venerdì, Aprile 19, 2024
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Di Maio: ‘Non lasciamo la nave affondare’

Zingaretti: ‘Governo di svolta o il voto’

Si sono concluse le consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale. Gli ultimi ad incontrare il capo dello Stato sono stati i 5 Stelle 

“Non lasciamo la nave affondare, perché l’Italia siamo tutti, a dispetto degli interessi di parte” ha detto Di Maio dopo l’incontro con il presidente della Repubblica. “Sono state avviate tutte le interlocuzioni per avere una maggioranza solida che voglia convergere sui punti indicati. Noi non lasciamo affondare la nave, che a pagare siano gli italiani” ha aggiunto. “I cittadini che ci hanno votato il 4 marzo, l’hanno fatto per cambiare l’Italia non il Movimento e penso anche che il coraggio non è di chi scappa ma chi prova fino in fondo a cambiare le cose, anche sbagliando con sacrificio e provando a fare le cose.  Il voto – ha sottolineato il capo politico dei 5s – non ci intimorisce affatto ma il voto non può essere la fuga dalle promesse fatte dagli italiani. Abbiamo tante cose da fare”. “Abbiamo informato il capo dello Stato di quelli che secondo noi sono obiettivi prioritari per gli italiani, dieci impegni che secondo noi devono essere portati a compimenti”.

Prima dei pentastellati al Colle era salita la Lega guidata da Matteo Salvini. Queste le principali dichiarazioni del leader del Carroccio dopo il colloquio con Mattarella. “Un “accordo contro”, tra Pd e M5S, è la vecchia politica. Io non penso che l’Italia abbia bisogno di un “governo contro”. Se poi qualcuno mi dice “ragioniamo perché i “no” diventano “si”, miglioriamo la squadra, diamoci un obiettivo, facciamo qualcosa “non contro” ma “per”, io l’ho sempre detto, sono una persona concreta, non porto rancore guardo avanti, non indietro”. “Ho scoperto che tanti no, si sarebbero trasformati in si. Ci sono alcuni 5s che appoggerebbero una manovra coraggiosa: ho scoperto che ci sarebbero alcuni disponibili. Aver scoperchiato il vaso è stato utile per capire. Ma malgrado gli insulti, vado avanti”. Ero consapevole di un governo fermo, ma se si vuol far ripartire il Paese noi siamo pronti senza pregiudiziali senza guardare indietro”

Intanto sale la tensione sia all’interno di Pd e M5s. In queste ore frenetiche, anche le voci di tre nuovi paletti – via i decreti sicurezza, preaccordo su manovra e stop a taglio parlamentari – che avrebbe messo il Pd nel paniere stanno facendo fibrillare sia lo stesso Pd che il Movimento. Tensioni che certamente sono arrivate anche al Quirinale dove il presidente è fermo sulla richiesta di avere presto piena chiarezza. Ove non ci fosse già oggi nessuno può escludere che il Quirinale possa velocemente aprire le procedure per nuove elezioni. Sul nome del premier e sui primi punti su cui cercare una convergenza al momento le parti sono lontane. Con una parte del Movimento 5 Stelle che resta scettico sull’affidabilità soprattutto del segretario Dem Nicola Zingaretti.E, ad agitare il Movimento c’è il “no” al taglio dei parlamentari che avrebbe proposto, salvo poi precisare il suo concetto, il segretario Dem.

È il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio a precisare che sul taglio dei parlamentari non c’è un veto, ma deve essere accompagnato da una riforma elettorale. E poi lo stesso Zingaretti, poco dopo, in una nota precisa che le condizioni poste al M5S sono i 5 punti approvati dalla Direzione ieri. Ma l’affondo Dem sul taglio dei parlamentari – più che sulla cancellazione di parte del decreto sicurezza – ha accresciuto, in questi minuti lo scetticismo pentastellato, a cominciare dai filo-leghisti come Gianluigi Paragone. E, secondo alcune fonti parlamentari, le dichiarazioni Dem sul taglio dei parlamentari sarebbero arrivate dopo che, al Nazareno, era giunta l’ipotesi che, nelle sue dichiarazioni dal Colle, Luigi Di Maio non avrebbe chiarito la sua apertura al Pd. Ma, al momento, la tensione salita in queste ultime ore non cancella la trattativa. Contatti tra M5S e Pd – ma non tra Di Maio e Zingaretti – avrebbero provato a rasserenare il clima in vista della salita al Quirinale del leader del Movimento. Quirinale che, già oggi, chiede a Di Maio chiarezza in vista di un eventuale governo con il Pd.

