“ODISSEA”, MARIO PERROTTA SUL PALCO DI “MITIKA”
Domani, martedì 22 agosto (ore 21), di scena al Teatro Romano di Lecce il Teatro dell’Argine con “Odissea”, di e con Mario Perrotta, Premio Hystrio alla drammaturgia nel 2009 e finalista Premio Ubu 2008 nella categoria Miglior Attore; secondo appuntamento di “Mitika”, rassegna del teatro classico organizzata dall’associazione “Aletheia Teatro”, diretta dall’attrice Carla Guido, e sostenuta dal Comune di Lecce.
“Questa sera mi affitto due musicisti, li porto nella piazza del paese e faccio il botto! Stasera succede un casino…”. Così entra in scena Telemaco, figlio di un Ulisse mai tornato, e comincia il suo spettacolo d’arte varia. Non risparmia nulla, a se stesso e agli altri: racconta, come sa e come può, la sua versione dei fatti. E ogni sentimento si fa carne viva sulla scena e diventa corpo, parole in musica, avanspettacolo, versi sciolti e danza, odissea a brandelli di un ragazzo che non sa tenere insieme i cocci di una storia – quella di suo padre – che non sta più in piedi. Per Telemaco il tempo dell’attesa è scaduto: è ora di fare spettacolo.
“C’è un personaggio nell’Odissea che, da sempre, cattura la mia attenzione, un personaggio che molti non ricordano neanche: Telemaco”, scrive infatti l’artista leccese. “Ho provato a chiedere in giro e, difatti, molti ricordano il cane di Ulisse – Argo, mi pare – ma non il figlio. Io, invece, ne ho sempre subito il fascino, perché la sua attesa è carica di suggestioni. Telemaco non ha ricordi di Ulisse, non l’ha mai visto, non sa come è fatto, non sa il suono della sua voce: per Telemaco, Ulisse è solo un racconto della gente. Ed è proprio questa assenza ad aprire infinite possibilità nei pensieri di Telemaco. Lui è l’unico personaggio dell’Odissea che può costruire un’immagine di Ulisse calibrata a suo piacimento. I pensieri di Telemaco, forse, sono l’unico luogo dove Ulisse può essere ancora un eroe. Ma gli eroi durano il tempo di un romanzo e questo Telemaco lo sa…
E’ così che ho disancorato Telemaco dal tempo degli eroi e l’ho trascinato qui, nel ventunesimo secolo, avvilito da una madre reclusa in casa; assediato dalla gente del paese che, non sapendo che fare tutto il giorno al bar della piazza, mormora della sua “follia” e della sua famiglia mancata; circondato dal mare del Salento, invalicabile e affamato di vite umane. Solo così potevo immaginare un’odissea mia, contemporanea, solo portando la leggenda a noi, in questo nostro tempo così disarticolato e privo di certezze”.
E dunque si mescolano nella scrittura il mito e il quotidiano, “Itaca e il Salento, i versi di Omero e il dialetto leccese, legati insieme da una partitura musicale rigorosa, pensata ed eseguita dai musicisti che mi accompagnano in questo lavoro”, conclude Perrotta, “e diventano anch’essi, con i loro molteplici strumenti, voci musicali del racconto”.
La collaborazione alla regia è di Paola Roscioli; le musiche eseguite dal vivo da Mario Arcari (oboe, clarinetto, batteria) e Maurizio Pellizzari (chitarra, tromba).
Gli altri spettacoli in programma sono il 29 agosto la “Leggenda del pescatore che non sapeva nuotare”, regia di Alessandra Fallucchi; il 4 settembre l’ “Orestea” con la regia di Giuseppe Argirò; il 6 settembre con “Il pomo della discordia” e la Compagnia dei Bambini di Scenastudio (inizio spettacolo alle 20.30).
Parte integrante del progetto culturale annesso alla rassegna, e sostenuto dalla Regione Puglia, anche due reading previsti dall’ 11 al 13 settembre, dalle 19 alle 21, presso la Fondazione Palmieri: “I canti del mare” (voci recitanti Michela Leopizzi, Agnese Perrone e Alberto Sgobba), che si terranno in contemporanea con “Iconae” (esposizione di Mario Pellegrino). Il 28 e 29 settembre dalle 16 alle 20, nel Teatrino del Convitto Palmieri, spazio invece al workshop “Il movimento del corpo e la vocalità nel dramma antico”, a cura del regista Antonio De Carlo e dell’attrice Carla Guido.