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TEATRO PER DILETTO A NOVOLI

TEATRO PER DILETTO A NOVOLI

Dal 12 al 27 maggio (ore 21 – ingresso 6 euro), la stagione del Teatro Comunale di Novoli, in provincia di Lecce, si conclude con Teatro per diletto. Un “cartellone nel cartellone”, dedicato alle compagnie amatoriali, che accoglierà in scena Sarto per Signora di Makaria teatro (venerdì 12 maggio), Sulamente a na cosa nun c’è rimediu della compagnia Mario Teni (domenica 21 maggio) e Storie di donne del Teatro delle Rane (sabato 27 maggio). La rassegna è promossa dal Teatro Pubblico Pugliese e dal Comune di Novoli, in collaborazione con la residenza artistica di Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo teatro.

Venerdì 12 maggio si parte con Sarto per signora di Makaria Compagnia Teatrale di Squinzano per la regia Marco Antonio Romano con Francesco Bosco, Ilaria Giannotta, Chiara Morciano, Francesco Palermo, Antonio Marti, Agnese Perrone, Francesco Palma, Francesca Palma, Aurora Agrimi, Nadia Tulipano. Sarto per signora del 1887 rappresenta  l’esordio come drammaturgo di Georges Feydeau. In questa brillante commedia, considerata una dei capolavori della letteratura francese, c’è già tutto l’estro e lo stile di Feydeau: la trama è basata sul classico triangolo adulterino: lui, lei, l’altro o l’altra, ma soprattutto, quello che non manca mai, è il concentramento di tutti i personaggi in un solo luogo, dove si incontrano tutti quelli che non si sarebbero mai dovuti incontrare: mariti, mogli, amanti, amanti dei mariti, amanti delle mogli. Questo è il segreto e la forza di Feydeau. Al centro di molte opere dell’autore c’è la coppia coniugale, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. Anche in Sarto per signora, il bugiardo Dottor Moulineaux prima si giustifica con delle scuse con la moglie Yvonne per aver passato la notte fuori casa, poi cerca di tradirla con Susanna, la moglie del generale Aubin. Da qui si susseguono una serie di situazioni imbarazzanti e divertenti che faranno appassionare lo spettatore a questa brillante e geniale storia.

Domenica 21 maggio in scena Sulamente a na cosa nun c’è rimediu della Compagnia Mario Teni di Novoli e dell’Associazione Culturale Monsignor Francesco De Tommasi per la regia di Mario Seclì con Paola Errico, Mario Seclì, Dalila Arnesano, Stefania De Luca, Cesare Seclì, Francesca Santo, Carmen Attanasio, Lina Antonaci, Vincenzo Sebaste. Ecco la paura più grande dell’uomo, quella variabile impazzita che non potrà mai controllare né con sprazzi di magia e nemmeno con le ultime diavolerie cibernetiche: “Sulamente a nna cosa nu nc’è rimediu”… giustappunto. Dalla fantasia fresca e armonica del giovane autore teatrale Mario Seclì, nasce quest’opera comica in vernacolo novolese, che di certo non vuole essere un elogio dell’ultimo atto dell’esistenza umana, ma uno spassionato invito a indagare nell’animo di ognuno di noi per ricercare il tanto decantato “life sense”. La talentuosa compagnia teatrale “Mario Teni”, che dedica il proprio nome al maestro Teni, esponente di assoluto valore nel panorama commediografo salentino, ci porta a sbellicarci dalle risate sbeffeggiando i tormenti della protagonista “Ronzina” (Paola Errico) sicura di essere vicina alla morte dopo averne avuto uno strano presentimento in sogno. Il povero marito “Gianni” (Alessandro De Tommasi) e la povera figlia “Vincenza” (Dalila Arnesano) dovranno sopportare nel tam tam giornaliero le tiritere lamentose della padrona di casa, intenta a organizzare nei minimi dettagli il tanto atteso giorno del suo funerale.

Sabato 27 maggio la rassegna si chiuderà con il primo studio di Storie di donne del Teatro delle Rane di Leverano con Alessandra Perrone, Ilaria Costa, Marilù Valentino, Daniela Sabato, Genny Perrone, Consiglia Sabetta, Marzia Sorino per la regia di Antonio Dell’Anna. Donne e sesso, donne e amicizia, donne e dolore: un’esplorazione dell’universo femminile nelle sue sfaccettature più oscure e misteriose. Cofidenze, segreti e ricordi. Sette donne consumate dalla vita s’incontrano dopo tempo, si confidano segreti e ricordi, ma la chiacchiera oziosa e leggera cede il passo a frustrazioni e rabbia nel ripercorrere le proprie esistenze.

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