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VARIANTE DELLA SS 16

VARIANTE DELLA SS 16 NEL TRATTO BARI-MOLA.SVILUPPI

“Il MIT a seguito di mia richiesta formale del 18 luglio u.s. ha convocato una riunione tecnica presso il Ministero per il 25 settembre “volto a definire e, per quanto possibile, a superare le problematiche relative all’intervento”.

Intanto valgano alcune opportune considerazioni.

“Con riferimento alla realizzazione della  variante alla SS 16 del tratto compreso tra Bari e Mola di Bari, il Comune di Noicattaro fa ampio riferimento ai temi di carattere ambientale e paesaggistico che la costruzione di tale arteria necessariamente pone.

“Sono richiamati gli elementi di tutela posti dal Piano paesaggistico regionale (PPTR) nonché le politiche regionali per la tutela e valorizzazione delle Lame Giotta e San Giorgio per la quale ultima è altresì prevista l’istituzione di un parco regionale. Si tratta di argomentazioni già presenti nelle valutazioni della Regione; d’altro canto siamo ben consapevoli che la realizzazione di opere strategiche, come appunto la variante alla SS16, comporta un necessario equilibrio fra esigenze diverse: in questo caso parliamo di aumentare la sicurezza dei cittadini, decongestionare il traffico ormai insostenibile e fluidificare il trasferimento di persone e merci, migliorare la loro qualità della vita. I dati estivi relativi agli incidenti stradali nella regione addebitano proprio alla SS 16 nell’area della città metropolitana di Bari i valori più alti. I grandi flussi di traffico legati soprattutto all’esodo per vacanze o al semplice raggiungimento giornaliero di località balneari sono causa di incidenti o comunque rappresentano situazioni di forte disagio, talvolta con interminabili ore di coda per residenti, lavoratori pendolari e turisti che intendono soggiornare sul nostro territorio.

“Dunque, affermato che l’opera è strategica e necessaria non solo per la Puglia, non v’è dubbio che le argomentazioni debbano investire le modalità di realizzazione, a cominciare dal suo tracciato; l’arteria attraversa oggi un’area fortemente antropizzata, con accessi diretti ad abitazioni o ad altre attività economiche e commerciali, che impongono forti riduzioni dei limiti di velocità. L’alternativa proposta dal Comune di Noicattaro, con l’adeguamento in sede comporterebbe disagi enormi sia per quanto attiene la delocalizzazione delle attività oggi esistenti ai margini della strada che l’esproprio/demolizione di numerosi edifici residenziali, andando ad incidere pesantemente sulla vita di molte persone; per non parlare dei contenziosi e dei forti disagi in fase di cantiere, allorquando la realizzazione dei lavori costringerebbe, per alcuni anni, alla deviazione del traffico lato monte o all’utilizzo di due sole corsie per entrambi i sensi di marcia (impensabile considerato che si tratta dell’unica arteria a scorrimento veloce in direzione nord-sud della Puglia e che ha pertanto enormi flussi di traffico!!!).

“L’alternativa a monte, in sede propria, non interferirebbe invece con il traffico attuale ma dovrebbe affrontare il tema del superamento delle lame; certamente le modalità costruttive attuali consentirebbero di utilizzare campate molto ampie, tali da non interferire con gli elementi di pregio ambientale e naturalistico che le lame preservano e da conservarne la loro fruibilità. L’alternativa a monte affiancherebbe inoltre per un lungo tratto il nuovo tracciato di RFI, costituendo un corridoio infrastrutturale unico, che ridurrebbe il consumo di suolo agricolo; a quest’ultimo proposito la Regione e i Comuni potrebbero scongiurare i rischi di ulteriore antropizzazione a ridosso della nuova arteria imponendo apposite fasce di rispetto da tutelare. Inoltre la realizzazione dell’arteria a monte potrebbe rappresentare per la fascia costiera una occasione di riqualificazione urbana e paesaggistica, depotenziando l’arteria attuale, che assumerebbe i connotati di strada locale, con gli accessi alle abitazioni e alle attività commerciali, con una percorrenza dedicata alla ciclabilità, ai mezzi pubblici, ed in alcuni tratti alla pedonabilità; si creerebbe una riqualificazione della fascia costiera con dei flussi ortogonali alla linea di costa piuttosto che la realizzazione di una barriera insormontabile come accadrebbe nel caso dell’adeguamento in sede.

“Su questi presupposti, considerato che, inconfutabilmente, i temi della tutela ambientale e paesaggistica costituiscono già patrimonio culturale e programmatico della Regione Puglia, è possibile condividere una soluzione evitando inutili contrasti che avrebbero il solo effetto di dilatare ulteriormente i tempi di progettazione e realizzazione dell’opera determinando le condizioni per la perdita dei finanziamenti. L’auspicio è che la convocazione per il 25 settembre presso il MIT costituisca l’occasione per condividere una soluzione adeguata per un’opera strategica attesa da ormai troppo tempo.”

Giovanni Giannini

Assessore alle infrastrutture

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