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Forno crematorio a Scorrano, polemica in maggioranza: si dimette il vicesindaco

Forno crematorio a Scorrano, polemica in maggioranza: si dimette il vicesindaco

È crisi politica a Scorrano a pochi mesi dalle prossime amministrative per il rinnovo del consiglio comunale: la giunta di Antonio Mariano perde il vicesindaco Rocco Amato, espressione del Pd, nella polemica esplosa attorno al progetto del doppio forno crematorio, approvato dall’esecutivo cittadino.

Nella seduta del 30 dicembre 2016, infatti, è stato accolto il project financing della ditta Leucci srl, per la realizzazione di un doppio impianto di cremazione (uno per resti umani e l’altro per resti animali) in un uliveto di circa un ettaro nei pressi del cimitero locale: a costruirlo e gestirlo per trent’anni l’azienda che ha avanzato la proposta con un investimento superiore ai 3 milioni di euro. L’idea sarebbe stata valutata positivamente come “di interesse pubblico”.

Non solo. Visto che nella vicina Botrugno, che ha un diritto di prelazione sugli altri comuni (sei in tutto) del territorio salentino, sulla base dello specifico regolamento provinciale, per ospitare un impianto, il progetto, seppur in fase avanzata, starebbero registrando polemiche e difficoltà, nell’amministrazione di Scorrano si è pensato alla proposta come ad una opportunità da valutare. Da qui l’approvazione.

Il problema è che in quella seduta di giunta mancavano due assessori, ovvero il dimissionario Amato e Amedeo Scarpa: il punto, dunque, è stato promosso con i voti favorevoli dei tre presenti. Una scelta di metodo che non è piaciuta al vicesindaco e assessore all’Ambiente, che pretendeva una discussione più ampia e il coinvolgimento della cittadinanza prima di qualsiasi atto ufficiale. Da qui la decisione di fare un passo indietro e spiegata anche attraverso dei manifesti pubblici, fatti affiggere in queste ore.

A pochi mesi dal voto, che vede ancora diverse tessere del panorama politico cittadino da sistemare, a partire dalla ricandidatura del primo cittadino uscente, si apre la crisi di maggioranza.

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