Sino al 14 ottobre l’artista salentino sarà in Cina, Regione Autonoma della Mongolia Interna eMongolia. È l’unico italiano invitato a partecipare a “One Belt and One Road International Art Tour Exhibition”, una mostra itinerante lungo un percorso che tocca le capitali dei tre stati, partendo da Pechino, attraversando il Nord per arrivare a Hohhot e proseguendo nel Deserto dei Gobi fino a Ulan Bator dove Simone Franco presenterà il suo progetto nel Centro dell’Unione degli Artisti in Mongolia (UMA).
Attore, regista, performer, di formazione antiaccademica, si lega alla pratica laboratoriale presso i maggiori esponenti del Teatro di Ricerca nazionali ed internazionali (Pippo Delbono, Living Theatre, Odin Teatret, Danio Manfredini, Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Carla Tatò, Armando Punzo, Tapa Sudana, Nikolaj Karpov, Anatolij Vasiliev). Come regista ha scritto diverse drammaturgie, rivolgendo particolare attenzione a temi quali il disagio psichico, l’immigrazione e la persecuzione politica. Gli ultimi lavori di cui è regista e attore si spingono sempre più verso la relazione tra la musica e la poesia: allestisce il concerto-spettacolo “Fabbricanti di Armonie” con un ensemble di musica sperimentale ed il concerto-spettacolo “Poemi della negritudine” con Aida Samb ed un ensemble di percussionisti italiani e senegalesi. Da diversi anni si dedica alla scultura temporanea, stone balancing, arte meditativa rivolta a porre in equilibrio pietre e massi di varie forme, in relazione alla musica. Aderisce alla rete mondiale di Balancer e partecipa al meeting internazionale BAWI 2013. Simone Franco ha introdotto in Puglia e nel Salento in particolare, le sculture di pietre in equilibrio, attraverso numerose mostre, performance, concerti, col progetto Fabbricanti di Armonie, mosso da profonde ragioni etiche ed ecologiste, nel quadro di un generale squilibrio dei rapporti Uomo Natura.
Fabbricanti di Armonie
Nel 2008, in occasione di un viaggio-studio, consulta i materiali di archivio frutto delle ricerche di Harald Szeemann per Documenta di Kassel, presso il Centro Congressuale Monte Verità ad Ascona, in particolare le ricerche e le opere “il giardino enciclopedico” dell’eclettico artista svizzero Armand Schulthess, del quale rimane particolarmente influenzato. Durante il viaggio studio incontra il poeta Andrea Zanzotto presso la sua casa a Pieve di Soligo, di cui approfondisce la poetica indissolubilmente legata al Paesaggio. Al termine della ricerca formula il Progetto “Fabbricanti di Armonie” una personale innovazione della pratica artistica dello Stone Balancing. Realizza numerosi laboratori, mostre e performance, collettive e personali, in luoghi di pregio paesaggistico, gallerie d’arte, siti archeologici, cave, frantoi, opifici, luoghi di archeologia industriale, al fine di sensibilizzare il pubblico a volgere lo sguardo al problematico rapporto dell’Uomo con la Natura. La performance Fabbricanti di Armonie si arricchisce delle composizioni sonore di un ensemble di musicisti che cambia in relazione alle caratteristiche sonore ed emozionali dei luoghi.
Stone Balancing
Un processo artistico di relazione con l’ambiente, inteso in senso plurimo, in cui il Fabbricante si confronta e ricrea un contesto armonico, che scaturisce da un percorso emozionale e di ricerca, nel solco della tradizione dell’Arte Povera e dei precursori della Land Art. La performance trae origine dall’antica Arte Zen di disporre ritualmente le pietre in equilibrio al fine di trarre benefici ed energie per il singolo e per la comunità. La performance pone l’accento, sulla forza energetica e processuale insita nella Natura, generatrice di processi dinamici ed equilibri instabili; la pratica artistica è oggi diffusa in tutto il mondo col nome di Stone Balancing. Tramite l’utilizzo di pietre raccolte nel territorio ospitante, si intende realizzare sculture temporanee “site specific” al fine di re-indirizzare le percezioni dei Fabbricanti e dello spettatore, nel paesaggio e nel contesto armonico ricreato. Le sculture temporanee assumono provvisoriamente la veste effimera di oggetti d’arte, testimonianze del processo casuale e di creazioni in divenire; lo spazio urbano della performance sarà fruito come una galleria d’arte diffusa. Il progetto è stato ospitato in circa 40 tappe in Puglia, Italia e all’Estero, approdando anche in Francia, Grecia, Croazia e Cina (già nel 2016).