venerdì, Aprile 19, 2024
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Blasi rinuncia alle primarie: “La mia iniziativa è stata banalizzata e osteggiata”

Blasi rinuncia alle primarie: “La mia iniziativa è stata banalizzata e osteggiata”

Non ci sarà alle primarie: Sergio Blasi rinuncia a correre per la carica di primo cittadino per il centrosinistra. Il consigliere regionale lo annuncia prima del voto del 4 dicembre “per non dare adito ad altre interpretazioni e insinuazioni. Quello sulla convenienza, o meno, di una mia candidatura a seconda del risultato referendario è un calcolo che non mi è mai interessato fare, perché sono convinto che Lecce meriti strategie e ragionamenti di ben altra caratura”.

Ma sono altre le valutazioni sullo scenario leccese: “C’è l’iniziativa opaca e sotterranea di una parte del centrosinistra, inclusi esponenti di peso del Pd, all’interno di un progetto trasversale presentato come civico: quello di Alessandro Delli Noci. Al movimento dell’assessore uscente prendono parte pezzi di destra storica leccese e pezzi di Forza Italia, ai quali, evidentemente, alcuni mondi legati al governo regionale intendono aggregarsi.

La debolezza politica del Pd a Lecce ha poi generato un’altra conseguenza: l’abbandono del partito da parte di cittadini attivi, i quali hanno dato vita a iniziative autonome. C’è l’iniziativa di Ernesto Mola (e altri), c’è quella dell’avvocato Fornari. Si tratta di fermenti che i vertici del Pd cittadino non hanno saputo, e voluto, far maturare all’interno del partito.

E poi c’è la mia iniziativa, che si è concretizzata sostanzialmente nella richiesta di elezioni primarie. Una richiesta finalizzata a ricondurre tutti nello stesso recinto, in modo da costruire un movimento sufficientemente ampio e vivace che potesse giocare la sua partita rivendicando discontinuità rispetto alle disastrose amministrazioni di centrodestra”.

Blasi rimprovera di essere stato osteggiato da subito: “Nel quadro frammentato che ho descritto, la mia iniziativa è stata accolta male. Alcuni hanno preferito parlare delle mie presunte ambizioni personali, altri hanno spostato l’attenzione sulla “guerra interna” al Pd salentino alla quale avrei contribuito per il solo fatto di aver chiesto le primarie (che, ricordiamolo, sono nello Statuto del Pd). E, addirittura, vissuta come un’invasione “territoriale” da chi concepisce Lecce come l’orticello di casa sua, considerando i 20 chilometri che separano questa città da Melpignano come una distanza siderale, in grado di annullare totalmente ogni mia capacità di fare il sindaco. Di fronte a queste condizioni ho deciso di fare un passo indietro. Ho proposto le primarie come argine alla frammentazione, mi sono messo a disposizione cercando nel voto alle primarie la mia legittimazione, mi sono preso gli insulti e le insinuazioni, da ultime quelle del segretario provinciale del mio partito, e alla fine ho capito che lo spazio politico per il progetto unitario che avevo in mente non c’è. Se una parte del Pd va con la destra di Delli Noci, l’altra è impegnata a cercare un nome qualsiasi grazie al quale cavarsi d’impiccio e altre ancora procedono divise anche fuori dal recinto dei partiti, la situazione mi pare abbastanza compromessa, almeno per il progetto e per il percorso che avevo in mente”.

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