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CESARE DELL’ANNA E TALLA A CORIGLIANO D’OTRANTO PER LA RASSEGNA VOCI DAL MONDO

Nella Sala Cavallerizza del Castello Volante di Corigliano d’Otranto, in provincia di Lecce, prosegue la rassegna Voci dal Mondo a cura di Xenia performing arts. Domenica 17 giugno (ore 21 – ingresso 5 euro con degustazione), dopo l’esordio con Malagasy Connection, secondo appuntamento con Cesare Dell’Anna e Talla con un live che parte dal Salento e dal Senegal per incontrare la world music, le melodie balcaniche e quelle del progressive jazz. Il trombettista salentino e il cantante senegalese saranno accompagnati da Mauro Tre (piano, farfisa, synth) e Gino Semeraro (chitarra elettrica). Un progetto che nasce dalla cultura dell’accoglienza e dell’incontro, dall’interrelazione con i migranti che hanno avuto la fortuna di trovare sulle spiagge del Salento la risposta ai loro sogni, la valorizzazione delle loro capacità artistiche e culturali e la possibilità di esprimersi liberamente nella terra che li ospita. Il quartetto condurrà il pubblico dagli spazi infiniti del deserto fino alle pianure del Salento, dalle atmosfere metropolitane alle magie musicali che abbracciano le terre che si affacciano sul Mediterraneo creando nuove commistioni e sonorità. La rassegna – finanziata dal “Programma straordinario annuale in materia di spettacolo” della Regione Puglia – proseguirà mercoledì 20 giugno (ore 20 – ingresso libero) al Fondo Verri di Lecce con la presentazione e proiezione del documentario “Il venditore di libri” del videomaker salentino Dario Brandi. Senegal, Francia, Milano e infine Lecce: attraverso questo lungo viaggio, Papa Ngay Faye da tutti conosciuto come Amadou, riscopre gli insegnamenti del padre. Arrivato nel Salento trova l’amore e una nuova famiglia e da semplice venditore di libri si trasforma in scrittore ed editore.

Voci dal mondo si concluderà nella residenza moresca del Minareto di Fasano, in provincia di Brindisi. Venerdì 29 giugno (ore 21 – ingresso 5 euro) spazio alla presentazione di Via – Immagini sonore di un Viandante, primo lavoro solista del musicista pugliese Giovannangelo De Gennaro (voce, viella, cornamusa, ciaramella, flauto traversiere e organistrum) distribuito dalla Radici Music Records di Firenze. “Un disco nudo che racconta quello che sono, corpo e anima in un vestito che muta nel tempo”, scrive De Gennaro, “l’essenza di una vita presente che vuole dissetarsi per non seccare e morire per sempre. Un viaggio musicale pieno d’incontri, conoscenza, silenzi e dialogo”. Musica medievale, etnica, sperimentale e contemporanea sono gli elementi di questo album, le cui composizioni melodiche sono sovraincise con copie di strumenti medievali, polifonie e voci in dialogo tra assonanze e dissonanze, monodie suonate ripetutamente dagli stessi strumenti. Sonorità che rievocano ricordi e immagini dei “cammini” dell’autore, che ha scelto il muoversi a piedi come stile di vita, pratica che ha adottato negli ultimi diciotto anni e che lo pone in contatto con la natura, con se stesso e con la sua musica.

Sabato 30 giugno (ore 21 – ingresso 12 euro) ultimo appuntamento di Voci dal mondo con il concerto di Emel Mathlouthi, cantante e compositrice tunisina che torna in Italia con il suo secondo album “Ensen”, uscito nel 2017 per Partisan Records. Nata e cresciuta a Tunisi, ben presto le sue canzoni vengono censurate in tutto il paese per effetto della dittatura culturale e politica. Così, nel 2007, Emel parte alla volta di Parigi dove esplode il suo talento compositivo. Nel 2008 canta Kelmti Horra (La mia parola è libera) durante la Rivolta dei Gelsomini, diventando un’icona della Primavera Araba, di cui Klemti horra diventa ben presto l’inno. Oggi Emel vive a New York, dove continua a far valere la sua voce in nome della verità. “Ensen” è un disco che attraversa i confini della musica, un universo sonoro che spazia dai ritmi e dagli strumenti tradizionali del Nord Africa alle sonorità elettroniche fino alle avanguardie d’impronta nordeuropea. Un album sui generis in cui l’artista rivisita e fa sua la ricca tradizione pop del Maghreb, cantando la maggior dei suoi brani rigorosamente in arabo e utilizzando la voce come strumento per entrare in connessione con il pubblico di tutto il mondo.

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