La delegazione del Pd era composta dal segretario Dem, Nicola Zingaretti, Paolo Gentiloni, presidente del partito, la vice presidente del Pd, Paola De Micheli, e dai due capigruppo, Graziano Delrio e Andrea Marcucci.

Al Colle anche la delegazione di Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi. Insieme all’ex premier, Antonio Tajani e le due capigruppo, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. A differenza delle delegazioni di Fdi e Pd, quella di Forza Italia ha fatto il suo ingresso nel palazzo del Quirinale non a piedi ma in macchina.

Salvini: “Voto strada maestra ma pronti a ripartire”

Salvini: Voto strada maestra ma pronti a ripartire

“Oggi la via maestra non possono essere giochini di palazzo, manovre di palazzo, governi contro; sono e dovrebbero essere le elezioni” ma “se qualcuno mi dice ‘ragioniamo perché dei no diventano sì, miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un obiettivo non contro ma per…”. Dopo le consultazioni al Quirinale con il Capo dello Stato, il leader della Lega, Matteo Salvini, ribadisce alla stampa la sua soluzione per uscire dalla crisi: il ritorno alle urne. Ma lascia comunque aperta la porta ai suoi ex alleati di governo.

“Io ho sempre detto che sono un uomo concreto, non porto rancore, guardo avanti e mai indietro – ha spiegato -. Un governo fermo tiene fermo il Paese. Se si vuole far ripartire il governo e far ripartire il paese, noi ci siamo senza pregiudiziali. Mi auguro che nessuno, mentre noi ragioniamo di progetti, soprattutto in casa di qualche partito di opposizione di sinistra stia ragionando su posti e poltrone”. “La via maestra secondo noi è il popolo. Nessuno dovrebbe avere paura del giudizio del popolo” ha sottolineato ancora Salvini, che alle 16 è salito al Colle accompagnato dai capigruppo del Carroccio di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari.

Parlando della Lega, “sono contento di rappresentare una forza politica compatta che ha preso e prenderà decisioni nell’interesse del Paese e non per interesse personale – ha aggiunto il numero uno del Carroccio, che sull’alleanza tra dem e grillini è tranchant: “L’ho detto al Presidente della Repubblica: un accordo contro, per tirare a campare, Pd-Cinquestelle è la vecchia politica. L’unico collante di un eventuale governo Pd-Cinquestelle, che sarebbe irrispettoso di tutte le ultime elezioni fatte in Italia, sarebbe il contro”.

Salvini ha precisato poi che l”a voglia di chiarezza ad agosto non era un mio capriccio” e he ora “l’Italia non può permettersi di perdere tempo, non può avere un governo che litiga, con posizioni distanti“. “Per questo – ha sottolineato – abbiamo ribadito che i troppi no hanno portato allo stop di questa esperienza”. Il leader della Lega ha poi affermato che “il Presidente della Repubblica ha e avrà tutti gli elementi per scegliere al meglio nel nome del popolo italiano”.

“L’unica cosa che sarebbe irrispettosa è veder rientrare dalla finestra quei Renzi, quelle Boschi, quei Casini, quelle Boldrini a far parte di un governo che gli italiani hanno ripetutamente cacciato dalla porta principale” ha spiegato il segretario della Lega.

Quanto all’ipotesi di abolire totalmente i due decreti sicurezza – una delle tre condizioni ‘non negoziabili’ della trattativa Pd-5 Stelle che il segretario dem Nicola Zingaretti avrebbe posto durante il colloquio al Colle, Salvini ha commentato: “Ho letto che qualcuno vorrebbe cancellare i decreti sicurezza, magari riaprire i porti. Non ci sto. Ho letto che qualcuno vuole tornare indietro su ‘quota 100’: no”.

“Qualcuno pensa davvero di fare un governo Pd-Cinquestelle per cancellare ‘quota 100’, i decreti sicurezza, fare una riforma del sistema bancario a quattro mani con la Boschi, parlare della riforma del diritto di famiglia magari facendo un Consiglio dei ministri a Bibbiano? – ha poi aggiunto -. Cancellare dall’agenda politica il taglio dei parlamentari che noi abbiamo votato non per una, ma per due, tre volte e che saremmo disponibili a votare per la quarta e ultima volta?”.

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