giovedì, Marzo 28, 2024
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Finanziamento all’imprenditore pakistano: scontro tra “Noi con Salvini” e “Fratelli d’Italia”

Finanziamento all’imprenditore pakistano: scontro tra “Noi con Salvini” e “Fratelli d’Italia”

Non piace a Noi con Salvini l’atto di solidarietà della Curia leccese, che qualche giorno addietro ha annunciato di aver finanziato l’attività commerciale di un giovane imprenditore musulmano, che grazie al finanziamento ha potuto aprire un’attività di telefonia a Lecce.

“Mentre in città decine di attività commerciali chiudono” scrive Mario Spagnolo, segretario cittadino, “intere zone cittadine subiscono la desertificazione commerciale, senza tetto muoiono nei casolari abbandonati e la Procura di Lecce indaga centinaia di persone per usura (segno evidente della difficoltà di accesso al credito per i leccesi) la Curia di Lecce – con il placet dell’Amministrazione Comunale e di molte forze politiche – finanzia l’apertura di una attività commerciale di un ‘profugo’ pakistano. Tale atto, aberrante ed ingiusto, è l’ennesimo provvedimento buonista e di facciata perpetrato a discapito dei leccesi e degli italiani!”. Il segretario cittadino di NCS non va per il sottile dunque, bollando l’iniziativa come “aberrante” e buonista, ed attribuendo al termine profugo un’evidente accezione negativa.

La risposta però non tarda ad arrivare, ma non dalla Curia – che continua la sua opera in silenzio – bensì da un’altra componente della destra salentina, ovvero dal dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, Giovanni De Luca, che ribadisce come il cittadino pakistano in questione abbia diritto, come tutti, ad accedere ad una linea di credito e ad un fido.

“Noi con Salvini, che a volte ragiona con le logiche del pregiudizio, ha probabilmente una scarsa informazione sull’iniziativa imprenditoriale di un cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia e quindi, non un‘profugo’, che sicuramente è giunto qui in cerca di un destino benevolo, ma oggi è, a tutti gli effetti, un individuo con precisi diritti e doveri che decide, per una giusta interlocuzione, di avere rapporti con le Istituzioni pubbliche di sicurezza e di cooperazione e non intercetta, invece, interlocutori delinquenziali. (…) Da un punto di vista politico, dunque, una azione lodevole di uno straniero regolare che individua nelle leggi italiane e nella via dell’onestà una possibilità di riscatto, di dignità e di benessere che ognuno di noi, perché dotato di un minimo di buon senso e di bontà d’animo, non può non rispettare ed indicare come esempio di buona integrazione”.

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