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Otto le vittime del crollo.

E’ di 8  il bilancio delle vittime del crollo della palazzina di Torre Annunziata (Napoli). Anche l’ultimo corpo senza vita, quello del piccolo Salvatore Guida, 8 anni, è stato individuato dai vigili del fuoco che hanno scavato tra le macerie tutta la notte. Sette i corpi invece già estratti. Con l’individuazione dell’ottava salma tutte le persone che mancavano all’appello dopo il crollo sono state trovate.

A vederla quella palazzina crollata sembrava una sfida alla sicurezza, alla fisica, e alla logica. Cinque piani, quattro più l’attico dell’architetto Giacomo Cuccurullo, impiegato dell’Ufficio tecnico del Comune di Torre Annunziata, a picco sulla linea ferrroviaria Napoli-Salerno, ed affacciata sulla litoranea Marconi.  Nel 1955, quando fu realizzata, si poteva fare di tutto. “Da giovane andavo a trovare degli amici in quella palazzina – racconta un ex assessore ai Lavori pubblici. Ma – secondo le prime valutazioni dei tecnici – non sono stati i treni a far cadere la palazzina. E mentre si estraggono i primi corpi dalle macerie partono interrogativi e polemiche. “Certo, era un palazzo messo male” dice il sindaco di Torre Annunziata, Enzo Ascione.

Mi dispiace che un tecnico del Comune non abbia potuto accorgersi della situazione perché qualche segnale avrebbe dovuto esserci”. “La gente aveva già espresso preoccupazioni per quei lavori – dice l amministratore del condominio “Residenza a mare”, che si trova di fronte allo stabile crollato – qualche avvisaglia di pericolo c’era già stata”.

Al Comune erano pervenute due Scia (segnalazione certificata di inizio attività) dice il sindaco Ascione per lavori di manutenzione ordinaria. Ma al primo piano,appartamento vuoto, i nuovi proprietari avevano avviato lavori di sostituzione del pavimento.

“Mi pare probabile che una negligenza tecnica durante i lavori, come la manomissione di un putrella, possa aver compromesso la staticità della palazzina. Si parla di manutenzione ordinaria, per poi fare  altro”. In un altro appartamento, pure attualmente vuoto, al secondo piano si svolgevano lavori classificati come manutenzione ordinaria. “Ma spesso – dice l’ex assessore Irlando – si parla di manutenzione ordinaria solo per sfuggire alla lentezza della burocrazia delle autorizzazioni”.

La palazzina crollata, aveva le strutture portanti in tufo ed i solai in cemento armato. Ma l’attico ed alcuni varchi aperti negli anni nell’ edificio – secondo Irlando – potrebbero aver avuto ripercussioni sulla statica. Il crollo è avvenuto in un angolo, nella parte retrostante della palazzina. Mentre la facciata, che guarda il mare, è rimasta intatta.

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