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VALERIA SOLARINO INAUGURA L’OTTAVA EDIZIONE DI OFFF A OTRANTO

VALERIA SOLARINO INAUGURA L’OTTAVA EDIZIONE DI OFFF A OTRANTO

Ha inizio oggi, giovedì 15 settembre l’ottava edizione di OFFF – OTRANTO FILM FUND FESTIVAL: cinema e territori, rassegna organizzata dal Comune di Otranto con la Fondazione Apulia Film Commission e l’Istituto di Culture Mediterranee. La rassegna – diretta da Luciano Schito – è dedicata alle produzioni realizzate con il sostegno di Film Fund e Film Commission. Il Festival è sostenuto dalla Regione Puglia Assessorato allo sviluppo Economico ed Internazionalizzazione, con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema del MIBACT e il patrocinio di UNISALENTO. L’ingresso alle proiezioni è libero.

“Fin dalla prima edizione Otranto Film Fund Festival ha rappresentato un felice esperimento di fusione tra la dimensione artistica e quella economica del cinema e dell’audiovisivo” – dichiara Loredana Capone, Assessore all’Industria Turistica e Cultura della Regione Puglia – “L’attenzione posta sul rapporto tra cinema e territorio non ha impedito alla rassegna di allargare lo sguardo agli altri territori che compongono la macro regione Adriatico-Ionica esaltando con ciò la vocazione storica di Otranto e della Puglia al dialogo con le regioni dell’altra sponda del canale. La Regione si aspetta molto dalla sottoscrizione del protocollo di Cooperazione che sarà siglato nel corso del festival tra le film commission e gli organismi pubblici che si occupano di sostegno all’industria del cinema nel contesto della macro regione e con un occhio ai Balcani.”

Il festival comincia alle ore 19.00 presso Largo di Porta Alfonsina con un talk show, in collaborazione con Apulia film Commission, con l’attrice Valeria Solarino intervistata dal giornalista Fabrizio Corallo. La serata è presentata da Moisè Curia, giovane stella del cinema italiano, interprete della fortunata serie di Rai Uno Braccialetti rossi, ma anche al fianco di Stefania Rocca nel film Abbraccialo per me.

La prima giornata è dedicata a “Il Mediterraneo”; alle ore 20.00 si inaugura la nuova sezione non competitiva del Festival “TRACCE DI CINEMA – Creatività di formati” che avrà come protagonista Alessandro Valenti, vincitore con Babbo Natale (prodotto da Saietta film in patnership con la Fondazione Emmanuel) del Premio MigrArti alla 73esima Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Alessandro Valenti presenterà al pubblico la sua “favola visionaria”, in anteprima a Otranto, accompagnato dai produttori e gli interpreti, mentre alle ore 20.30 segue la proiezione del film. Alle ore 21.00 si terrà un incontro sul tema dell’immigrazione.

L’Orchestra Sinfonica di Lecce e Salento, diretta da Eliseo Castrignanò aprirà la sua stagione artistica a Otranto sul palco di OFFF – OTRANTO FILM FUND FESTIVAL, alle ore 22.00, con il concerto Nino Rota, musica per il cinema, un omaggio a uno dei compositori più influenti della storia del cinema.

La giuria, presieduta da Stefania Rocca e composta da Alessandra Acciai, Angelos Frantzis, Luca Lionello, Giorgio Magliulo, Edoardo Winspeare, salirà sul palco alle ore 23.00; a seguire un omaggio al Presidente di giuria con le proiezioni speciali dei cortometraggi L’abbraccio e Osa. Alle ore 23.30 parte la sezione competitiva del Festival che quest’anno presenta otto lungometraggi in gara per l’assegnazione dell’ “Adriatic Ionian Movie”, “Premio della critica” e “Premio UNISALENTO”. Il primo film in concorso è Banat (Italia, 2015) di Adriano Valerio che racconta il percorso di due immigrati al contrario, verso la Romania e parla di una generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità. Prima della proiezione il produttore Mario Mazzarotto, introdotto dal critico Massimo Causo, incontra il pubblico.

Domingo Bombini con Shoes è il vincitore della prima edizione del contest “Un mare di corti”. Il regista è socio della cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” e il cortometraggio è parte del progetto pilota sulla Legalità della Regione Puglia denominato “L’edificio della memoria”. Il corto vincitore sarà premiato domenica 18 settembre durante la cerimonia conclusiva del Festival.

ITALIA – ROMANIA – BULGARIA – MACEDONIA

BANAT – IL VIAGGIO

2015 – colore – 84’

Regia: Adriano Valerio

Sceneggiatura: Adriano Valerio, Ezio Abbate

Fotografia: Jonathan Ricquebourg

Montaggio: Catalin Cristutiu

Scenografia: Adrian Cristea, Maria Teresa Padula

Musica: Assen Avramov

Costumi: Sabrina Beretta, Angela Tomasicchio

Interpreti: Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Piera Degli Esposti, Stefan Velniciuc, Ovanes Torosyan

Produttori: Mario Mazzarotto, Emanuele Nespeca

Produzione: Movimento Film con Rai Cinema

Co-produzione: Ivan Tonev (Ars Digital), Dimitar Nikolov (Kt Film and Media),  AdaSolomon (Parada Film)

SINOSSI

Ivo (Edoardo Gabbriellini) e Clara (Elena Radonicich) vivono a Bari. Ivo è agronomo, ed ha appena accettato un’offerta di lavoro in Romania. Clara esce da una difficile storia d’amore. S’incontrano per caso nell’appartamento dell’eccentrica Signora Nitti (Piera Degli Esposti): lui è affittuario uscente, lei la nuova inquilina. E si riconoscono all’istante, entrambi sospesi tra una vita che finisce e una nuova che comincia. Poi Ivo parte per la Romania, e Clara resta a Bari. Quando perde il suo lavoro in un cantiere navale, Clara decide di raggiungerlo. Insieme condividono lo spaesamento in una terra straniera e l’incertezza del futuro, così come la sensazione di un amore che sta nascendo. L’esilio dalla loro terra è l’unico modo per essere felici?

