giovedì, Marzo 28, 2024
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Siracusa : Corruzione, arrestato ufficiale Gdf

Arrestato ufficiale Gdf

È stato notificato a Siracusa, dove comanda dall’agosto 2016 il Nucleo di polizia tributaria, il provvedimento di custodia cautelare in carcere al tenente colonnello M.N., una delle sedici persone indagate nell’ambito della inchiesta “Mose” della Procura di Venezia legata alla concessione di denaro, doni in cambio di sconti nelle sanzioni per evasioni fiscali. L’ufficiale è accusato di reati commessi quando era in servizio a Udine. Nell’inchiesta sono coinvolti sei imprenditori (di cui due domiciliari), tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, due commercialisti, due ufficiali della Guardia di finanza, un appartenente alla Commissione Tributaria Regionale per il Veneto e due dirigenti di un’azienda assicuratrice.
La notizia ha suscitato imbarazzo negli ambienti delle Fiamme Gialle. A Siracusa è stata assicurata la continuità operativa del nucleo.
E’ triste che alti funzionari abbiano falsato il rapporto tra Stato e cittadini in cambio di denaro, favori, regali e assunzioni: è un momento doloroso” ha commentato il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. L’inchiesta coinvolge due tenenti colonnello della Guardia di finanza.”Il quadro che emerge dalla lettura degli atti della procura e suffragati dall’ordinanza del Gip – aggiunge il magistrato – mostra un rapporto amicale collaudato tra i vari soggetti finalizzato alla corruzione, all’accesso abusivo di materiale informatico e di violazione di segreto d’ufficio emersi in oltre due anni d’indagini, che ricostruisco almeno cinque episodi gravi, che sono solo la punta di un iceberg.”Una corruzione seriale e sistematica – conclude il procuratore Cherchi – in cui i funzionari si facevano pagare per lenire sanzioni pesanti“.
Le specifiche investigazioni, avviate nell’estate del 2015, sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché mediante appostamenti osservazioni e pedinamenti, hanno consentito di individuare diversi contesti corruttivi. Sostanzialmente, sono state raccolte fonti di prova relative alla corresponsione di tangenti per un totale di 140.000 euro, in varie tranches tra il settembre 2016 ed il maggio 2017. In cambio, i due funzionari dell’Agenzia delle Entrate si sono adoperati per ridurre di circa l’80% le imposte dovute da tre società, con sede in provincia di Venezia, riconducibili all’imprenditore, che erano state sottoposte a verifica fiscale da altri funzionari della stessa Agenzia fiscale, passando così da 41 milioni di euro dell’originaria pretesa di gettito a poco più di 8 milioni di euro effettivamente pagati.
Le investigazioni hanno consentito di scoprire che i due funzionari, si sono accordati con un commercialista di Chioggia, per ricevere 50.000 euro, in cambio della promessa di “accomodare” un accertamento tributario relativo ad un’impresa del posto. In un secondo episodio corruttivo gli investigatori hanno scoperto che i titolari delle imprese ispezionate hanno corrotto un ufficiale della Guardia di Finanza ed un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, con l’intermediazione di una commercialista trevigiana.
L’ufficiale, in cambio di denaro ed oggetti di lusso per un valore di 40 mila euro, ha fatto da “ponte” verso il funzionario dell’Agenzie delle Entrate, con il proprio interessamento, supportato dalla commercialista, ha reso possibile la riduzione di oltre il 70% dell’importo del debito complessivo delle aziende verificate, passato da euro 13 milioni a 3 milioni 700 mila euro. La terza vicenda si ricollega a verifiche fiscali effettuate dall’Agenzie delle Entrate nei confronti di un’impresa assicuratrice veronese. Risultano coinvolti l’ufficiale del Corpo ed il funzionario dell’Agenzia delle Entrate , due dirigenti dell’azienda assicurativa ed un giudice tributario, che ha svolto le funzioni di mediatore.
I pubblici ufficiali hanno ricevuto oggetti preziosi del valore di 20 mila euro, a febbraio e marzo 2017, in cambio hanno fatto sì che il debito erariale, per imposte e sanzioni da pagare, scendesse da 8 milioni e 800 mila euro a poco più di 2 milioni 600mila euro. Un ultimo episodio corruttivo riguarda l’accomodamento” di un controllo fiscale, eseguito tra il novembre 2015 e il febbraio 2016, nei confronti di un’impresa industriale della provincia di Udine. In questo caso, l’ufficiale in servizio a Venezia si è rivolto ad un altro ufficiale che a quel tempo dirigeva l’attività di verifica, convincendolo a non approfondire troppo l’ispezionecontabile.
In cambio, secondo i riscontri degli investigatori , l’imprenditore friulano ha assunto alle dipendenze il figlio del primo ufficiale ed ha offerto altre regalie. Oltre agli arresti, il GIP ha disposto il sequestro, in capo agli indagati, delle somme oggetto delle pattuizioni corruttive, per un importo totale di 440 mila euro .

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