giovedì, Marzo 28, 2024
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Il coronato. Una moneta affascinante

Pur essendo una moneta piuttosto diffusa all’epoca, è oggi un pezzo che ogni collezionista di monete napoletane vorrebbe avere in buona conservazione nella propria raccolta.

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Il coronato d’argento del valore di un carlino fatto coniare nel 1458 dal re di Napoli e di Sicilia Ferdinando I di Napoli, ricordo della sua incoronazione.Sempre Ferdinando I di Napoli fece coniare un altro coronato famoso, questo detto “dell’Angelo” recante appunto su una delle facce l’immagine dell’arcangelo Gabriele.

Di tali monete esistono numerose varianti, quasi tutte conosciute, che attraggono per il loro fascino i collezionisti. Infatti, i coronati aragonesi, insieme alle monete milanesi degli Sforza, segnano, dal punto di vista stilistico, il passaggio dal Medioevo al periodo rinascimentale. Ad eccezione del coronato del 1458, ancora di tipo medioevale, in cui il re, seduto sul trono all’atto dell’incoronazione, è ancora piuttosto stilizzato e non riconoscibile, nei coronati successivi, il regnante è perfettamente ritratto, in stile classico, con tutti i difetti e i segni lasciati dal tempo sul proprio volto.

Come dicevamo, quasi tutte le varianti sono conosciute. Fu il Pagani, nel secolo scorso, a classificare con cura i coronati napoletani. Nonostante ciò, ci si imbatte ancora oggi in qualche nuova variante. Non è di molto tempo fa la notizia di un coronato con al rovescio una croce potenziata riportante, sotto la croce, le sigle gotiche “CA”.

Questo tipo di variante, già piuttosto rara, di solito riporta al dritto il ritratto di un Ferdinando I maturo con la sigla “C” dietro il capo. Ebbene, il coronato in questione non riporta alcuna sigla dietro il capo: il testo del Pagani dovrà essere aggiornato.

Carmelo Giovanni Roseto.

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