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Abbazia di Santa Maria di Cerrate

Al via i lavori per il restauro e valorizzazione dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate

OGGI LA CERIMONIA DI APERTURA CON IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA GABELLONE E IL VICEPRESIDENTE FAI MAGNIFICO

A meno di due anni dall’affido in concessione dalla Provincia di Lecce al FAI – Fondo Ambiente Italiano dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, si aprono i cantieri inerenti i lavori di restauro e valorizzazione del complesso monumentale.

La cerimonia si è svolta sul posto questa mattina, alla presenza del presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone e del vicepresidente esecutivo del FAI Marco Magnifico.

Sono intervenuti, inoltre, la vicepresidente della Provincia di Lecce con delega alla Cultura Simona Manca, l’assessore provinciale al Patrimonio Pasquale Gaetani, il vicesindaco di Lecce Carmen Tessitore, il segretario generale della Provincia Giacomo Mazzeo, il capo di gabinetto Antonio Del Vino, il dirigente del Servizio Edilizia e Patrimonio della Provincia di Lecce Rocco Merico, il dirigente del Servizio Politiche culturali e sistemi museali Massimo Evangelista, il sindaco di Squinzano Mino Miccoli.

Presenti , inoltre, la progettista Daniela Esposito, con il direttore dei lavori Giuseppe Giannini, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento Paul Arthur, i responsabili dell’impresa che opererà l’intervento e numerosi rappresentanti Fai della delegazione leccese, tra cui il capo delegazione Rossella Galante Arditi di Castelvetere e l’ex capo delegazione, l’avvocato Giorgio Aguglia, a cui è stato affidato il compito di svelare il cartello dei lavori posto all’ingresso del bene.

Nel 2012, scegliendo di percorrere la strada inedita della collaborazione tra pubblico e privato, la Provincia di Lecce ha affidato, tramite bando di gara, la gestione trentennale dell’Abbazia di Cerrate proprio al FAI, con l’obiettivo di valorizzarne le valenze storiche e artistiche e promuoverne la conoscenza a livello nazionale e internazionale, contribuire all’arricchimento dell’offerta culturale-turistica del territorio salentino e allo sviluppo culturale e economico locale.

A seguito di un bando pubblico, la Provincia di Lecce ha affidato i lavori all’impresa SO.GE.AP di Giovinazzo (BA) e lo scorso 30 giugno, insieme al FAI, ha ufficialmente consegnato le chiavi dell’Abbazia all’impresa.

La Provincia di Lecce e il FAI raggiungono così un altro ambizioso obiettivo nel campo della valorizzazione e del rilancio dei beni culturali. I lavori di questo intervento sono stati finanziati con 2 milioni e mezzo di euro che l’Ente di Palazzo dei Celestini è riuscito ad intercettare grazie all’inserimento dell’opera nel Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” (POIn). Ora il FAI, dopo aver già coperto le spese di progettazione per il restauro e la valorizzazione di tutto il complesso, sosterrà, grazie anche al fondamentale appoggio di sponsor privati, le spese dell’ufficio di Direzione lavori, nonché quelle per la progettazione e la realizzazione degli allestimenti e dell’illuminazione.

Il cantiere avrà la durata di un anno esatto e i lavori termineranno il 30 giugno 2015. Una prima inaugurazione è fissata per l’autunno 2015, una volta allestite la Casa monastica e la Casa del massaro.

Durante i lavori di restauro, l’Abbazia non verrà chiusa al pubblico ma, compatibilmente con la sicurezza, si garantirà la visita alla Chiesa di Santa Maria e ai frantoi ipogei e si organizzeranno visite in cantiere per assistere ai lavori. Per luglio ed agosto le visite saranno possibili nelle giornate di sabato e domenica.

Alcuni elementi del progetto di restauro del primo lotto:

–         la Casa monastica diverrà uno spazio di accoglienza per i visitatori. Al piano terra si troveranno la biglietteria, il bookshop, una mostra permanente sui restauri e una zona dedicata a self-cafè. Al primo piano saranno invece allestiti spazi polifunzionali per i visitatori, gli eventi e la didattica e una mostra dedicata alla storia dell’Abbazia. Al piano terra verrà creato un vespaio areato, per eliminare l’umidità di risalita che sta degradando la base delle murature dell’edificio, mentre parte dei tetti, oggi collassati, verranno sostituiti da nuove coperture. Al piano primo verrà riprogettato il volume centrale vetrato: il nuovo spazio sarà chiuso sul fronte esterno dell’Abbazia, per ripristinare il carattere “fortificato” del complesso, e avrà la connotazione di una loggia sul cortile interno.

