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Giuseppe Melissano interviene sul bilancio della Asl

Se continua a non assumere la Asl rischia la paralisi. Il sindacalista Giuseppe Melissano fa le pulci al bilancio della Asl.

All’indomani della pubblicazione del bilancio di esercizio della Asl di Lecce, il segretario generale di Cisl-Funzione pubblica, Giuseppe Melissano interviene per lamentare le mancate sostituzioni di personale che giustificano un sostanziale equilibrio di bilancio, a scapito delle condizioni di lavoro degli operatori in servizio.

«Il buon risultato finanziario per la Asl di Lecce, che chiude la contabilità del 2015 con un avanzo di esercizio di circa 85mila euro – fa notare Melissano –  di fatto si conclude con la diminuzione del costo per il personale di 3 milioni 150mila euro. Che non sono un risparmio – sottolinea il sindacalista ma una riduzione della spesa. Si tratta di tagli lineari che non saranno utili per nuove assunzioni.

Come si possono garantire i servizi sanitari, se solo si pensa che negli ultimi anni la riduzione del costo del personale ha fatto venir meno 550 unità? Con l’aggravante che il personale ha un’età media di oltre 50 anni, come emerge dal rapporto OASI 2015 presentato lunedì scorso, al Consiglio Regionale Pugliese. Un’età gravata da limitazioni ed esoneri dovuti ai turni e carichi di lavoro ed altri impedimenti legati alla condizione psico-lavorativa.

Ma, ad una più attenta analisi, il bilancio 2015 offre altre chiavi di lettura.

Cosa dire per esempio dell’aumento della spesa farmaceutica? Una parte di essa è dovuta all’elevato costo di farmaci innovativi e per patologie virali, che l’hanno fatta lievitare di circa 26 milioni di euro.

Un capitolo importante poi è quello della spesa dei servizi sanitari e non sanitari che coprono  quasi il 50% dell’intera gestione.

Per far funzionare l’intera macchina della salute dei salentini il costo del personale dipendente (per stipendi, oneri e tasse ), incide per il 29% circa.

Gli esperti di bilanci sono pronti a giurare che siamo di fronte a un’oculata risposta imprenditoriale, visto che il costo del personale grava solo per il 29% e quello per i servizi il 50%. Ma non si tiene conto che oggi il personale è gravato da super lavoro, in più rispetto al consentito.

In soli 5 anni, dal 2011 ad oggi, il costo del personale nella Asl di Lecce è diminuito di oltre 30 milioni di euro. E negli ultimi 2 anni, 2014-2015, di 3 milioni e 150mila euro.

Cifre che rappresentano una diminuzione di circa 550 unità come costo di bilancio, ma che in verità significano una perdita per la Asl, ogni anno, di circa 250 operatori (tra dimissioni, pensionamenti ecc.).

Come fare per rimpiazzare queste unità? Ci ha pensato la Regione che con la circolare del 5 maggio 2016 autorizza a procedere al reclutamento ad invarianza di spesa. Cioè si può assumere senza aumentare la spesa e in ragione ai posti vacanti, individuando possibilmente i profili professionali più carenti.

Nella Asl di Lecce la maggior parte dei posti vacanti sono coperti da incarichi a tempo determinato, quindi la eventuale assunzione per coprire la dotazione organica farà solo cessare coloro già in servizio come incaricati, a tempo determinato, per sostituirli con personale stabile. Così avremo personale a tempo indeterminato, miglioreranno le condizioni lavorative e la qualità della prestazione,  ma non vi saranno unità in più in servizio.

Allora forse è bene riordinare le dotazioni organiche, oramai vecchie che prevedevano ospedali, reparti e ambulatori che oggi non ci sono più. È opportuno verificare la capacità di affrontare il sistema in rete: territoriale, di emergenza-urgenza e ospedaliera. È indispensabile  far sì che si riduca il costo della spesa farmaceutica e dare il via ad una centrale per gli acquisti che filtri gli sprechi. E’ imprescindibile, inoltre, che gli acquisti di nuove attrezzature prevedano anche l’assunzione di personale che le deve utilizzare.

In tutto questo è importante dare risposte al cittadino-utente che oggi vede il servizio sanitario garantito anche con il personale attualmente presente. Ma se non si mette mano ad un piano di assunzioni reale che incrementi gli organici, domani saremo costretti a non poter fruire nemmeno di quello che oggi abbiamo».

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