà e attenzione ai dettagli. E se oggi siamo costretti a questo processo è perché la politica di questo paese ha scelto di disinteressarsi completamente del settore dell’automotive e non ha colto la nostra proposta di ‘piano pubblico per la mobilità sostenibile’”.
La RSU ex-GKN chiede la massima chiarezza sull’utilizzo e la durata della cassa integrazione, sempre nell’interesse della collettività, che indirettamente la finanzia. Le due proroghe di cassa integrazione ordinaria fatte da marzo ad oggi sono state atti unilaterali di cui si è potuto solo prendere atto. La cassa integrazione di transizione, dalla durata di ben 24 mesi, dovrà essere firmata con tutto il tempo e l’accordistica necessaria a dare le massime garanzie di trasparenza.
“Noi non attendiamo la reindustrializzazione che sarà – concludono – ma la reindustrializzazione ci sarà perché noi non attendiamo”.

Collettivo Gkn

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