IL REGISTA

Adriano Valerio. Dopo una Laurea in Giurisprudenza all’Università di Milano si trasferisce a Parigi dove consegue un Bachelor of Fine Art all’École International de Creation et de Realisation (EICAR). Nel 2004 diventa assistente di Nenad Dizdarevic. Attualmente è responsabile del Fast Track Program dell’EICAR, e docente di Analisi del Film e Cinema Mondiale Contemporaneo. Dal 2011 è collaboratore dell’ALBA (Académie Libanaise des Beaux Arts, Beirut) e dell’IHB Artmedia (Casablanca) e consulente alla programmazione per l’Immaginario Festival (Perugia). Sceneggiatore e regista, i suoi cortometraggi sono stati selezionati e premiati nei più importanti Festival Europei (Torino Film Festival, Arcipelago Roma, Tous Courts Aix en Provence, Porto7, AFIA Arhus, Skopjie Film Festival, In the Palace Film Festival, Genova Film Festival) fino a ricevere la Menzione Speciale Miglior Cortometraggio 2013 al Festival di Cannes, il David di Donatello (2014) come miglior cortometraggio, Premio Speciale Nastri D’argento (2014). Selezionato dalla Berlinale Talent Campus (2012) e dalla Locarno Film Academy (2012). È fondatore della Camera Mundi (www.cameramundi.org), una NGO che organizza seminari di regia nei paesi in via di sviluppo. Banat [il viaggio] è il suo primo lungometraggio.

NOTA DI REGIA

Come ci sono finiti Ivo e Clara su una spiaggia deserta sul Mar Nero? Sembrano chiederselo mentre, stretti in un abbraccio, osservano il mare piatto. Vorrei che anche il pubblico si ponesse la stessa domanda. Che si interrogasse sul motivo che ha spinto due trentenni italiani intraprendenti, capaci, determinati, a trovarsi a 1400 Km da casa, su quella fredda spiaggia, per cercare un po’ di felicità professionale e sentimentale. In un’epoca in cui l’Italia è vista come terra dei miracoli da migranti che arrivano dall’Est e dall’Africa, Banat [il viaggio] racconta il percorso di due immigrati al contrario, verso la Romania. C’è un notevole senso di spaesamento nella mia generazione. Un sempre meno frequente senso di appartenenza alle cosiddette “shell institutions” come la chiesa ed i partiti politici. La difficoltà a trovare un lavoro stabile. Anche l’istituzione della famiglia vive un periodo di evidente ri-definizione. In pochi decenni i cambiamenti sono stati così rapidi da ridurre al minimo i punti di riferimento. Al contempo le compagnie low cost e il programma di studi Erasmus così come i bandi di mobilità dell’Unione Europea offrono la possibilità di cercare delle soluzioni all’estero. Banat [il viaggio] parla di questa generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità. Ma che contestualmente vive l’inevitabile senso di spaesamento dettato dal distacco dalle proprie radici, che provo io stesso, che ho lasciato l’Italia da molti anni per vivere e lavorare in diversi paesi. Ivo e Clara sanno bene che la loro avventura ha qualcosa di folle. Ma sono anche consapevoli che questo viaggio permette loro di immaginare un futuro diverso, di prendere le distanze da tutto quello che li circondava e sembrava scorrere con nefasta naturalezza. Anche quando mille complicazioni rivelano l’ingenuità e la fragilità delle sue aspettative, Ivo non vuole abbandonare il suo sogno. Continua a immaginarsi delle mele in quel pometo spoglio, infreddolito e mezzo devastato. E fino all’ultimo tenterà di convincere anche Clara a fermarsi con lui. La sceneggiatura di Banat [il viaggio] nasce dalla storia vera di un amico che decise di coltivare mele in Romania, cogliendo un’opportunità nata per caso. E si ritrovò a fare il piccolo imprenditore, in una terra che gli avevano raccontato essere meravigliosa. Ho passato diverse settimane in Romania, nel Banat, per ricercare luoghi e volti che potessero prestarsi a questo racconto. Nonostante la drammaticità che sottende la storia dei personaggi, ho provato a raccontare l’avventura di Ivo e Clara anche con un tono leggero. Un registro che sappia far emergere tra le trame del dramma il senso dello humor dei personaggi principali e secondari e una comicità che nasce dalla sensazione di straniamento che caratterizza molti passaggi di questa storia. Proprio la parola straniamento è quella che meglio illustra le mie intenzioni riguardo la messa in scena di molte situazioni, in cui i toni della commedia emergono naturalmente dall’inusualità delle circostanze e dal rapporto tra i personaggi e l’ambiente circostante, secondo la lezione di alcuni registi nord europei come Aki Kaurismäki e Dagur Kári. Perché a salvare i nostri personaggi sospesi tra questo e quel mondo, in fondo, non potrà che essere un po’ di sana ironia.

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