martedì, Aprile 23, 2024
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CARCERE, ANCHE A LECCE LA POLIZIA PENITENZIARIA PROTESTA CON L’ASTENSIONE DALLA MENSA DI SERVIZIO

ll personale di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Lecce si sta spontaneamente astenendo dalla Mensa Obbligatoria di Servizio (MOS)

Dall’altro ieri il personale del Reparto di Polizia penitenziaria presso la Casa
circondariale di Lecce si sta SPONTANEAMENTE astenendo dalla Mensa Obbligatoria di Servizio (MOS).
E’ la risposta, pacata e composta, ai fatti accaduti l’11 giugno scorso all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, con cui il personale vuole manifestare la propria solidarietà verso i colleghi dell’istituto campano ed il proprio sdegno rispetto alla mortificazione morale e professionale subita.
Quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere, infatti, è
INACCETTABILE: più di quaranta avvisi di garanzia notificati per strada ad altrettanti colleghi con modalità che offendono la dignità di chiunque, ed ancor di più per chi sa di essere l’ultimo e disperato avamposto dello Stato in quella “TERRA DI MEZZO” di cui tutti parlano ma nessuno conosce quanto noi sulla nostra pelle.
L’Uomo va rispettato. Sempre! E su questo nessuno può farci scuola.
Il personale di polizia penitenziaria ha affrontato l’angoscia di questa emergenza sanitaria con sacrificio, senso di responsabilità e dedizione, lontano – come sempre – dai bagliori mediatici; ha respinto il default della sicurezza nelle carceri appellandosi alle proprie forze, ben sapendo di poter contare solo su se stesso; si è speso con tutte le proprie energie per evitare che accadesse l’irrimediabile per la salute e la sicurezza della COMUNITA’
NAZIONALE, ma ancora assiste ad una campagna denigratoria che si consuma da troppo tempo ed ingenerosamente tra i vari salotti televisivi ed altre stanze del potere.
Sapevamo già che in pochi o addirittura nessuno ci avrebbe manifestato riconoscenza alla fine di tutto, perché da molto tempo imparato a non nutrirci di immagine e convenevoli ma non pensavamo di meritare quello che è accaduto.
Non è possibile che non vi fosse un modo di operare diverso da quella indicibile spettacolarizzazione; un’alternativa che rispettasse le persone e che tenesse conto del principio della presunta innocenza contenuto nell’art. 27 della Costituzione.
Quello che è stato fatto a Santa Maria Capua Vetere è uno sfregio alla dignità ed all’onore di OGNUNO DI NOI, in quanto Persone ed in quanto Uomini al servizio delle Istituzioni, e va ad aggiungersi a quei “TROFEI DI INFAMIA” che ci vengono troppo spesso “confezionati” e solo noi possiamo “vantare”.

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