martedì, Aprile 23, 2024
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Collaudatori pista Porsche protestano, ma l’azienda tace. Giovedì incontro in Regione

Collaudatori pista Porsche protestano, ma l’azienda tace. Giovedì incontro in Regione

Una nuova protesta è andata in scena questa mattina davanti ai cancelli della pista Porsche di Nardò: i collaudatori, insieme ai consiglieri regionali Casili e Trevisi, e ai rappresentanti del sindacato Cobas, hanno voluto ribadire la situazione precaria a cui sono sottoposti da anni, senza un giusto contratto.

Peraltro, gli operai denunciano di aver formato dei giovani, subentrati al loro posto, senza alcuna esperienza, evidenziando come le assunzioni siano avvenute in maniera poco trasparente.

Da tempo, i collaudatori sono in presidio permanente in attesa che l’Azienda ascolti le loro richieste: giovedì ci sarà un incontro in Regione, con la speranza che possa risolvere lo stallo momentaneo.

 “Seguo da tempo questa vertenza e nei giorni scorsi mi sono recato personalmente al presidio permanente che i lavoratori hanno organizzato – spiega Casili – ho incontrato i responsabili del personale dell’azienda, la dottoressa Mutasci, a capo del personale, chiedendo maggiore attenzione per le circa quindici famiglie che vivono da troppo tempo uno stato di precarietà inaccettabile. Tuttavia non si è ancora arrivati a una soluzione del problema, i vari incontri che ci sono stati tra sindacati e Ntc-Porsche sono sempre stati deludenti”.

“Non si può – aggiunge – tergiversare ulteriormente. Questi lavoratori hanno dato tanto all’azienda, in termini di dedizione e professionalità, hanno compromesso anche la propria salute con turni estenuanti. Adesso meritano rispetto e la giusta considerazione, anche perché Porsche ha ricevuto tanto da questa terra: la pista fu costruita sopra un’area di grande pregio paesaggistico e negli anni ha usufruito di ingenti finanziamenti pubblici regionali, pari a 10 milioni di euro”.

“È inspiegabile – conclude – come la Porsche Engineering continui a non recepire i punti fondamentali della contrattazione che caratterizza il gruppo aziendale in altri territori, dove applicano un’adeguata tutela dei lavoratori. Infatti le aziende del gruppo, come Lamborghini e Ducati, sono state esempio di sottoscrizione di contratti all’avanguardia. A Nardò invece non è così, qui regna ancora la precarietà. Una condizione di discriminazione geografica inaccettabile che deve terminare”.

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