sabato, Aprile 20, 2024
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Salento a tutto gas: si riaffaccia il progetto del gasdotto di Otranto

Salento a tutto gas: si riaffaccia il progetto del gasdotto di Otranto

Non solo Tap: anni prima della comparsa del progetto che punta a portare in Europa il metano dell’ Azerbaijan, le coste salentine erano già destinate a diventare approdo di un altro gasdotto che parte dalla Grecia e arriva a Otranto. Poseidon ha concluso l’iter autorizzativo, per quanto riguarda la parte italiana nel lontano 2011 ed è in attesa di ricevere gli ultimi nulla osta in Grecia. Nel 2015 è stato incluso nei progetti di interesse comunitario dall’Unione Europea che ha previsto un finanziamento di 9 milioni di euro.

Di fatto, al momento Poseidon è un progetto “congelato”: la comparsa di Tap ha fatto pendere la bilancia degli interessi, economici e comunitari, sul gas azero. Ma qualcosa potrebbe cambiare.

E’ di ieri la notizia dell’incontro a Tel Aviv tra il ministro per lo sviluppo economico italiano Carlo Calenda e i colleghi di Israele, Yuval Steinitz, di Grecia, Giorgos Stathakis, di Cipro, Yiorgos Lakkotrypis e il commissario Ue all’energia Miguel Arias Canete.

Al centro del colloquio il tema dell’energia e in particolare l’appoggio al gasdotto EastMed: 1.300 chilometri offshore e altri 600 onshore che entro il 2025, porterà il gas da Israele all’Italia attraverso Cipro e Grecia.

Ed è qui che si riaffaccia il progetto del gasdotto di Otranto: Eastmed è, infatti, uno dei tre progetti di Igi Poseidon, joint venture composta dalla italiana Edison e la greca Depa.

Dalla cartina ufficiale di Igi Poseidon si comprende bene che, nelle intenzioni, si tratta di un unico grande gasdotto: EastMed parte dal mare di Israele, arriva in Grecia e qui si allaccia a Poseidon che prosegue fino ad arrivare nel Salento.
Calenda ha affermato che EastMed, è un progetto “strategico” per l’Italia e sarà presentato ai ministri del G7 energia a Roma, il 9 e 10 aprile prossimi, come “fondamentale asse di sviluppo della strategia energetica complessiva del Mediterraneo”. In questo quadro anche la parte italiana, e salentina in particolare, sembra dunque chiamata a giocare il proprio ruolo a breve. Fra qualche giorno si comprenderà meglio cosa comporterà: la “battaglia del gas” potrebbe aprire un nuovo fronte sulle sponde dell’Adriatico.   

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