–         gli spazi della Casa del massaro, adibiti attualmente a Museo delle arti e delle tradizioni popolari, manterranno la destinazione didattico-espositiva per quanto riguarda il piano terra e il piano interrato con il frantoio ipogeo, mentre al primo piano sarà realizzata una zona destinata a foresteria. La copertura di questo edificio, abbassata durante i restauri degli anni Settanta del secolo scorso, verrà riportata all’altezza originaria ottocentesca.I principali interventi di restauro architettonico riguarderanno il consolidamento strutturale e il restauro lapideo dei fronti esterni e degli ambienti interni di tutti gli edifici.

Entrambi gli edifici saranno dotati di nuovi impianti elettrici, meccanici, di sicurezza e, solo dove necessario e compatibilmente con la conservazione e con le valenze architettoniche del bene, di climatizzazione. È stata inoltre data la massima priorità a soluzioni impiantistiche che minimizzino i consumi in fase di gestione e all’utilizzo di prodotti eco-compatibili e al risparmio energetico.

Di questo intervento, inoltre, fanno parte la creazione di un’area di parcheggio, mitigata nel verde, per evitare lo stazionamento delle automobili davanti all’Abbazia, una prima sistemazione dell’aia e il consolidamento e la messa in sicurezza della murature del recinto abbaziale.

L’intervento di restauro si baserà sulle teorie di conservazione che il FAI condivide con le Soprintendenze e la Provincia di Lecce: minimo intervento, adozione di materiali compatibili con il carattere storico dei luoghi, scelte architettoniche consone al contesto, massima leggibilità delle stratificazioni storiche, rifunzionalizzazione degli ambienti in sintonia con le vocazioni del complesso, monitoraggio dei processi degenerativi dei materiali originari.

Il progetto esecutivo è stato predisposto dai tecnici incaricati dal Fondo Ambiente Italiano, che ha collaborato con il Cnr, La Sapienza di Roma e il Cetma di Brindisi.

Per continuità con la progettazione, affidata alla professoressa Daniela Esposito, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio per lo studio e il restauro dei monumenti della Sapienza-Università di Roma e coordinatore scientifico del progetto di restauro di Cerrate, la direzione lavori è stata affidata all’architetto Giuseppe Giannini, di scuola romana. La professoressa Esposito e l’architetto Giannini sono a capo di un team di professionisti locali e di consolidati consulenti FAI (l’architetto Enrico Di Rocco per Studio DDM, l’ingegnere Franco Iacobelli per la società di ingegneria Tecne, l’architetto Barbara Baestreri, l’architetto Anna Comi, Per. Ind. Flavio Ranica, Per. Ind. Vincenzo Radaelli, ingegnere Vincenzo Venturini), che seguiranno costantemente i lavori, insieme alla Provincia e alle Soprintendenze competenti, con le quali il confronto è stato costante e proficuo fin dalle prime fasi progettuali. La sorveglianza archeologica è invece affidata al professor Paul Arthur, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento.

Immersa nel verde del paesaggio salentino, tra Squinzano e Casalabate, chiusa nell’oblio per anni, l’Abbazia di Cerrate è un monumento dalla storia millenaria che la Provincia di Lecce ha sempre ritenuto parte fondamentale delle radici e dell’identità storica del Salento.

In questi due anni di gestione, il FAI ha restituito nuova vita al complesso monumentale, inserendolo in un circuito internazionale di visitatori provenienti da tutto il mondo. Dalla consegna del Bene al FAI, avvenuta il 28 settembre 2012, ad oggi hanno visitato l’Abbazia di Cerrate oltre 20.000 persone.

Di particolare importanza anche l’intervento di Prada che, in occasione dell’apertura del negozio di Bari, si è impegnata per il restauro, concluso lo scorso aprile, del pozzo cinquecentesco costruito di fronte al porticato.

