CONSORZIO DI BONIFICA UGENTO E LI FOGGI, BEFFA IN AGGUATO.
L’Assessore all’Ambiente denuncia km e km di fatiscenti canali in cemento abbandonati da anni e che potrebbero rimanere lì in seguito a una eventuale chiusura dell’ente.
“Potrebbe essere la beffa che segue il danno” – denuncia l’Assessore Andrea Guido – “Si tratta di km e km di strutture fatiscenti in cemento armato che un tempo sarebbero dovute servire a distribuire l’acqua per l’irrigazione nelle aree interessate dal Consorzio di Bonifica Ugento li Foggi e che oggi risultano abbandonate da chissà quanti decenni. Una sorta di acquedotto in perfetto stile romano, con la differenza che qui il valore storico ed artistico e quello legato all’utilità non esistono. Canali sopraelevati a vista, diroccati e completamente arrugginiti nella loro armatura in ferro. Un bel colpo d’occhio paesaggistico, un bel ricordino del governo regionale difeso fino alla fine dalla reverente sinistra cittadina. Un ricordino che porta con se degrado ambientale, squallido impatto paesaggistico, inquinamento e menefreghismo estremo, pericolo per uomini e animali e, al contempo, un ricordino che sa tanto di grande beffa”.
La storia dei rapporti tra l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Lecce e il Consorzio di Bonifica Ugento li Foggi, istituzione regionale di autogoverno preposta alla manutenzione delle opere di bonifica, è stata segnata, negli ultimi 4 anni, da attacchi e denunce da parte dell’Assessore Guido nei confronti dell’operato dell’ente o, più precisamente, nei confronti delle sue mancanze.
Ogni anno, infatti, sono volate parole dure da parte dell’amministratore leccese affinché venissero assolti gli obblighi annuali del consorzio e svolti gli interventi dovuti di manutenzione dei canali di bonifica, di dragaggio e disostruzione delle foci al fine di scongiurare il rischio di ristagnamento delle acque e le gravi conseguenze di carattere idrogeologico. “I depositi fangosi lasciati dalle acque canalizzate ogni volta rischiano di modificare il regime di movimento delle stesse – ha sempre sostenuto Guido che ogni anno ha dovuto sudare sette camicie per richiamare l’organo ai suoi doveri – e danno vita ad un’infestazione di erbe spontanee che crescono lungo i corsi e sui letti stessi e al proliferarsi di insetti dannosi come le zanzare che si moltiplicano in tutte le aree vicine. Oggi, poi, dopo la notifica delle richieste di pagamento e le successive ingiunzioni per servizi inesistenti da parte della Regione Puglia a danno di tutti quei leccesi che posseggono terreni agricoli o residenze estive nelle aree del Consorzio di Bonifica per diverse centinaia di euro; dopo il totale fallimento degli scopi e delle finalità dell’ente e dopo lo smantellamento della sede leccese, il rischio – sostiene l’assessore – è che la Regione Puglia, con il pieno sostegno della solita miope, demagoga e ossequiosa sinistra cittadina, si disfi di questo vecchio carrozzone che finora ha potuto solo danneggiare territorio e cittadini e ci lasci come ricordo e beffa estrema questa grande rete fatiscente, squallida e pericolosa a guisa di piccolo ecomostro e come monito per il futuro. Ma noi di moniti e avvertimenti non ne abbiamo bisogno – conclude l’Assessore Andrea Guido – e già da domani i tecnici dell’Uffici Ambiente avvieranno le procedure per conoscere se tra le componenti dell’immenso rudere sia compreso o meno amianto spolverante in modo da poter chiedere un legittimo ed urgente intervento dell’ARPA e degli altri organi preposti al controllo e alla difesa del territorio”.
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