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Una Pensilina per l’attesa di un autobus al centro di un antico anfiteatro

Una Pensilina per l’attesa di un autobus al centro di un antico  anfiteatro 

L’artista Raffaele Quida (1969; vive e lavora a Lecce) decide di installare all’interno dell’Anfiteatro romano, monumento simbolo della città, una classica pensilina per la fermata di un autobus cittadino in disuso. Un “oggetto” sarà pertanto prelevato dal suo attuale luogo di “conservazione” – un deposito dell’azienda dei trasporti urbani della città – e decontestualizzato all’interno di uno scenario dall’alto valore metaforico e culturale. Simbolo dell’antica e gloriosa storia leccese, oggi l’anfiteatro è un luogo di aggregazione sociale e culturale durante i mesi primaverili ed estivi poiché è utilizzato dall’amministrazione comunale per ospitare concerti e spettacoli teatrali. Decontestualizzare un oggetto, cancellarne la sua funzione – “sala d’aspetto temporanea en plein air di un autobus” – avviare un cortocircuito tra epoche, afflati culturali e percezioni: Quida con quest’intervento stimola l’attenzione collettiva, sollecita uno sguardo nuovo del pubblico all’interno dello scenario conosciuto del centro storico di Lecce, favorendo attimi di stupore e di interazione che saranno prontamente documentati attraverso le fotografie di Annamaria La Mastra.

«È un progetto che indaga le esperienze e i coinvolgimenti del corpo umano, nelle sue principali fasi, dalla nascita ai condizionamenti sociali, fino alla morte». R. Quida.

Si ringrazia Elisabetta Selleri per il supporto logistico e organizzativo del primo atto di Continuum. E il Comune di Lecce ed SGM per le relative autorizzazioni.

La tappa leccese, a cura di Lorenzo Madaro, è la prima del progetto Continuum, che consta di quattro distinti step:

– secondo ciclo (a cura di Antonella Marino) periodo maggio 2016, piazza del Ferrarese, Bari. Installazione: Una decina di grandi contenitori industriali, contenenti una sorta di liquido amniotico riprodotto artificialmente, saranno posizionati in un zona pedonale. Il passaggio casuale delle persone all’interno della zona allestita le indurrà ad effettuare un percorso “differente” e “consapevole” creando inoltre una relazione diretta con i contenitori. Chi passerà attraversando queste grandi cisterne si troverà in modo simbolico all’interno di un ambiente separato ed intimo che rappresenta l’inizio della vita.

– terzo ciclo (a cura di Michela Casavola) periodo settembre 2016, spazio industriale, Taranto. Performance: venti figuranti entreranno in silenzio, come un plotone di esecuzione, in un grande capannone industriale colmo di polvere bianca, i venti attori si disporranno l’uno di fronte all’altro sostenendo un urna in porcellana (identica per tutti) e – con dei movimenti comuni alla danza contemporanea – disperderanno la finissima polvere nell’area circostante. Terminata la performance, poseranno le venti urne e in silenzio lasceranno il posto a chiunque desideri interagire con lo spazio e gli oggetti in esso. La cenere richiama con evidenza la tematica della morte, ma è anche elemento fecondo, e l’interazione con la danza  (movimento, vita) ne sottolinea la ciclicità. Un gesto simbolico che prevede una fine ma anche un nuovo ciclo di inizio.

Infine il quarto ciclo, con una personale – con il coordinamento di Alessia Locatelli – in uno spazio d’arte contemporanea a Milano, vera e propria sintesi del progetto grazie anche alla contestuale presentazione di un volume che documenterà, attraverso immagini e testi dei quattro curatori coinvolti, l’intero percorso avviato a Lecce.

 

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