venerdì, Aprile 19, 2024
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Sacchetti bio si possono portare da casa

Consiglio di Stato, sacchetti bio si possono portare da casa

Bioshopper da casa per la spesa?

Il consumatore può “utilizzare sacchetti in plastica autonomamente reperiti” per comprare frutta e verdura nei supermercati, anziché acquistare quello commercializzato nel punto vendita, purché “idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge”. E l’esercizio commerciale non può “vietare tale facoltà“. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con un parere sulla questione dei sacchetti bio nei supermarket.

Bioshopper da casa per la spesa? Il Consiglio di Stato ha dato l'ok

Il parere, reso nell’adunanza del 21 marzo e pubblicato il 29 marzo, sottolinea che bisogna contemperare le esigenze del consumatore con quelle di tutela della sicurezza ed igiene degli alimenti. E alla luce di questo, “laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato dall’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa”, è corretto che “possa utilizzare sacchetti in plastica autonomamente reperiti solo se comunque idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge. In tal caso, richiamando le considerazioni già svolte, non sembra possibile per l’esercizio commerciale vietare tale facoltà”.

Palazzo Spada si è spinto oltre affermando che una scelta green non può vietare ai consumatori di usare anche sacchetti di carta o altri contenitori che non siano di plastica. Sarà il negoziante a verificare l’idoneità del sacchetto. Come spiegano nel verdetto infatti “può vietare l’utilizzo di contenitori autonomamente reperiti dal consumatore solo se non conformi alla normativa di volta in volta applicabile per ciascuna tipologia di merce, o comunque in concreto non idonei a venire in contatto con gli alimenti”.

“Obiettivo è la riduzione dei rifiuti” – Il parere del Consiglio di Stato sui sacchetti biodegradabili “chiarisce qualche dubbio” ma soprattutto va verso la “riduzione del volume dei rifiuti. Ora bisogna vedere cosa dirà la circolare del ministero della Salute che dovrà chiarire” nel dettaglio.  A dirlo è il responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Giuseppe Ungherese, che suggerisce: “In altri Paesi come Belgio e Svizzera vengono usate retine infinite volte senza che questo comporti pandemie”. L’obiettivo, secondo Ungherese, è “ridurre l’uso della plastica e soprattutto dei rifiuti”, quindi è opportuna “maggiore flessibilità senza violare le norme igienico sanitarie”.

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