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Tornano le #JungleFest del So What Festival a Martano

thumbnail_26798Dopo il primo appuntamento bolognese tornano anche nel salento le #JungleFest del So What Festival. Una rassegna itinerante che toccherà molte città italiane e che ospiterà tanti artisti: un modo per stare insieme, per divertirsi e per finanziare il festival che si tiene ogni estate a Melpignano. Domenica 27 dicembre (ore 22 – ingresso 6 euro) all’Atlantide nella zona industriale di Martano appuntamento con il progetto Tridente. Zulù dei 99 Posse, Valerio Jovine, Speaker Cenzou propongono una performance di oltre due ore che include una selezione musicale – che spazia dall’hip hop al reggae alla drum’n’bass alla musica italiana indipendente, passando per la dubstep – e un’ampia parte cantata con le più note canzoni dei 99 Posse, oltre che i pezzi nati dalle collaborazioni che i tre artisti hanno reciprocamente intrapreso nel corso degli anni.

La serata ospiterà anche alcuni interessanti progetti salentini: il rapper Aban si esibirà affiancato da Dj Spada. Classe ’79, Aban ha iniziato la sua carriera musicale quasi 20 anni fa e ha militato in varie formazioni, collaborando e dividendo il palco con numerosi artisti della scena reggae e hip hop come Sud Sound System, Club Dogo, Marracash, Inoki, Killa mix, Gue pequeno, Mazi, Deor, Noyz Narcos, Leman sharque, Deal Pacino, Izio Sklero, Don Joe & Shablo, Rasty Kilo, Barrecrude, Jake La Furia, Co’ Sang e molti altri. Nel 2006 si forma ufficialmente la crew South fam e nel 2007 nasce l’etichetta indipendente Sud Est Records con il quale ha prodotto i suoi dischi. Float a Flow è un collettivo hip-hop nato a Bologna ma formato dai tre rapper salentini D.one, Karlino e Neos e dal producer GSQ aka Ventreianca. In apertura Boundless Ska Project, band che pone le proprie basi nella musica ska degli anni ’60, originaria della Jamaica e mescola sonorità che vanno dal reggae al rocksteady, dallo ska, fino al jazz, una fusione di suoni tale da essere adatta ad ogni tipo di contesto. La metà dell’incasso sarà destinata al finanziamento dell’Unione Sportiva Spartak Lecce, squadra di calcio ad azionariato popolare.

Martedì 29 dicembre (ore 18 – ingresso gratuito) nella Casa del turista (ex Fabbrica Tabacchi) a Melpignano appuntamento con la presentazione e proiezione del documentario “Puzzlestan. I confini sono i limiti dei popoli” del giornalista Ivan Grozny Compasso. Dopo la proiezione seguirà una tavola rotonda con Sara Montinaro (Rete Kurdistan Italia / Ass. Ya Basta), Pati Luceri (componente della Rete Kurdistan Lecce), Sonia Pellizzari (componente della Rete Kurdistan Lecce), Salvatore Specchia (So What Festival) con un contributo video dello stesso Compasso. L’ingresso sarà ad offerta libera, il ricavato sarà interamente devoluto al progetto per la costruzione di una scuola a Kobane intitolata ad Antonio Gramsci, curato dalla Rete Kurdistan Italia – Lecce.

Nel documentario immagini non realistiche ma reali. Dalla Turchia alla Siria e ritorno, Iraq e ancora Siria. Diversi viaggi con l’intento di raccogliere il maggior numero di tasselli di questo grande e complicato mosaico che si scompone e si compone a causa di conflitti, dichiarati o no. Storie di confine, dove questo muta e si definisce secondo quanto accade sul terreno di guerra. In mezzo, popoli e popolazioni, costrette alla fuga e le storie di quelli che hanno deciso di combattere, di resistere per ricostruire daccapo, come i combattenti curdi e l’anomalia che rappresentano in quella regione del mondo. Dicembre 2014: Kobane una settimana nella città sotto assedio, con i combattenti Ypj/Ypg. Soli contro l’Isis uomini e donne combattono insieme. Documenti originali sequestrati agli uomini in nero, immagini dal fronte e dalla città in rovina. Luglio 2015: tra gli sfollati Ezidi di Sinjar, i siriani fuggiti dalla guerra, i cristiani di Teleskof in fuga a Duhoq e quelli che resistono ad Al Qosh. Il racconto di com’era e di com’è questo nuovo Iraq. Agosto 2015: la liberazione di Hasseke, con immagini della battaglia per la liberazione, l’entrata nella città distrutta, i campi profughi di Deriq, gli ospedali e le città del Rojava liberate dai combattenti curdi.

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