Un lungo viaggio di due giorni, con partenza dalla Turchia.
Sono così giunti affamati, stremati e con gli abiti lisi e bagnati i 23 curdo-iraniani e curdo-iracheni, tutti maschi adulti, rintracciati ieri nella zona di Punta Meliso, capo di Leuca.
Ad accoglierli e prestare loro la prima assistenza i volontari della Croce Rossa, in ossequio ai principi fondamentali – prima di tutto l’umanità – che regolano la vita dell’organizzazione. Ad attivarla la Guardia di Finanza, impegnata nella sorveglianza delle frontiere marittime, ai fini del contrasto all’immigrazione irregolare e ad altri traffici illeciti. Con i finanzieri anche gli agenti del commissariato di Taurisano.
Il dispositivo è scattato nel pomeriggio di ieri. I migranti sono giunti a riva su un motoscafo, che li ha lasciati sul costone. Tutto sommato, come si è constatato ad una prima valutazione, erano in buone condizioni di salute, nonostante fossero a digiuno da giorni e prossimi all’ipotermia. Le temperature si sono abbassate, infatti. E i viaggi per mare in condizioni precarie rappresentano, in ogni caso, un grosso rischio.
I volontari li hanno prontamente accolti con coperte termiche e con altri mezzi di prima assistenza. Hanno dichiarato di aver pagato per il viaggio dai 5mila ai 7mila euro a persona e che il natante era condotto da uno scafista di presunta nazionalità greca che, dopo averli fatti scendere si è allontanato immediatamente con la stessa imbarcazione. L’ultima tappa, prima di giungere in Salento, sarebbe stata Kyrkyra, in Grecia. I migranti sono stati condotti al centro don Tonino Bello di Otranto per le consuete procedure di identificazione e hanno manifestato la volontà di richiedere la protezione internazionale.
E’ proprio di queste ore una notizia che mette in evidenza come il popolo curdo – che ha contribuito attivamente alla sconfitta dell’Isis – subisca una nuova minaccia. Secondo quanto si apprende dalle agenzie, infatti, il premier turco Erdogan si starebbe preparando a invadere il nord della Siria, con il benestare di Trump che starebbe ritirando le truppe.
Una mossa che suona, per le forze curdo-siriane, come una vera e propria pugnalata alle spalle da parte degli Stati Uniti. E che spalanca le porte a una grave destabilizzazione dell’area. Con il rischio concreto che questo possa generare nuove ondate di sfollati.