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Critiche al “Modello Gallipoli”: “Attività in calo del 30%. Serve sicurezza e decoro”

Critiche al “Modello Gallipoli”: “Attività in calo del 30%. Serve sicurezza e decoro”

L’associazione Commercianti e Imprenditori della Città bella boccia il “modello Gallipoli”: il presidente, Matteo Spada, traendo spunto dai dati diffusi dalla sezione turismo di Confindustria che ha parlato di un calo del 10% rispetto alla stagione scorsa, evidenzia che il dato in possesso dell’associazione sia ancora più negativo.

“Abbiamo registrato – spiega – un calo del 15%/ 20% e in alcuni casi picchi del 30%. Sono numeri troppo importanti per non essere degni di un’attenta analisi”.

“È opinione diffusa – prosegue -, tra tutti gli associati, aver affrontato questa stagione estiva con impreparazione rispetto allo scorso anno, quando c’è stato il delicato passaggio tra il commissariamento e l’attuale amministrazione comunale. Questo calo, a nostro avviso, è il sintomo di un ‘modello Gallipoli’ che si è affermato senza dare i frutti sperati e che quindi andrebbe rivisto fin da subito, in previsione dell’estate 2018”. 

Spada sottolinea come in alcuni casi questo “modello Gallipoli” si sia rilevato solo “un danno d’immagine per molti” a favore di pochi: “L’equilibrio economico di Gallipoli (se mai ne avessimo raggiunto uno) – precisa – è a rischio. Ciò che è da scongiurare fin da subito è l’innesco di una spirale negativa che potrebbe mettere in evidenza il lassismo di dovrebbe scongiurare o almeno arginare il verificarsi delle problematiche sempre ricorrenti e scoraggiare gli investimenti, gli imprenditori e le imprese per una generale incertezza del futuro”.

“Le principali criticità (e il conseguente danno d’immagine) – continua – hanno riguardato l’area della litoranea. Riteniamo che proprio lì sia necessario intervenire in maniera forte dal punto di vista della sicurezza e del decoro. E non come il primo atto di questa amministrazione che ha ampliato l’orario per la filodiffusione di due ore rispetto alle precedenti norme (Noi dinanzi a questa decisione facemmo ricorso al TAR)”. 

“Ci chiediamo – asserisce – come mai a Gallipoli, mèta regina dell’estate, non si trovino le risorse economiche necessarie per finanziare eventi e manifestazioni pubbliche anche appartenenti alla sfera delle tradizioni locali. Perché Gallipoli, comune capofila dell’industria turistica del Salento, non può permettersi di ospitare tali eventi a differenza di altri centri anche più piccoli? Se ci sono le risorse finanziarie – conclude – perché non vengono utilizzate?”

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