venerdì, Aprile 19, 2024
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ANDREA GUIDO SULLA QUESTIONE REGIONALE DEL CICLO DEI RIFIUTI

ANDREA GUIDO SULLA QUESTIONE REGIONALE DEL CICLO DEI RIFIUTI

Andrea Guido interviene nel dibattito sulla questione regionale del ciclo dei rifiuti:

“Collegandomi all’intervento lucido e obiettivo del candidato sindaco Mauro Giliberti apparso su diverse testate in data odierna vorrei aggiungere alcune considerazioni che a parer mio sono fondamentali per comprendere bene la difficile situazione che oggi i comuni stanno vivendo a causa della mancata programmazione in termini infrastrutturali della Regione Puglia e che sarebbe stata necessaria alla chiusura del ciclo dei rifiuti.

La Regione non avrebbe dovuto pretendere l’avvio della differenziata porta a porta nei comuni senza aver prima individuato formalmente gli impianti di smaltimento delle frazioni e previsto un accordo base sul loro utilizzo.

Appena 2 anni fa l’ente, con l’emanazione del Piano Regionale dei Rifiuti, ha imposto a tutti i comuni pugliesi l’avvio del sistema di raccolta porta a porta degli RSU. E sta utilizzando oggi l’Eco Tassa come una vera e propria multa per tutte quelle amministrazioni che non raggiungono almeno il 65% di raccolta differenziata. Ma il governo ragionale e il suo commissario straordinario che all’epoca era Nichi Vendola, lo sapevano bene che sul territorio pugliese esistevano ed esistono tuttora solo 5 impianti autorizzati al trattamento dell’umido. Ma, soprattutto, conoscevano anche meglio la capienza di ogni singola struttura. È la Regione, infatti, che sovrintende al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) la quale impone determinati limiti all’utilizzo delle stesse piattaforme.

Quindi, fa male dirlo, non v’è via d’uscita. L’ente regionale impone il raggiungimento di determinati standard e risultati. Ma di fatto priva le amministrazioni comunali della possibilità tecnica di raggiungerli. Non ci ha pensato. O non lo ha voluto fare. Non ha fatto la semplice addizione di tutte le tonnellate di umido prodotte giornalmente da tutti i comuni e non l’ha mai confrontata con la capienza reale degli impianti che essa stessa predispone e autorizza. Quindi? Possiamo stare a parlarne quanto volete. Ma se gli amici del centro sinistra barese non si danno una mossa e non si rimboccano le maniche per chiudere il ciclo regionale dei rifiuti, calmierando al contempo le tariffe per il conferimento presso le diverse strutture, non cambierà nulla e si andrà verso il tracollo del sistema. Anche se i cittadini leccesi fossero oltremodo virtuosi (come lo è una buona parte) la nostra percentuale, che oggi, in media, per colpa dei sopravvenuti problemi con il conferimento della FORSU è scesa al 38%, non potrebbe aumentare giammai. Tecnicamente non potrebbe raggiungere quel 65% necessario a dribblare nuovamente, come è avvenuto in passato, l’Eco Tassa regionale. Ovvero la multa che i signori di Bari pretendono che si paghi per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Non vi sembra paradossale?

Esiste una semplice regola che anche i bambini possono comprendere. Ma giudicare dalla preparazione dei nostri ragazzi nelle scuole leccesi, credetemi, mi sa che loro possono cogliere molto bene il senso di quello che sto per dire e capire quanto sia inattuabile la pretesa del governo barese. Secondo questa piccola regola per una buona raccolta differenziata, quella che permetterebbe il famoso zero a zero, occorre arrivare ad una percentuale di carta, plastica e vetro/alluminio del 12%. Quindi le 3 frazioni, insieme, devono raggiungere il 36% del totale degli RSU. Se a questo 36%, che è il risultato ottimale per ogni città, non possiamo aggiungere la quota parte della frazione organica, qualcuno mi sa dire come si fa ad arrivare al 65% di percentuale di rifiuti differenziati? È impossibile. Giusto? Oggi la nostra città conferisce le sue 52 tonnellate giornaliere di organico presso 5 impianti secondo queste proporzioni: 12 tn presso Cave Marra di Galatone, 20 tn presso Tersan Puglia di Modugno, 5 tn presso Aseco di Ginosa e 15 tn presso Ionica Servizi di Noci. Immaginate che bell’impresa suddividere la frazione e avviarla presso 5 impianti diversi. Ora, basta che uno di essi chiuda temporaneamente per uno dei frequenti interventi di manutenzione o per il raggiungimento della quantità settimanale in termini di capienza per paralizzare il sistema leccese di raccolta e conferimento. Di questo si tratta. Dell’impossibilità tecnica di conferire l’organico. Da cui deriva il mancato raggiungimento degli obiettivi in termini percentuale. Con il risultato di dover pagare una multa salata equivalente alla Eco Tassa regionale. Questa è la grande presa in giro nei nostri confronti da parte della Regione.

Tutto ciò rappresenta una grande beffa per i tutti noi e impedisce, di fatto, ai comuni e ai cittadini di poter godere dei benefici, anche economici, che una buona raccolta differenziata porterebbe nel medio e lungo termine”.

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