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Cronache della ricerca

Morti in eccesso, ma non solo di Covid-19

Che in Gran Bretagna si muoia di più anche di malattie diverse dal Covid non è una buona notizia. È il segno che il sistema sanitario, in particolare l’emergenza e urgenza, sta crollando. E in Italia? Probabilmente sta accadendo la stessa cosa, ma in assenza di dati epidemiologici rapidi che permettono di sorvegliare e documentare il fenomeno. Questa storia, che ci racconta l’epidemiologo Eugenio Paci, ci fa capire quanto sia importante oggi un sistema di sorveglianza e informativo rapido che in Italia ancora manca.

Tempi bui per la salute sessuale. Pochi mesi fa la Corte Suprema degli Stati Uniti ha revocato il diritto costituzionale all’aborto. Con effetti devastanti soprattutto sulla popolazione più giovane. Negli Stati Uniti, infatti, le adolescenti rappresentano una piccola parte di coloro che ricorrono all’interruzione di gravidanza, ma si affidano a questa scelta più di qualsiasi altro gruppo: circa il 50% delle gravidanze nelle persone di età inferiore ai 15 anni e il 25% delle gravidanze nelle persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni si conclude con un aborto, rispetto a solo il 12-13% tra le persone di età compresa tra i 20 e i 40 anni. In Italia il fenomeno è ancora più estremo. I dati ci dicono che le italiane al di sotto dei 15 anni risolvono la gravidanza con un aborto nel 93,8% dei casi, contro il 50% delle americane. Solo nel gruppo tra i 20 e i 39 anni il dato si allinea infine con quello Usa, diventando praticamente identico: 11,8% delle italiane e 12% delle americane. Spesso per arrivare a un rapporto sessuale in sicurezza si devono affrontare ancora oggi barriere fisiche, legali, emotive e finanziarie che rendono difficile accedere in modo riservato alla contraccezione. Ce ne parlano Eva Benelli, Rita Campi e Maurizio Bonati.

Come si misura l’eccellenza delle università in Italia? Ogni cinque anni il MUR premia con finanziamenti extra 180 dipartimenti universitari il cui lavoro di ricerca viene valutato “eccellente”: da 1 a 1,6 milioni di euro all’anno per cinque anni. Nella tornata 2023-2027 è in testa l’Università degli Studi di Milano, con ben 13 dipartimenti giudicati eccellenti. Dalla tabella si può vedere che le prime dieci posizioni sono sempre occupate dagli stessi atenei, che in genere sono i più grandi. Fanno eccezione l’ Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’ Università di Trento, relativamente piccoli per numero di personale docente, con ben otto e sette dipartimenti: in pratica metà dei loro dipartimenti sono eccellenti. Da segnalare anche l’Università di Pisa, che balza da due a sette, e la Università degli Studi di Napoli Federico II, da cinque a dodici dipartimenti, che primeggia nel Sud Italia.
L’obiettivo è incentivare, tramite la concorrenza, un costante miglioramento della produzione di ricerca di alta qualità tramite progetti ad alto impatto. Il sistema di valutazione mostra però alcune criticità, che potrebbero inficiare il meccanismo virtuoso immaginato dal legislatore. Ma soprattutto i finanziamenti premiali devono affiancare adeguati finanziamenti ordinari che, come indicato dal piano Amaldi, devono crescere molto nei prossimi anni se si vuole consentire alla ricerca italiana di competere in ambito internazionale. Ce ne parla Sergio Cima.

Ancora agricoltura biodinamica in una università… questa volta è oggetto di un convegno all’università Roma tre. Una nota della Commissione dei Lincei chiarisce doverosamente l’anti-scientificità dell’iniziativa, che coinvolge nuovamente un ateneo. Ecco il comunicato dei Lincei: «Apprendiamo con sconcerto di un prossimo convegno dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica “Strategie contadine per la Bioagricoltura” che coinvolge numerose istituzioni pubbliche. La commissione ricerca dell’Accademia Nazionale dei Lincei, come ha chiarito in numerose occasioni ufficiali ritiene che vadano fortemente incoraggiate e sostenute ricerca, sperimentazione e produzione dell’agricoltura biologica, ma non dell’agricoltura biodinamica, che fa uso di pratiche basate su credenze esoterico/astrologiche, che non hanno base scientifica o empiricamente dimostrabile. Sono pratiche che rischiano di screditare le eccellenze alimentari italiane. La commissione ritiene che non si debba in alcun modo favorire la diffusione e il sostegno di pratiche ascientifiche, peraltro promosse da una società privata proprietaria del marchio registrato “®biodinamico”.

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