Il seminario di presentazione dei risultati del progetto “Smart in trips – Il network turistico basato su Big Data e Augmented Reality” che vede “Clio” azienda capofila, in partenariato con il Comune di Lecce, Maps Engineering e PazLab, è stato l’occasione per consentire un confronto tra città e comunità
Le città intelligenti hanno sempre più bisogno di sfruttare i dati di nuova generazione e le Istituzioni locali hanno un ruolo determinante nell’abilitare nuove opportunità e nuovi servizi a partire dai dati aperti e dai big data per cambiare il modo di diffondere le informazioni, anticipare le tendenze, prendere decisioni e collaborare all’interno e all’esterno dell’organizzazione, con il supporto insostituibile delle smart communities. Il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell’Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (circa il 9% della produzione nazionale) e le persone impegnate in questo settore sono circa 2,2 milioni (dati del Dipartimento per gli Affari Regionali, le Autonomie e lo Sport, 2013). Sono state illustrate le migliori esperienze delle città italiane in materia di big data e open data a supporto del turismo e della cultura e approfondite alcune recenti esperienze sull’argomento portate avanti dal Comune di Lecce in collaborazione con le sue smart communities.
In particolare sono stati presentati a cura degli sviluppatori, i progetti candidati al Lecce Open Data Contest.
“SmartInTrips” è uno di sei progetti presentati da Clio, società di servizi ICT con sede a Lecce, e cofinanziato nell’ambito degli “Apulian ICT Living Labs – Verso Puglia Digitale 2020”. La piattaforma ha come utenti finali il Comune di Lecce, il Comune di Ginosa, il Comune di Salve e l’Associazione P.U.S.H. di Capurso.
“In un mercato globale competitivo, l’obiettivo deve essere quello di rafforzare la nostra proposta turistica. Ragion per cui stiamo dando vita a diverse e proficue alleanze”, ha detto il sindaco di Lecce Paolo Perrone.
“Il Comune di Lecce è stato fra i primi a sposare la filosofia degli open data come opportunità di crescita. Aver messo a disposizione di diverse categorie sociali (imprenditori, professionisti, associazioni, etc..) dei dati, ci ha consentito di avere un ritorno in termini di qualità dei servizi offerti alla città: sarebbe stato troppo oneroso per una pubblica amministrazione acquistare sul mercato le app e siti web. In questo modo, abbiamo favorito un partenariato pubblico-privato di grande convenienza.
Avendo offerto questo imput ai privati, abbiamo intrapreso la strada giusta per accedere a un livello competitivo di servizi e tagliare il traguardo di una Lecce più al passo con i tempi”.
“La nostra idea è quella di rafforzare il senso di comunità partendo dalla condivisione e dal riutilizzo dei dati per il miglioramento dei servizi ai cittadini e turisti”, ha commentato l’assessore all’Innovazione Tecnologica Alessandro Delli Noci.
“I dati sono oggi uno strumento fondamentale per pianificare meglio servizi di pubblica utilità e per generare una nuova economia. Siamo orgogliosi di aver presentato oggi i risultati del contest Open Data che ha dato vita a oltre 30 applicazioni per Smartphone e siti internet che miglioreranno la nostra offerta turistica e i servizi alla cittadinanza e sono disponibili sul sito dati.comue.lecce.it”. “Sono molto lieto di partecipare a questo evento dove vengono premiate applicazione per il settore turistico sviluppate da cittadini in un bando lanciato dalla città di Lecce – conferma Radaelli – È questo un esempio virtuoso per sviluppare il turismo e al contempo l’imprenditorialità e lo sviluppo digitale del territorio”, ha detto Cristiano Radaelli, commissario straordinario dell’Enit.
“Le attitudini e i comportamenti dei viaggiatori sono infatti sempre più “social” e “digital”. In questo senso il digitale diventa un driver competitivo assai potente. Il vantaggio dei big data – conclude Radaelli – è soprattutto quello di permettere alle città e ai territori di costruire percorsi e offerte sempre più personalizzate. La sfida ora è puntare sulla formazione alle competenze digitali per avere data scientist in grado di supportare le imprese del settore e le amministrazioni pubbliche delle località turistiche. Per questo, è importante che le università italiane siano in grado di formare sempre più professionisti con questi skill”.