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FIDAS Leccese su default sistema trasfusionale

Criticità del sistema sangue: le responsabilità dell’Asl Lecce – Il caso Gallipoli e non solo

 

Nei giorni scorsi a finire sotto le telecamere di Striscia la Notizia è stata la Asl di Lecce, con un servizio tutto dedicato ai presidi ospedalieri salentini, nel corso del quale è emersa, sebbene solo di riflesso, la grave criticità rappresentata dalla chiusura, avvenuta ormai due anni fa, del Servizio Trasfusionale gallipolino.

Sempre nei giorni scorsi su diverse testate giornalistiche sono poi usciti articoli relativi all’ormai famigerato “caso Gallipoli”.

La chiusura del Servizio Trasfusionale di Gallipoli ha avuto un ruolo determinante nelle molteplici situazioni di emergenza che si sono succedute in questi mesi.

La FIDAS Leccese, l’Associazione più rilevante in termini di donazioni di tutta la provincia di Lecce, ha più volte messo in evidenza le criticità che si stanno riscontrando, in particolare, presso l’Ospedale di Gallipoli, dove l’11 Giugno 2018 si è giunti alla chiusura unilaterale del SIMT per la realizzazione di alcuni lavori di adeguamento strutturale che sarebbero dovuti durare al massimo 90 giorni.

Lavori dei quali, però, ad oggi non si vede la fine considerato che ci risultano persistenti alcuni problemi strutturali, oltre a non essere stata garantita la copertura economica necessaria alla realizzazione delle pulizie straordinarie.

La chiusura del SIMT gallipolino, che sino a pochi anni fa era uno dei fiori all’occhiello dell’intera rete trasfusionale regionale per l’attività di plasmaferesi, sta comportando un grave danno, anche in termini economici, per tutta la ASL Lecce.

Ed invero, essendo stata azzerata la raccolta di plasma da inviare all’industria per la produzione dei farmaci plasmaderivati, la nostra ASL deve affrontare un esborso economico importante per l’acquisto di detti farmaci, i quali, invece, prima venivano messi a disposizione “in conto lavorazione”, ovvero gratuitamente.

La scelta scriteriata di chiudere il SIMT di Gallipoli ha comportato, quindi, anche un danno erariale non trascurabile.

Per non parlare, poi, dei problemi che riscontrano i talassemici afferenti all’ospedale gallipolino, i quali incontrano notevoli difficoltà nel potersi sottoporre alla terapia trasfusionale che per loro è un vero e proprio trattamento salva-vita.

Il servizio televisivo realizzato da Pinuccio ha quindi consentito di accendere i riflettori su problematiche importanti.

Va, però, precisato che i macchinari presenti nei corridoi dell’ospedale gallipolino, sono poggiati temporaneamente lì, in quanto poi dovranno essere allocati all’interno dei nuovi ambienti del servizio trasfusionale (per quando sarà pronto!).

La FIDAS Leccese aveva già avuto modo di evidenziare tali gravi criticità in occasione di una conferenza stampa dell’agosto 2018 e oggi torna a denunciare le responsabilità dell’ASL Lecce.

E’ un modo di fare che non ci appartiene e che condanniamo fermamente – spiega il Presidente Provinciale della FIDAS Leccese, Emanuele Gatto,– C’è bisogno di chiarezza da parte della ASL Lecce su quelle che sono le reali motivazioni che hanno portato al default del sistema trasfusionale. Con la conseguenza che le Associazioni di donatori sono chiamate oggi a fronteggiare, tra mille difficoltà strutturali, la grave carenza di sangue che ha messo in ginocchio l’intero sistema trasfusionale salentino. FIDAS Leccese non ci sta e non si presta a nessun gioco sulla pelle dei malati. Per questo nei prossimi giorni presenteremo uno specifico e dettagliato esposto tanto alla Procura della Repubblica quanto alla Corte dei Conti perché è giusto che i responsabili paghino per scelte scriteriate dettate da logiche politiche lontane dalla realtà quotidiana con la quale solo noi donatori ci confrontiamo”.

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