“Con Cerrate abbiamo raccolto dall’Amministrazione Pellegrino un’eredità complicata. Era un percorso in salita, ma poi abbiamo capito che c’erano delle soluzioni possibili e le abbiamo percorse. Inoltre, l’Abbazia è un bene che il presidente Ria volle recuperare alla proprietà dell’Ente. Dall’inizio del mandato il nostro obiettivo politico è stato valorizzare i gioielli della Provincia e oggi possiamo affermare che quell’obiettivo finalmente si concretizza”, dichiara il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone. “Il Salento ha tante risorse naturali da offrire ai turisti. Noi abbiamo voluto arricchire l’offerta con qualcosa in più, fornendo tra l’altro, piacevole coincidenza, un contributo alla candidatura di Lecce a Capitale europea della Cultura”.

“Cerrate non ha solo un valore inestimabile di per sé. Con la sua storia millenaria questo luogo rappresenta una parte fondamentale delle radici e dell’identità storica del Salento. Ecco perché ci siamo impegnati a lungo e con costanza per arrivare a farlo diventare un sito culturale vivo. Vogliamo farne un punto di passaggio obbligato per chi viene a visitare e conoscere la nostra terra”, prosegue. “La nostra sfida è riuscire a creare un sistema programmato di offerta in rete in grado di soddisfare ogni giorno, per 365 giorni all’anno, una domanda sempre più diversificata ed internazionale, che chiede più qualità nell’accessibilità e nella fruizione anche sul terreno dei contenuti, delle narrazioni, della scoperta del significato intrinseco dei nostri patrimoni materiali ed immateriali”.

“Questo investimento fatto con il Fai è l’unico del genere nell’Italia meridionale. Per il Fai, l’Abbazia è uno strumento di marketing e a noi questo fa piacere. La sinergia tra istituzioni funziona quando le scelte sono condivise dal basso. Ora l’ultima scommessa che ci resta da vincere è terminare i lavori entro giugno 2015”, conclude Gabellone.

Sulla stessa lunghezza d’onda la vice presidente con delega alla Cultura Simona Manca: “Il restauro di Cerrate si aggiunge all’altro prestigioso intervento appena avviato dalla Provincia di Lecce e che sarà portato a termine entro un anno: il restauro definitivo dell’ex Convitto Palmieri a Lecce, finanziato con il Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” (POIn),con ben 8 milioni di euro. L’investimento che la Provincia di Lecce sta facendo sul suo patrimonio culturale rappresenta anche un modo per uscire dalla logica del turismo “mordi e fuggi” ed entrare in quella logica del turismo esperenziale, formativo, che lascia al fruitore una consapevolezza maggiore e una conoscenza delle identità locali. Tutti elementi che in altri contesti nazionali hanno generato casi di successo e distretti turistico-culturali di assoluta eccellenza. Infine, voglio evidenziare che l’accordo tra Provincia e Fai è un esempio unico di collaborazione pubblico-privato, tanto da diventare un modello da replicare in altre realtà nazionali”.

“Una volta di più il FAI sottolinea come questa nostra prima avventura pugliese sia caratterizzata da un rapporto concreto, fattivo e amichevole con gli enti locali e in particolare con la Provincia di Lecce”, dichiara il vicepresidente esecutivo del FAI Marco Magnifico, “che ha avuto fiducia nell’affidare al FAI l’Abbazia di Cerrate, con la Regione Puglia che tanto ha fatto per favorire il primo finanziamento che oggi comincia a essere utilizzato e con le Soprintendenze territoriali del MIBACT con le quali il progetto è stato appassionatamente discusso e messo a punto. In quarant’anni nessun’altra iniziativa di restauro e valorizzazione si era avvalsa di una tale armonica concretezza ed efficienza. Il FAI nel frattempo continua la ricerca di fondi per terminare il restauro del complesso abbaziale ed è in particolar modo grato a Prada e alla Banca Popolare Pugliese per aver contribuito al restauro del pozzo barocco e ai Friends of FAI che operano negli Stati Uniti per il loro generoso sostegno dato nel 2013.”

“Non potevamo trovare un monumento che raccontasse una storia così lunga, così bella, così importante come Cerrate. La Provincia di Lecce non si disfa di un bene, ma collabora con noi per uno scopo sociale, quello di ricollegare la gente con la propria cultura e la propria storia. Abbiamo già ricevuto 895mila euro di donazioni, raccolte in tutto il mondo per Cerrate, luogo che entusiasma anche tanta gente lontana”.

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