Tap, blitz notturno per spostare gli ulivi. Monta la protesta, tensioni al cantiere
Ancora un altro blitz notturno a San Foca, nel cantiere Tap, per spostare gli alberi da San Basilio a Masseria Capitano e scoppiano nuove tensioni tra polizia, azienda e manifestanti. Nonostante le rassicurazioni dei mesi scorsi sulla sospensione delle attività nel periodo estivo e i conseguenti accordi raggiunti in Prefettura, la società che vuole realizzare il contestato gasdotto torna ad operare nella marina di Melendugno, con l’aiuto delle forze dell’ordine e completare il trasferimento degli ulivi nell’area di stoccaggio.
Da giorni, il comitato No Tap avevano fiutato questa evoluzione, tanto da aver annunciato a più riprese, attraverso i social, una mobilitazione per esprimere dissenso verso le operazioni. Dopo la mezzanotte, ecco l’arrivo delle forze dell’ordine in assetto antisommossa a scortare i mezzi di Tap: da lì sono riemerse le tensioni sopite per qualche settimana.
La polizia ha così caricato gli attivisti che hanno occupato la strada che collega Melendugno a Lecce, all’altezza della rotatoria di Vernole, tentando di evitare il trasferimento dei 43 alberi eradicati rimasti nella zona e collocati in grandi vasi.
Il cantiere, invece, è stato isolato e reso inaccessibile così come è stato chiuso ogni accesso a Melendugno da San Foca, Merine, Calimera e Martano in una vera e propria militarizzazione dell’area, senza precedenti con camionette blindate.
Duro il commento del sindaco di Melendugno Marco Potì: “4/7/2017 h.1,30 Piena stagione turistica. Tap decide di violare quanto riportato nell’autorizzazione unica in suo possesso (a pag.90 di 128!). Le attività sono sospese da giugno a settembre. Sono sconcertato dallo spiegamento di forze dell’ordine Italiane per spostare 43 alberi, già sacrificati tanto tempo fa, senza motivo, senza autorizzazioni successive, senza nessun buon senso! I cittadini manifestano il loro totale dissenso! Melendugno e San Foca isolate completamente dal resto d’Italia! Fermatevi!”